Il peccato originale del Pd e non soltanto

Una volta si diceva: occhio alle curve. Non soltanto le prime ma le altre,quelle dopo. Perché quelle che vengono dopo sono le più pericolose se non sono pre-viste. E' una regola per la strada, certo,ma vale anche per la Politica. Per la Politica, quella vera. E qual è quella vera? La Politica che prevede ciò che può accadere dopo una sua scelta,ovvero dopo la prima curva.

Sapere o immaginare quali siano le conseguenze di una scelta"politica" è la regola d'oro, anzi, ciò che fa la differenza fra la Politica e l'Antipolitica. Al punto in cui siamo arrivati della strada tutta curve di questa nostrana Polis,c'è dunque una domanda che dovrebbero porsi quelli del Pd (e non solo loro,su su fino ai Supremi Colli) ed è questa: non sapevano, fin da principio, fin dal governo di larghe intese o di pacificazione quale sarebbero state le conseguenze di una condanna in terzo grado per il Leader del partito contraente quel patto, e azionista maggiore del governo?

Mettiamo che non lo sapessero allora,nei lontani mesi primaverili; ma dopo,dopo la condanna di Cassazione, dopo la traumatica svolta (eccoci alla curva fatale) d'agosto, non c'era davvero nulla, da pensare e da prevedere, da parte della gauche, circa un fatto che avrebbe di lì a poco deprivato il partito alleato del suo Capo, anzi, della sua stessa ragione d'essere? C'era una possibilità"politica" per evitare, dopo quella curva, un'altra ancora più stretta che avrebbe portato nel burrone gli incauti?

E per burrone intendiamo la crisi del governo Letta. Potevano cioè immaginare i cervelloni del Pd che l'imminente richiesta di servizi sociali per Berlusconi(ad andar bene...) voluta dalla Cassazione e da sottoporre al Senato, avrebbe innescato una bomba non solo sotto il Pdl ma sotto il Governo? E prima dell'avvio della Giunta per le Elezioni non potevano pensare che la loro decisione, propedeutica alla seduta in Aula, avrebbe acceso la miccia sotto quella bomba?

Certo che potevano pensare e immaginare benissimo questo scenario. E che costava loro una decisione di buon senso,una decisione in tutto e per tutto "politica".soprattutto alla luce di tanti illustri pareri in quella direzione,affidare il busillis alla Suprema Corte circa la Legga Severino e la sua retroattività o meno? Quale cattivo genio li ha scatenati fin da subito a volere la decadenza del Cavaliere divenuta una sorta di Sacro Graal alla rovescia, una coppa di sangue fumante da bere brindando ai venti anni di guerra santa contro il Caimano?

La risposta è semplice:è stata l'Antipolitica, una variante di quella per la quale era disceso in campo il Cav nel 1994 , contro la quale la sinistra lungi dal porsi come alternativa credibile, sì lasciata trascinare proprio su quel campo antipolitico, rimanendo quasi sempre sconfitta dalla "bravura" di colui che ne deteneva,e ne detiene, il brevetto.

Ecco, l'antipolitica è il Genio del Male che ha pervaso il Pd anche e soprattutto in questa ultima fase,agli sgoccioli di una stagione in cui i protagonisti,di entrambi i campi di Agramante, avrebbero dovuto cospargersi il capo di cenere in un convento, chini a riflettere sui danni da loro stessi provocati (raddoppio del debito pubblico, economia disastrata, politica sepolta ecc) e sui venti anni buttati via, per il Paese,innanzitutto. Invece, eccoli tornati al punto di partenza, al marzo-aprile del 2013 se non alla primavera del 1994.

 Complimenti! Perché solo l'Antipolitica poteva rendere il Pd così cieco e sordo rispetto alle conseguenze di una Senato che caccia via per indegnità morale il Leader del maggiore partito alleato del governo senza valutare, in tempo, le ovvie conseguenze per quel governo. E, diciamocelo,quelle dimissioni in massa dei parlamentari del Pdl,non sono forse la risposta simmetrica in nome della stessa Antipolitica? E adesso? Adesso,ciccia.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:51