Il nodo della mancata riforma della giustizia

Tento di capirci qualcosa, ma di certo non sono all'altezza della situazione. Però, scusate la volgarità, questa storia delle dimissioni di massa mi sembra una stronzata. Soprattutto se, alla vigilia del semestre italiano di presidenza, l'Europa stentasse a capire come mai il governo di un Paese va in crisi (e un terzo degli eletti decide di dimettersi dalle Istituzioni ove rappresentano l'intero popolo italiano): l'Italia riuscirebbe ancora una volta a farsi ridere dietro. Ma se vogliamo far finta che quello dell'Europa costituisca un giudizio per noi senza importanza, allora proviamo ad immaginare i possibili scenari nazionali alla luce della discutibile scelta dei ministri del Pdl.

 Possibile, dopo il rilancio da parte dell’attuale premier, che nasca un Letta-bis supportato da una maggioranza 'composita' ma che veda Pdl-Forza Italia all'opposizione. Il risultato ottenuto per quest'ultimo schieramento sarebbe assai discutibile. Non è però ancora da escludere che si vada subito alle urne con l'attuale legge elettorale: secondo tutti i sondaggi le attuali percentuali non cambierebbero di molto. Risultato ottenuto: tempo perso. Oppure potrebbe anche succedere che l'attuale compagine governativa riesca ad andare ancora avanti ma oramai il logoramento dei rapporti tra le forze che sostengono l'Esecutivo è talmente evidente da rendere anche questa ipotesi piuttosto fragile.

E poi cos'altro può esserci? Per chi scrive, di certo, c'è soltanto un futuro nero per il Cav., che potrebbe altresì peggiorare in base alle sentenze che ancora devono essere emesse: sarebbe poi difficile (se dette sentenze, come oramai sembra essere scontato, dovessero essere sfavorevoli al leader del centrodestra) chiedere altre 'diverse grazie' o chiedere al Pd di sostenere sempre e comunque Berlusconi. Alla fine, il nodo centrale, è invece, purtroppo, sempre lo stesso e cioè la sostanziale incapacità del ceto politico moderato di riformare alcunché: niente di niente, il vuoto.

 Agli eletti di questi ultimi lustri possono tranquillamente essere attribuite le responsabilità per manifesta incapacità; al Cavaliere, invece, quelle di non essere stato in grado di creare una classe politica capace di gestire, decidere, legiferare. Se quasi venti anni non sono stati sufficienti a riformare (almeno) qualcosa, significa che chi era stato eletto per rappresentare quel riformismo e per compiere quella (indispensabile) missione riformatrice non è stato in grado di farlo. E tra le mancate riforme c'è quella della Giustizia, la quale (la giustizia), tramite i propri "bracci armati", sta ora consumando le proprie vendette. Il Partito dei Magistrati si sta togliendo diverse soddisfazioni, il Partito dei Moderati non smette invece di inanellare meschine figure.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:09