Roma nel “sacco”<br >per il 19 ottobre

Cosa accadrebbe se un milione di persone, tutti disoccupati, invadessero Roma? E cosa capiterebbe se venissero spalleggiati da 20 centri sociali di tutto lo Stivale? “È arrivato il momento di svegliarci, ribellarci, indignarci”, è l’ultimo video-messaggio di Silvio Berlusconi rivolto al popolo del centrodestra, ma casualmente è l’incipit del “video virale” che invita le frange dell’estrema sinistra alla manifestazione del 19 ottobre a Roma: promossa da No-Tav, centri sociali e movimenti per la casa. Premessa doverosa: i “No-Tav” vengono raggiunti da una missiva redatta dagli irriducibili delle Brigate Rosse. Il messaggio è inequivocabile, invita ad elevare il livello della lotta, ormai matura per quella “lotta armata di piazza” che più fonti avvalorerebbero come “prossima ad aggredire i palazzi romani”. I “No-Tav” si considerano solo in parte lusingati, molti di loro hanno deciso di non accettare la sfida, quel guanto lanciato perché possa rinnovarsi anche il braccio armato delle Br, ormai da anni relegate a nuovi piccoli messaggi e mielose ricostruzioni storiche.

Il livello esoterico dell’eversione brigatista è ancora vivo, ma anagraficamente datato, serve linfa giovane per il braccio armato. Così dalle carceri parte l’invito. E questo avviene in un periodo davvero infausto per la Repubblica, infatti siamo alla vigilia di una rivoluzione epocale, che sconvolgerà per sempre il rapporto di lavoro della maggior parte degli italiani. L’Europa chiede rigore e licenziamenti, e perché Stato italiano e ricchi privati possano rispettare gli impegni economici internazionali verso Stati, banche e grandi investitori esteri. Così mentre s’allunga lo spettro del fallimento dell’azienda Italia, disoccupati, No-Tav, No-Muos e varie frange della disobbedienza sociale tentano di sferrare l’attacco ferale a Roma, al suo potere datato e consolidato solo dall’uomo del Colle. La calata su Roma dell’esercito degli esclusi è prevista per il prossimo 19 ottobre e potrebbe rappresentare per Napolitano e Letta una sorta di riedizione dell’entrata dei Goti.

Il loro varcare delle porte aureliane significò il sorgere del Medioevo. Napolitano invita Letta a non demordere, a blindare la città. Così dal 18 mattina inizieranno i controlli di polizia, carabinieri e finanza su chi viaggia alla volta di Roma. Si parla anche di rispolverare gli obblighi di dimora anche per i non condannati, ovvero per tutti i sospettati di legami con l’extraparlamentarismo: un po' come avveniva negli anni Cinquanta quando prima dei comizi della Dc veniva ridotta la libertà di anarchici e neofascisti. Qualcuno parla anche di blocco del traffico nelle stazioni Termini e Tiburtina, permettendo così di veicolare tutto il traffico passeggeri su Ostiense e Tuscolana, dove gli agenti antisommossa darebbero il benvenuto all’ignaro viandante. Situazione esplosiva, che il pugno di ferro può rendere irrecuperabile.

Già televisioni e giornali operano un’inutile criminalizzazione di disoccupati e indigenti, permettendo che consulenti del governo, sociologi e psicologi possano parlare di “accettazione del malessere” e “accettazione dei percorsi d’esclusione”. Piccolo particolare non secondario: tutti quelli che si agitano contro i disoccupati sono propaggini della sinistra di governo, di Enrico Letta e compagni. È il caso che destra e berlusconiani di ferro li facciano scannare tra loro. La responsabilità dell’eventuale violenza di piazza è tutta nelle mani di chi ci vuole proni verso i dettami europei, ligi all’Euro e insensibili ai problemi di aziende e famiglie.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:18