
Mio padre mi diceva da piccolo che nella vita può capitare che qualcuno desiderando fare una carezza per un errato movimento della mano può dare l’impressione di aver dato uno schiaffo, e viceversa chi volendo dare uno schiaffo per lo stesso motivo può dare l’impressione di aver fatto una carezza e mi ammoniva di considerare una carezza la prima e uno schiaffo il secondo. Sarà la storia a dire cosa ha veramente rappresentato Berlusconi per gli italiani, ma di sicuro in questi vent’anni ha distribuito benessere, gratificazioni e potere a persone che nella stragrande maggioranza non li avrebbero meritati.
Tutti a osannarlo, mai un dissenso e solo per la consapevolezza della loro pochezza. Oggi un Cavaliere profondamente minato dalle vicende giudiziarie, nella cui valutazione non voglio entrare, si trova a dover capire chi tra i suoi fedeli gli sia vicino e chi lo stia tradendo. Verdini e Santanchè da una parte, Alfano e Cicchitto dall’altra. Ad una analisi superficiale sembrerebbe che i traditori siano coloro i quali sosterranno il Governo Letta, ma per orientarsi meglio sarebbe opportuno entrare nel merito e chiedersi quale è il beneficio personale di Berlusconi nel caso di continuità o di caduta del Governo.
Se il Governo cade Berlusconi perderebbe di immagine per dare la sensazione di privilegiare una difesa personale alla difesa dell’economia degli italiani, e per gli stessi motivi e per gli stessi motivi perderebbe in forza elettorale e nel potere contrattuale nei confronti del Pd e di Napolitano, nei cui confronti può far valere il suo indispensabile sostegno per la sopravvivenza del Governo. Con la scelta di far cadere il Governo farebbe un favore alla Magistratura a lui avversa e allo stesso Pd, che per dare stabilità al Governo avrebbe potuto semplicemente sottoporre il quesito alla Consulta sulla costituzionalità della norma Severino.
Nel caso di caduta del Governo e di elezioni anticipate come si augurano i “falchi”, Berlusconi non sarebbe candidato a causa delle pene accessorie che lo renderanno non candidabile da uno a tre anni, sotto questo aspetto avrebbe interesse a ritardare al massimo le elezioni. Sallustri, direttore de “Il Giornale” e vicino a Santanchè, accusa Alfano e Cicchitto di tradimento e di voler conservare le poltrone ma, a meno di ritenere che tutti i parlamentari che voteranno la fiducia non siano del tutto dementi, non possono non capire che le poltrone nel futuro le conserverebbero molto più facilmente restando con Berlusconi.
Non solo, ma l’accusa di abbandonare Berlusconi nelle mani dei magistrati non ha alcun senso poiché la loro azione non dipende dalle sorti del Governo. Se così stanno le cose e tutti affermano di essere vicini a Berlusconi, qual è il vero motivo di questa spaccatura del Pdl? È evidente che si tratta di uno scontro di potere all’interno del centrodestra. Verdini e Santanchè hanno perfettamente capito che il ciclo di Berlusconi volge al termine e hanno sferrato l’attacco ai vertici del Pdl contro chi considerano competitors, per nulla ponendosi il problema dei reali interessi dell’uomo Berlusconi; mentre Alfano, Lupi e altri, tra l’altro con argomenti politicamente più validi, non vogliono riconoscere la leadership dei falchi.
Caro Cavaliere, nella vita si concludono fisiologicamente anche i grandi cicli, ma essere ritenuto incapace di intendere e di volere da alcuni dei suoi e solo perché minato psicologicamente e permettere che ci si approfitti di questo momento di debolezza non è da lei. Oggi, caro presidente, si trova nelle condizioni prospettate dal mio saggio papà nel dover capire chi realmente le sta dando uno schiaffo e chi una carezza. Noi Meridionalisti non siamo mai stati vicini al Pdl, così come non lo siamo mai stati al Pd, perché traditi da entrambi, ma oggi lei rappresenta un caso umano e sotto questo aspetto le siamo veramente vicini.
(*) Presidente di “Noi Meridionali”
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:50