Responsabilità individuale e politica

La "Comunità de l’Opinione" è stata costituita per consentire a cittadini impegnati nel lavoro di partecipare alla vita pubblica, anche al di fuori dei partiti, mediante proposte e iniziative, particolarmente inerenti ai grandi temi della giustizia, del fisco, del lavoro, dell’amministrazione dello stato e degli enti territoriali. Il disegno è politico, è liberale ed è conforme ai principi della libera manifestazione delle idee e della libera associazione, che prevedono il concorso personale dei cittadini alla determinazione della politica nazionale.

Il principio di sussidiarietà enunciato espressamente nell’articolo 118 della costituzione emendata dal titolo V (“Stato, regioni, città metropolitane, province e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale sulla base del principio di sussidiarietà”) suffraga e garantisce i principi introdotti nell’ordinamento dai padri costituenti in materia di libertà personale e di concorso alla vita pubblica.

L’occupazione progressiva di tutti gli spazi della vita pubblica da parte dei partiti della prima repubblica, a causa delle emergenze dellaguerra freddae delle esigenze di contenimento del partito comunista, che, pur adottando le tecniche di propaganda e di mistificazione della realtà previste dalla "doppia morale", esprimeva il disegno totalitario della dittatura stalinista, ha emarginato, di fatto, l’iniziativa personale, attribuendo un potere determinante alle segreterie dei partiti nelle nomine istituzionali e amministrative di tutti i settori. Il partito, introdotto nella costituzione repubblicana per garantire la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, è diventato l’arbitro unico, totalitario, del sistema politico e sociale. Le risorse della politica sono state progressivamente concentrate nei partiti con modalità lecite e illecite, ad esclusione di chiunque intendesse partecipare.

I due partiti egemoni, democrazia cristiana e partito comunista, si sono sorretti e giustificati reciprocamente. Il crollo del"muro", il nuovo orientamento della politica atlantica, nuove sensibilità individuali ed una acquisita consapevolezza della debolezza intrinseca al sistema da parte della magistratura inquirente, hanno tuttavia provocato inaspettatamente, in brevissimo tempo, la disgregazione del sistema che, tramite le clientele e la cooptazione, si era perpetuato in cinquanta anni di vita repubblicana.

Nei successivi venti anni, malgrado le attese, le enunciazioni, la trepidazione nel momento del "cambio", la centralità esclusiva dei partiti, garantita dal finanziamento lecito e illecito, dalle clientele, dalla sopraffazione istituzionale ogniqualvolta le persone delle istituzioni hanno dovuto rispondere alla logica della fedeltà di appartenenza piuttosto che della lealtà istituzionale, ad esclusione di chiunque fosse estraneo e non volesse o non potesse concorrere con modalità analoghe, ha ripreso il sopravvento, incrementando l’accentramento delle risorse per la sopravvivenza della sovrastruttura antidemocratica che, di fatto, governa la vita pubblica. Le lotte intestine che caratterizzano gli assalti alle segreterie, ma ignorano le effettive esigenze dei cittadini, testimoniano drammaticamente la disgregazione dei valori repubblicani, costituiti dalla realizzazione delle capacità personali mediante la partecipazione alla vita pubblica. La selezione del ceto dirigente, in base a criteri che non di rado confliggono con il puntuale rispetto dell’ordinamento giuridico e sociale, ad esclusione di quanti non intendono adottare le stesse modalità di azione politica, comporta il degrado della vita pubblica e istituzionale.

L’attesa che il sistema esprima capacità di autorigenerazione è destinata al fallimento, come è ampiamente dimostrato da scandali politici, economici, finanziari e sociali che sottraggono risorse miliardarie ai cittadini. La "bestia" richiede vittime sacrificali e non cesserà di pretenderle. Ma la "bestia" è soltanto la deformazione della compagine politica e istituzionale disegnata dai padri costituenti, perché l’ordinamento repubblicano è ottimo e richiede soltanto l’effettiva realizzazione su impulso personale dei cittadini, ai quali è consentita, se non richiesta, l’azione politica “per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.

Il momento dell’analisi, della percezione della mancata o viziata realizzazione dell’ordinamento, è affidato alle capacità personali e richiede formazione individuale e associativa, manifestazione delle idee e pretesa di ascolto sia nei confronti delle istituzioni, che, per incapacità o slealtà, mancano di ottemperare alla propria funzione, sia nei confronti dei mezzi di informazione, il cui concorso alla vita democratica di una società diffusa è ineliminabile. Responsabilità individuale come azione politica, in difetto di iniziativa istituzionale adeguata, è la richiesta dell’ordinamento repubblicano, che prevede gli strumenti e affida l’attivazione sia alla mano pubblica, che alla mano privata.

Una adeguata tutela del risparmio, ingrediente dell’economia e strumento di solidarietà, garantito dagli articoli 3 e 47 della costituzione, è uno degli impegni della "Comunità", affidato alla responsabilità personale dei promotori, dei cittadini che vorranno concorrere e delle istituzioni che vorranno assolvere prontamente e puntualmente alla funzione assegnata dalla legge.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:01