
"Dobbiamo vedere se possiamo creare una nuova formazione dove sia possibile essere diversamente berlusconiani. D'altra parte in Francia di partiti gollisti ce ne furono tre, qui da noi potremmo averne due". Lo afferma, in un'intervista a 'Il Messaggero', Gaetano Quagliariello, secondo il quale "le dimissioni dei parlamentari saranno anche stato un atto simbolico, ma le giudico un atto di una inusitata gravità". Secondo Quagliariello, è giunto il momento ''di tenere insieme i moderati che devono essere guidati da moderati. Non esiste che siano diretti da un gruppo di estremisti.
Berlusconi mi sembra abbia aperto alla possibilità di andare avanti votando la legge di stabilità''. E se Alfano non riunisce gli organismi dirigenti del partito è perché ''nella riunione dove hanno deciso le dimissioni dei ministri Alfano non c'era. La decisione di lasciare il governo - sottolinea - si sarebbe dovuta prendere insieme, magari nell'ufficio di presidenza del partito''. Forza Italia, ricorda il ministro dimissionario delle Riforme, "è stato il partito della maggioranza silenziosa del Paese e questo lo si deve a Silvio Berlusconi. Invece nell'ultima settimana è sembrata una riedizione di Lotta Continua. Questo è inaccettabile e se Forza Italia sarà questo io non posso riconoscermi''.
Quanto alla tenuta del governo, ''aspettiamo di sentire cosa dirà Letta in aula. Dipende molto da cosa mettera' nel programma. Poi decideremo'', spiega. In ogni caso, all'Italia ''non serve un governicchio che fa solo la legge elettorale o la legge di stabilità'', serve un esecutivo ''che abbia l'ambizione di fare le riforme''. "Berlusconi troverà la sintesi. Abbiamo sempre discusso fra noi e con il presidente e ci siamo confrontati anche duramente, penso ad esempio al periodo delle primarie.
Poi però, siamo sempre riusciti a trovare la sintesi". Lo dice in una intervista al 'Corriere della Sera' il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi che è intervenuto anche su fcbk e twitter sostenendo “Leali ma non fedeli”. Lupi ha poi sostenuto di avere ancora due giorni “per usare la forza delle nostre proposte e continuare a far lavorare questo governo con un rinnovato programma". "Siamo stati nominati dal nostro leader in un momento eccezionale.
Se lui ci chiede di dimetterci, serietà ci impone di farlo", ma, sottolinea, "così non si fa il bene del Paese. Proprio perché siamo leali e non fedeli al presidente Berlusconi, dobbiamo denunciare con forza i rischi che stiamo correndo". Secondo Lupi, "c'è il rischio che Forza Italia diventi un partito estremista, che mette in secondo piano il bene del Paese. Anche Alfano ha spiegato che si può essere diversamente berlusconiani". "Il problema sono i cattivi consiglieri che stanno intorno al presidente che sono estremisti e non rappresentano l'identità di Forza Italia. Berlusconi ha sempre fatto la sintesi ed e' il nostro punto di unita'", conclude Lupi.
Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:17