«Oltre Confindustria, la mia economia»

Carla Tomasi, 55 anni romana, sposata, 2 figli, è il nuovo Presidente della Finco - Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni. Restauratrice di beni culturali, opera con l'omonima impresa Carla Tomasi srl, con sede in Roma ed attiva su tutto il territorio nazionale. Diplomata presso l'Istituto Centrale del Restauro con la tesi "Il problema conservativo dell'abside di Santa Maria Antiqua sul Palatino" e un'appendice con uno studio comparativo sul blu egiziano presente nel complesso consultabile presso la biblioteca Hertziana di Roma. Specializzata in Conservazione dei materiali lapidei nel 1982 presso l'Istituto Centrale del Restauro di Roma.Tra gli interventi più significativi condotti su monumenti antichi, edifici tutelati, siti archeologici e opere mobili si possono annoverare: l'Arco di Costantino, la Fontana della Barcaccia, l'Arena di Verona, le facciate della Chiesa di San Geremia a Venezia, di S.Maria del Popolo e di S.Gregorio al Celio a Roma, delle chiese di Santa Giusta e San Silvestro all'Aquila, la Cappella Palatina di Palazzo dei Normanni a Palermo, interventi sui siti archeologici di Pompei, l'antica città di Velia, di Nora in Sardegna, la Domus Aurea a Roma, case romane di Ostia Antica etc....

E' Presidente dell'Associazione Restauratori d'Italia A.R.I. ed in tale veste ha, tra l’altro, redatto la tariffa professionale per gli oneri di progettazione in restauro e beni culturali; ha curato l'aggiornamento dei prezzari sugli interventi di restauro dei beni culturali; più recentemente ha condotto gli interventi di somma urgenza realizzati sui beni culturali colpiti dal sisma del 6 aprile del 2009 in Abruzzo dai volontari dell'Associazione in condizione di emergenza; ha elaborato e concordato in sede di tavolo tecnico con il Comune di Roma l'individuazione delle modalità di gara, della scelta del contraente ed dei requisiti per la partecipazione alle gare sugli interventi di restauro su beni culturali tutelati.

La nuova presidenza Finco punta su rinnovo e restauro del patrimonio edilizio italiano. Progettualità che fa breccia in questo momento di forte crisi economica. Ancora una volta l’edilizia ed i prodotti del suo indotto si dimostrano vie d’uscita dalla stagnazione in cui versa il mercato interno.Dottoressa Tomasi, quale nuovo presidente della Finco ci parla dei principi guida che la caratterizzeranno? La F.IN.CO. nata nel 1994 è una realtà industriale che aggrega attualmente 32 Associazioni Nazionali di Categoria, in rappresentanza di un comparto complessivo di circa 20.000 aziende e di 550.000 addetti, per un fatturato aggregato di 50 miliardi di euro. F.IN.CO. è una Federazione che riunisce le Associazioni di Categoria che rappresentano gran parte del mondo dei materiali da costruzione, dell’impiantistica, delle dotazioni di sicurezza stradale e delle lavorazioni specialistiche di settore e ha come interesse e scopo quello di massimizzare l’efficacia e la visibilità delle singole Associazioni federate.

Libertà di pensiero, qualità delle imprese, rete di interessi positivi e costruttivi che siano coerenti con l’interesse nazionale e collettivo, sono i principi che ispirano FINCO e che risultano vincenti nei tavoli istituzionali anche perché discendono da una attenta progettualità di sistema. Alta specializzazione, alta tecnologia delle strutture e alta qualificazione di tutto l’apparato ovvero ricerca innovazione degli impianti materiali e dei prodotti diversamente rappresentati in Finco il cui filo conduttore tematico è quello della specialità che si contraddistingue con la bassa infiltrazione mafiosa nelle imprese rappresentate, perché essa attecchisce dove c’è facilità di approccio. E inoltre l’eccellenza che noi rappresentiamo ha come altro effetto collaterale la diminuzione degli incidenti sul lavoro, un altro elemento di fondamentale importanza.

Il momento che viviamo è particolarmente difficile, una ripresa economica che stenta a decollare ma che tutti auspichiamo al più presto… quali sono ad oggi le vostre priorità ? Trovare oggi delle priorità è molto difficile… la stabilità il bene comune la questione morale sono temi straordinariamente importanti e aggiungo che le Istituzioni per un sano rilancio del Paese dovrebbero trovare la loro centralità e indirizzarsi verso la realizzazione non in modo utopico di questi principi. Finco allora è anche un presidio per il bene comune diffuso perché rappresenta una realtà poliedrica multiforme. Circa le priorità che ci guidano, tutela, implementazione e rilancio del Made in Italy e quindi delle attività produttive italiane, ampiamente rappresentate dalle imprese specialistiche operanti sul territorio nazionale ed internazionale; attenzione alle dinamiche di impresa, e quindi alle leggi sugli appalti e sulla qualificazione delle imprese; attenzione alle politiche sul lavoro avviando una nuova pagina sui rapporti con i sindacati, guidando con proposte mirate e costruttive le modificazioni che appaiono necessarie soprattutto negli ambiti specialistici da cui derivino specifiche indicazioni in merito alla sicurezza e alla formazione di impresa come ad esempio l’apprendistato; attenzione alla questione morale per avviare una necessaria inversione nelle politiche e nelle dinamiche del paese.

Il vostro contesto associativo è particolarmente variegato. Un aspetto essenziale ed una criticità, ma anche una ricchezza, di Finco è la necessità di valorizzare le differenze mantenendo al contempo la compattezza della sua immagine ed una coerenza delle attività tematiche… Le dimissioni da Confindustria di FINCO sono state caratterizzate da una estrema compattezza degli Associati, tanto più rimarchevole in quanto posti di fronte ad una scelta così difficile, che costituisce di per sé una identità forte dimostrata in una fase di rottura, che sicuramente ha creato e crea difficoltà nelle diverse Associazioni. Il sacrificio “calcolato” ha per contro attratto consensi che da più parti giungono sotto forma di adesione e comunque di accesso ed interessamento alle attività della Federazione. Occorre consolidare il positivo riscontro esterno ottenuto a seguito di tale passo, anche attraverso una rinnovata strutturazione delle filiere ed un rafforzamento del riferimento al territorio. Tra gli aspetti positivi che caratterizzano FINCO e che la rendono differente da altre federazioni vi è la reale possibilità per le Associazioni federate di rappresentare le proprie istanze in un quadro coordinato e armonizzato dal dialogo interno. Dunque necessità di valorizzare le differenze mantenendo al contempo la compattezza della nostra immagine ed una coerenza delle attività tematiche.

Ciò è ora reso più agevole perché le politiche di FINCO potranno essere sviluppate fuori dai precedenti vincoli “strategici” e di perimetro. Il tema degli appalti di lavori è un tema particolarmente dibattuto e con delicati risvolti…. Qual’ è la vostra posizione in merito e che cosa vi sentite di dire ai vostri interlocutori istituzionali? E’ vero, Il tema è particolarmente importante, non solo per le ricadute socio economiche sul versante imprenditoriale ed occupazionale ma anche per le dirette conseguenze sull’interesse della pubblica amministrazione che spesso, oltre a dover ottimizzare la spesa, deve dare soddisfazione ad un bisogno della collettività garantendo, al contempo, la sicurezza dei cittadini o la corretta tutela del bene oggetto di appalto. Perché tutti questi bisogni vengano contemperati è necessario che il sistema abbia regole certe che portino ad una seria qualificazione dell’operatore oltre che ad una progettazione. Per quanto riguarda l’aspetto della qualificazione, che è basilare in ogni attività di impresa, in particolare in quella afferente alle lavorazioni specialistiche e superspecialistiche richieste dai bandi di gara per l’appalto di lavori pubblici, dobbiamo registrare un pesante passo indietro della normativa a causa del recente Parere n.3014/2013 del Consiglio di Stato rilasciato a seguito del ricorso promosso dall’AGI (Associazione Imprese Generali) al Capo dello Stato in merito ad alcuni articoli del Regolamento Attuativo del Codice dei Contratti Pubblici (DPR 207/10).

Questo Parere allorquando verrà recepito, come la norma prevede, in uno specifico DPR, di fatto, porterà ad una sorta di “annullamento” delle lavorazioni specialistiche non solo danneggiando un mercato di 17mila imprese che negli ultimi quindici anni ha investito ed è cresciuto in qualità e specificità ma anche gettando scompiglio tra le migliaia di Stazioni Appaltanti che nell’affidare un lavoro non avranno più la certezza che esso verrà svolto da una impresa effettivamente qualificata. Fondamentale, dunque, l’intervento delle Istituzioni competenti per sanare il vuoto normativo che creerà il recepimento di questo Parere. Per concludere, sul versante appalti pubblici, è di estrema importanza garantire una stabilità normativa che consenta agli operatori di programmare la propria attività nel tempo, rafforzare il sistema di qualificazione delle imprese consentendo solamente a chi ha le reali capacità tecnico-professionali di partecipare alle gare, nonché promuovere un maggiore equilibrio tra tutte le imprese a qualunque titolo partecipino agli appalti, anche e soprattutto attraverso pagamenti diretti e pari dignità nello svolgimento della commessa Lei rappresenta anche il mondo del restauro, in quanto Presidente dell’A.R.I. Associazione Restauratori d’Italia, nata a Firenze nel 1985 per tutelare e qualificare appunto la professione di Restauratore di Beni Culturali. Un passaggio importantissimo per il rilancio del nostro Paese quello delle bellezze artistiche e delle opere di conservazione e restauro…

L’Italia possiede un patrimonio artistico, paesaggistico e culturale immenso, espressione di un territorio complesso e pertanto molto difficile da amministrare ma nonostante ciò la tutela deve essere attiva e capace di integrarsi con le esigenze di sviluppo del territorio, a prescindere dalla proprietà pubblica o privata del bene. In questo modo i beni artistici e culturali potrebbero costituire un importantissimo volano nella ripresa economica grazie alla possibilità di attivare attraverso la loto piena valorizzazione importanti sinergie con altri settore dell’economia e sviluppare un turismo qualificato che ripagherebbe nel tempo gli sforzi profusi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:48