
Dopo averci imbottito per vent’anni il cervello con notizie su avvisi di garanzia, processi, intercettazioni, assoluzioni, prescrizioni, perizie, testimonianze e veline varie dalle procure, davvero hanno ottenuto il risultato prefisso? È triste ammetterlo, ma sembra proprio di sì. No, non l’arresto di Berlusconi, quanto piuttosto farci credere che si riduca tutto solo al suo arresto, che sia una questione personale, che non ci sia niente di politico in tutto ciò.
Tutti esperti giuristi, fini conoscitori di leggi e giurisprudenza, li senti discettare al bar di prove raccolte, di società off-shore, di sentenze definitive, di irretroattività della pena e via dottrinando, come se fosse il loro pane quotidiano. Pazzi! Accecati chi dall’odio, chi dalla disinformazione, possibile che non si rendano conto che li hanno indotti a guardare solo il dito per non vedere il loro vero obiettivo? La luna nera del dispotismo della magistratura ha eclissato il sole della democrazia e non se ne accorgono. Si sono fatti rubare il voto, il diritto di scegliere parlamento e governo (ormai hanno perso la maiuscola) senza colpo ferire.
Un disegno a dir poco diabolico, portato avanti scientificamente da vent’anni, iniziato e finito nello stesso modo: un popolo che discute di processi e di carte bollate, anziché accorgersi che la magistratura gli ha sottratto la sovranità e si è portata via sia il potere esecutivo che quello legislativo.
Abbiamo lasciato in mano ai magistrati il potere di fare e disfare le leggi, di decidere la politica anche industriale di questo Paese, così che un giudice qualsiasi possa permettersi di chiudere l’ILVA, mandare in fallimento aziende impossibilitate a far valere i propri crediti o licenziare dipendenti ladri, stabilire a chi dare cure mediche e a chi no, aprire le nostre frontiere all’immigrazione selvaggia, e avanti così. Stanchi, esasperati dalla crisi economica, accecati dal mito dell’instabilità, più della poltrona che dello spread peraltro, a tanti sembra addirittura normale, di buon senso, che persino chi è stato eletto grazie a voti di Berlusconi, senza alcun merito proprio, si possa arrogare il diritto di usare il mio voto per consegnare la democrazia in mano alla magistratura. Ebbene, è l’ultima cosa che avrei mai voluto ed il motivo principale per cui l’ho votato in questi anni.
Alla Corte di Strasburgo ci dovrebbero andare gli elettori, tutti insieme, per agire nei confronti dello Stato italiano per avere permesso che tutti i magistrati coinvolti, sia come singoli che come potere giudiziario privo di alcun controllo costituzionale, perpetrassero una persecuzione giudiziaria a fini chiaramente politici. Si dovrebbe agire contro lo Stato per omissione di tutela dei diritti dei suoi cittadini per aver lasciato che i propri magistrati, con la complicità dei media, violassero impunemente i diritti riconosciuti dalla Convenzione dei Diritti dell’Uomo, in primo luogo quello fondamentale di voto.
È da pazzi non vedere cosa abbiamo accettato, non comprendere che non si tratta affatto di una vicenda personale, ma della nostra democrazia. Abbiamo un bisogno disperato di una riforma della giustizia perché non siamo uno stato di diritto, siamo burattini in balia degli umori e dell’ignoranza del magistrato di turno. Nessuno ci è riuscito da decenni a farla ed un motivo ci sarà.
Nemmeno noi l’abbiamo ottenuta con il referendum sulla responsabilità del 1987, azzerato dalla legge Vassalli, ed in cambio abbiamo ottenuto Tangentopoli (chiamarla Mani Pulite è un’offesa perché quelle dei giustizieri erano sporche di sangue). Da allora l’unico che ci ha provato in ogni modo è stato Berlusconi ed è evidente quanto gli sia costato.
È da pazzi, però, pensare che la riforma interessasse solo lui. Lo hanno fatto credere con la storiella del conflitto di interessi, con il martellamento continuo delle leggi ad personam, puntando tutto su processi continui basati sul nulla. Ed in tanti, troppi, ci sono cascati in questa banale tecnica di disinformazione di massa Ebbene, ribaltiamo la prospettiva. Se anche fosse così? Si può anche concedere il beneficio del dubbio a tutti coloro che in malafede hanno creduto che lo facesse per salvare solo se stesso.
Non è credibile, ma se anche fosse? Il suo interesse coincideva con il nostro: riformare la giustizia, renderci un Paese civile, garantista, con magistrati autonomi, ma che lasciassero altrettanto autonomi parlamento e governo, che fossero soggetti solo alla legge, che rispondessero dei propri errori, che non si intromettessero nel potere legislativo ed esecutivo, che facessero solo il loro mestiere di magistrati e che lo facessero finalmente come si deve.
Tutti questi utili idioti, di ogni schieramento politico, non vedono neppure che era nel loro stesso interesse impedire che la magistratura occupasse ogni potere, persino il loro, che hanno così perso senza neppure lottare. Non sanno ancora che saranno solo i prossimi, che la stessa sorte toccherà a loro se oseranno provare a riprenderselo. Da pazzi abbandonare Berlusconi da solo a combattere questa battaglia per la democrazia.
Da pazzi che oggi ci arrendiamo così e lo lasciamo al suo destino segnato, perché stiamo abbandonando anche la nostra democrazia. L’abbiamo lasciata in mano ai giudici, abbiamo fatto solo il loro gioco disquisendo di processi anziché accorgersi che la guerra non era contro di lui, ma contro la nostra stessa sovranità. Non so se un giorno mai gli storici valuteranno questa lunga eclissi come la notte buia della democrazia italiana, perché la storia la scrivono i vincitori, da sempre, ma è qualcosa di indegno, di inaccettabile, che fa male, tanto male.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:48