No Tav vogliono

Ha fatto notizia, tanto da finire sui tg nazionali, l’acquisto di una pagina a pagamento sul secolare settimanale diocesano “La Valsusa” dove 2347 NOTAV (ormai il termine è una specie di qualifica professionale) mettono i loro nomi sotto questo proclama: “Come cittadini di Susa e della valle, riteniamo del tutto sbagliato e pericoloso rispondere al dissenso contro il TAV facendo intervenire la forza pubblica. il problema del TAV va affrontato con l'analisi obiettiva dei dati tecnici e con il confronto tra le parti.

 la militarizzazione del territorio, umiliante e vergognosa per tutti l cittadini, non farà altro che trasformare Susa e la valle in un deserto, allontanando ogni possibile forma di riscatto economico e culturale. Pertanto, chiediamo l'immediato allontanamento delle forze dell'ordine speciali che in numero sempre crescente, sono presenti fin dal 2011 sul nostro territorio, senza che esse rappresentino alcun valore aggiunto a favore della sicurezza dei cittadini”. Le firme sono state raccolte nelle scorse settimane con il passaparola e in un gazebo che ogni giorno di mercato a Susa alcuni attivisti locali hanno attrezzato nella principale via commerciale della cittadina.

Ovviamente si omette di ricordare che il motivo della presenza di un robusto Presidio fisso di Forze dell’Ordine al cantiere / fortino di Chiomonte è dovuto al susseguirsi di continui assalti al medesimo che per mesi si è trasformato quasi ad ogni week end in un bersaglio per antagonisti provenienti da tutta Italia ed Europa. La scelta di accettare l’inserzione ha suscitato la reazione piuttosto piccata del Vescovo di Susa, che del giornale - fondato nel 1897 dal Vescovo Rosaz, beatificato da Papa Wojitla - attraverso la società “Stampa diocesana Segusina” è l’editore. E’ notorio che la linea editoriale del giornale -diretto dal Parroco di Susa - non sia poi così lontana dalle tesi del movimento.

Ogni settimana puntualmente e da anni vengono ospitati chilometrici interventi di esponenti NOTAV nelle due pagine dello Spazio “giornale aperto”. Nel numero in edicola uscito ieri ben 4 “lettere” su 5 sono di abituali scrivani NOTAV. Uno dei quali, che pure è assessore in un Comune della Bassa Valle, inizia la sua paginata con questo incipit “C’è una fogna a cielo aperto che scorre in Valle di Susa, fatta di personaggi inquietanti, pericolosi, malvagi e potenti. Tutti inevitabilmente legati al progetto TAV, chi a favore chi apparentemente contrario all’opera.” E finisce suggerendo a Napolitano che “possa esistere una frangia violenta SITAF che sa mettere in piedi strategie per diffamare chi si oppone.”

In questo clima a senso unico Monsignor Badini Confalonieri – che pur non ritenne “prudente” benedire l’avvio del lavori del cantiere per la discenderia di Chiomonte cerca forse per l’ultima volta di far ragionare chi il dialogo pare proprio non accettarlo. “Ho cercato dì comprendere come costoro desiderino una Valle in cui si viva serenamente e senza tensioni. Penso che quasi tutti gli abitanti della valle di Susa abbiano questo desiderio, ma mi sono chiesto perché questi che hanno firmato l'annuncio siano così infastiditi dalla presenza delle Forze dell'Ordine.

” E prosegue : “ Come dice il nome stesso queste persone, al servizio dello Stato, sono preposte a tenere l'ordine nella comunità vigilando che nessuna persona agisca contro la libertà e la democrazia in cui tutti gli Italiani hanno diritto di vivere. Se qualcuno non ha in mente di agire violentemente o prepotentemente contro altre persone non dovrebbe aver timore della presenza in Valle delle "Forze dell'Ordine". E' evidente che in questo momento in cui si sono verificati atti di intimidazione e incendi di cose di privati cittadini è importante che chi è preposto all'ordine pubblico sia particolarmente vigilante e garantisca i diritti democratici, impedendo o contrastando qualsiasi atto criminale.

 La democrazia non deve essere messa in pericolo essendo un bene troppo grande che l'Italia si è procurato con il sangue di tante persone decedute nell'ultima guerra mondiale. Se vogliamo la pace nel nostro territorio tutti devono collaborare a sanare le divisioni e a comprendere le posizioni altrui ascoltando gli altri e rispettando chi la pensa diversamente” E la chiarissima nota del Vescovo non è per niente piaciuta al Movimento che sul web risponde subito in termini oltraggiosi: “Baldini Confalonieri che non ha mai brillato nella vicenda TAV, ha però trovato il tempo di rispondere a questa iniziativa, si è addirittura sentito di rispondere di proprio pugno e La Valsusa gli ha dedicato l’apertura della prima pagina accampando ragioni un po’ povere… Ci spiega cosa sono le forze dell’ordine e ci spiega che in alcuni casi è giusto trasformare Susa in Belfast come disse tempo fa Doriana Tassotti.

” Evidentemente al Movimento non piace che il Vescovo, cioè l’editore si permetta di intervenire sul suo giornale, ma ancor di più non piace che non abbia mai “brillato nella vicenda”, il che tradotto significa che non ha mai dato loro ragione, a differenza di molti parroci. Né viene a loro il dubbio che vedere regolarmente attacchi incendiari alle ditte che lavorano al cantiere, intimidazioni agli amministratori e assalti ad un cantiere possa essere considerato normale dal pastore di questa comunità. Va spiegato che la citata Tassotti, dipendente dello Stato in quanto insegnante in un liceo statale è una delle pasionarie segusine più impegnate nella “battaglia contro la presenza opprimente e violenta dello Stato in Valle”, una di quelle che le firme le ha raccolte e di lei si parla anche come possibile candidata sindaco di Susa nel 2014 per il M5S o una lista NOTAV,. Nome che circola insieme al Presidente della Comunità Montana, il dissidente PD Sandro Plano.

A Susa le elezioni del prossimo anno saranno fondamentali per non avere un’amministrazione ostile alla cantierizzazione principale della galleria di base, prevista per il 2015. Il sindaco uscente, la moderata Gemma Amprino non ha ancora sciolto le riserve sulla sua ricandidatura e – dopo le molte minacce ricevute – ha stigmatizzato il clima che si respira in città e in Valle. “Ci si lamenta – dice preoccupata il sindaco - della presenza delle Forze dell’Ordine, ma non si prende mai una netta distanza dagli ormai innumerevoli gesti singoli e collettivi di violenza che ci sono stati. Dalle minacce agli assalti di pura guerriglia al cantiere, agli attentati incendiari. Non è facile vivere in questo clima, cercare di fare il proprio lavoro e portare avanti anche l’impegno di amministratore. Molte volte ho la sensazione di essere spiata, seguita.

Si finisce per temere per i propri familiari. Non voglio una scorta perché se un amministratore locale deve muoversi blindato vuol dire che la democrazia in quel luogo è finita. Ma spero che l’appello del Vescovo faccia riflettere una volta per tutto chi è in buona fede contrario ad un’opera che è stata decisa in un ambito democratico da due Stati e dalla UE prenda le distanze dai violenti. Ci sono persone che qui in Valle si muovono con l’obiettivo di essere antistato e hanno trovato uno spazio per esercitare il loro disegno criminale. Questo in uno Stato di diritto non è accettabile.” Nel frattempo qualche buona notizia per le ditte colpite dagli attentati arriva sia dalla Regione Piemonte, che attraverso la sua partecipata FinPiemonte metterà a disposizione dei fondi per chi è stato danneggiato, sia da Roma, dove il Governo ha trovate quelle risorse che erano state tolte in Commissione Finanze.

Giuseppe Benente – della Geomont di Bussoleno –in un paio di attentati incendiari tra agosto e ottobre ha subito danni per circa 400.00 euro, ma non vuole passare per martire. “Io non ho mai chiesto niente a nessuno né voglio che questi fondi diventino un ulteriore motivo di aggressione da parte di chi già mi ha colpito. Ho chiuso in concordato fallimentare nel 2011 l’azienda che aveva crediti in contenzioso per oltre 2 milioni di Euro. L’ho riaperta con lo stesso nome – il che con le banche mi costa caro – e gli intestatari sono la mia compagna e mio figlio e io ne sono dipendente. Sto cercando di continuare a far lavorare la ditta attraverso gli accessi agevolati al credito per le imprese. Ma su un normale asse di finanziamento regionale che è aperto dal 2004.” E delle firme raccolte e pubblicate contro la presenza delle Forze dell’Ordine che ne pensa? “Io ho lavorato alla discenderia di Modane – in Francia dall’altra parte della montagna - oltre che a quella di Chiomonte.

Non ho mai visto nemmeno un gendarme in cantiere. Se il cantiere non fosse stata assalito sin dal primo giorno non ci sarebbe questo dispiegamento. I primi a lamentarsi di questo dispositivo sono proprio le maestranze, compresi i miei operai. Ed egoisticamente penso che non potendo più aggredire quel sito, i violenti si siano sfogati con le imprese che certo non possono trasformare i loro depositi e capannoni in forti militari. E’ assurdo che i NOTAV si lamentino di quanto hanno generato, ed ovvio che oggi diminuire la sorveglianza sia impossibile. ”

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:51