Esistono molte analisi sul movimento 5 stelle pro o contro, ma un dizionario sul loro linguaggio, sulle loro invettive e provocazioni è veramente una angolatura nuova per leggere il fenomeno grillino, questo è il pregiato lavoro di Alberto Di Majo con il libro VIRUS (edito da editori riuniti 13 €). Di Majo è un giovane giornalista attualmente responsabile del servizio politico del Tempo, che proprio per il suo lavoro ha avuto l’opportunità di seguire da vicino e con scrupolosa attenzione la nascita e l’evoluzione del movimento 5 stelle.

Già il titolo Virus è accattivante ed allarma, si perché mediante il linguaggio si contaminano le menti e questo contagio crea cultura o barbarie. Il libro è un memorandum di slogan e di parole di nuovo conio immesse nel linguaggio dal comico politico Grillo e dei suoi “cittadini” eletti; “zombi”, “streaming”, “diaria”, “il non partito” “PDL +PDsenzaelle” , tutti termini che hanno una doppia ambivalenza possono far sorridere e innescano un messaggio subliminale nei confronti dell’altro, carico di derisione se non di rabbia.

Inoltre ho notato che c’è un filo comune tra i grillini che si vantano del fato che tramite la loro protesta hanno incanalato il malumore dei cittadini in una protesta democratica, e quella cultura comunista che negli anni 70 diceva la stessa cosa nei confronti delle loro azioni demagogiche, verrebbe da pensare che quasi quasi dobbiamo dire ai grillini grazie dei loro Vafff…. Nessuna domanda autocritica se il loro linguaggio, se il presentare una realtà in modo manicheo è una molla che possa favorire la rabbia e la violenza invece di come dicono loro incanalarla verso canali democratici; per quanto va riconosciuto che in molte dichiarazioni ufficiali c’è il rifiuto della violenza.

L’autore comunque svolge un lavoro prezioso perché nel riportare in questo dizionario le varie frasi dei messaggi pentastellari non esprime giudizi se non necessari o rafforzativi del fatto o del contesto, lasciando al lettore la libertà di valutare la frase o il concetto in se.

Alla conclusione del libro mi è venuto un maledetto dubbio, certo i grillini dicono tante cose in modo comico e a volte incivile, ma molte delle cose che contestano sono giuste, si c’è molta demagogia nel loro linguaggio e nelle loro proposte ma le critiche alla cosiddetta classe dirigente di destra o sinistra sono reali, l’esistenza di sacche di privilegi, il superamento ideologico di destra e sinistra per moltissimi aspetti è vero, il potere delle banche e la loro mancanza di trasparenza è giusta, che l’Europa di oggi è una casta burocratica non democratica è sacrosanto, che un certo tipo finanza sia la morte della produttività, e che il capitalismo famigliare italiano per la maggior parte è figlia di una cultura assistenziale è reale, e allora che dire? Forse son diventato anch’io grillino?

Ma no, giuste analisi ma pessime proposte che non hanno il respiro per modificare il Paese, ma giustamente trovano un consenso diffuso perché questa classe politica è incapace di essere realmente classe dirigente. Essendo un dizionario l’autore non dà risposte perché giustamente non gli compete, ma mette in evidenza le idiosincrasie del sistema Italia mediante un’angolatura del tutto particolare che è il fenomeno politico e sociale del grillismo. Come sempre capita nel nostro Paese il movimento pentastellare è stato subito definito dai perbenisti come fascista, un bollo Doc che in Italia serve per demonizzare da un lato e tutelare dall’altro in modo elitario le masse, da una possibile contaminazione virale il popolo bue, ma in realtà è un modo autolesionista di una classe dirigente che ha paura di comprendere e guardare cosa bolle dentro la pentola.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:46