Le vere emergenze del sistema Italia

In un suo pregevole e lucido articolo Gian Arturo Ferrari, apparso domenica scorsa sulla prima pagina del Corriere della Sera, si è posto un interrogativo sensato, per comprendere i motivi che spiegano il ricorso da parte dei politici, soprattutto nei Talk Show, ad un linguaggio intriso di espressioni volgari e greve nei toni e nei contenuti. In effetti dietro questa violenza verbale, che rende inguardabili i programmi televisivi di approfondimento giornalistico in televisione, spesso vi è l’inerzia e la impotenza di una intera classe dirigente, che, secondo il giudizio di questo autorevole scrittore, è in preda alla frustrazione.

La discussione ed il confronto nella vita pubblica sono stati dominati, per l’intero corso della estate, dai riflessi che la sentenza di condanna nel processo Mediaset, pronunciata dalla Cassazione nei riguardi del presidente Berlusconi, avrebbe ineluttabilmente avuto sulla durata e la sorte del governo delle larghe intese, presieduto da Enrico Letta. Non vi è dubbio che occorre evitare e scongiurare la caduta e la dissoluzione del governo Letta, sia perché pare che si stia per concludere il periodo terribile della recessione, sia perché il ricorso al voto anticipato esporrebbe il nostro Paese a rischi enormi.

Inoltre, uno scenario del genere, con un Paese che si verrebbe a trovare senza un governo in questo momento storico, alimenterebbe il sentimento di disaffezione dei cittadini verso la politica e le istituzioni. L’aspetto che sconcerta la pubblica opinione è dato dalla constatazione che spesso i temi fondamentali raramente sono posti al centro del confronto democratico. Eppure in questo momento sono tante e assai complicate le questioni di rilievo, di cui la classe dirigente del nostro Paese con senso di responsabilità dovrebbe occuparsi. In primo luogo è assai grave e non può non destare grande preoccupazione che l’Ilva di Taranto, a seguito dei provvedimenti assunti dalla magistratura nei riguardi della famiglia Riva, proprietari della azienda, si trovi nella condizione di dovere sospendere la produzione industriale.

Infatti nello stabilimento della Lombardia ed in altri stabilimenti gli operai rischaino il licenziamento. Parte degli utili, realizzati dalla famiglia Riva, così come ingenti quote del loro patrimonio personale, sono sati sottoposti a sequestro, poiché le acciaierie hanno arrecato danni notevole all’ambiente, senza che fossero promosse le obbligatorie azioni di bonifica dei siti, dove le aziende erano situate. Questa vicenda dimostra che il conflitto tra le regole ed i principi del Diritto Penale e il ruolo della impresa privata rischia di dare vita ad una situazione in cui il nostro Paese verrebbe privato della industria siderurgica, a vantaggio di altri Paesi.

La classe dirigente italiana, in nome di una visione moderna rivolta a conciliare la logica irrinunciabile dello sviluppo economico con la tutela e la bonifica del territorio, inquinato dalle attività produttive, avrebbe dovuto ricercare una soluzione politica, in grado di assicurare il rispetto degli interessi coinvolti in questa intricata vicenda. Questa considerazione appare tanto più giusta, se solo si pensi al pericolo della deindustrializzazione, a cui si trova esposto pericolosamente il nostro Paese. Una questione, che similmente a quella dell’Ilva, mette a nudo la inettitudine della classe politica, è rappresentata dalla mancata approvazione di una legge che cancelli e abolisca in modo definitivo il finanziamento pubblico della politica e dei partiti.

È stata presentata una proposta di legge in parlamento e si spera che possa essere discussa ed approvata. In ogni caso, proprio per il sentimento di indignazione che ha attraversato la pubblica opinione, a causa degli abusi e dei gravi episodi di corruzione cui ha dato luogo il sistema del finanziamento pubblico della politica, è giusto pretendere una modalità diversa, che, in base a rigidi controlli, assicuri alle forze politiche le risorse di cui hanno bisogno per fare politica. Mantenere tutto in uno stato di perenne immutabilità, mentre dal Paese sale la richiesta di cambiamenti e di lotta contro gli intollerabili privilegi dei politici, significa rendere ancora più grave la crisi della rappresentanza democratica nel nostro Paese.

È evidente ed innegabile che, proprio mentre sembra che si intravveda la luce in fondo al tunnel della recessione economica, il governo Letta, oltre a utilizzare con sapienza i fondi Europei accantonati per la creazione di sviluppo e posti di lavoro, non possa evitare di prendere in considerazione il taglio del cuneo fiscale, riducendo la pressione fiscale sul mondo del lavoro. Infatti il livelli della pressione fiscale sul mondo del lavoro sono insostenibili ed intollerabili. Le ragioni, che militano a favore di chi non vuole la crisi del governo delle larghe intese, sono inoltre legate alla esigenza, da tutti riconosciuta come irrinunciabile, di aprire un confronto serio sulle riforme istituzionali.

La riforma della legge elettorale, che si può introdurre con legge ordinaria, è una priorità, visto che sul porcellum, attualmente in vigore, esistono dubbi di costituzionalità e che su di esso deve pronunciarsi la Corte Costituzionale nel mese di dicembre. Inoltre, sperando che il governo Letta possa continuare la sua azione fino al 2015, in cui dovrà presiedere il semestre Europeo, è auspicabile che si trovi il metodo per porre mano alla modifica della seconda parte della costituzione.

L’abolizione delle provincie, il superamento del bicameralismo perfetto, l’introduzione del semipresidenzialismo, la riduzione del numero dei parlamentari, per restituire credibilità al sistema democratico, sono riforme istituzionali di cui si parla da anni, senza che si sia riusciti ad approvarle. Si spera che nelle forze politiche possa prevalere il senso di responsabilità che impone di agire in nome del bene comune, evitando inutili e dannose schermaglie polemiche tra berlusconiani ed antiberlusconiani, come è accaduto in passato con la conseguente paralisi del confronto democratico.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:45