La sentenza apodittica del giudice Esposito

Bisogna ascoltare Luciano Violante. Perché sembra siano in corso o siano prossime delle novità... anche presso il CSM. E la Commissione potrebbe trovarsi in seguito spiazzata e con una brutta figura per come si prospettano le cose. In verità il comportamento del giudice Esposito è da Procura Nazionale Antimafia. Basta ragionare un attimo. La sentenza della Corte di Appello non esegue alcun vero ragionamento sulle prove (che non sono state acquisite, per l'imputato!). Una assurdità da Corte penale di Giustizia Europea. Ma sembra di leggere solamente delle espressioni apodittiche o tautologiche. Quella di Esposito non è una sentenza. Ed è passibile di verifica per falso in giudizio o ideologico connessa, se dimostrato, con la calunnia in associazione a delinquere di stampo mafioso. Sempre possibile anche dopo che la stessa sentenza è passata in giudicato (Codice Proc.ra Penale Artt. 629 e segg.). In questo caso la Procura Generale dovrebbe avanzare essa stessa la richiesta, se sollecitata a farlo, anche perché Esposito non la avrebbe potuta nemmeno firmare dopo l'avvenuta conoscenza delle sue ostilità verso l'imputato e tutti gli altri componenti del collegio, non tenuti e che non potevano firmare, sono corresponsabili della assenza di indipendenza del Presidente dello stesso Collegio.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:12