
«Anderson, ora pensi solo a salvarti, ma pensa al sistema, per un momento. Cos’è più importante per te… la tua salvezza personale oppure la sopravvivenza del sistema?» «La mia salvezza -rispose Anderson -se il sistema può sopravvivere soltanto imprigionando innocenti, allora merita di venire distrutto. La mia salvezza è importante perché sono un essere umano».
Il dialogo, tratto daMinority Report(Philip Dick, ‘56) d’impressionante attualità, coglie i presenti dolori di Napolitano, Berlusconi, Letta, Epifani, Pd, Pdl, Grillo, girotondi, magistrati, Europa. E non solo, riguarda anche i processi in corso, fatti, mancati, rivisitati, retrodatati, cancellati, ribaltonati dagli Usa alla Cina, dall’Egitto all’India, dalle organizzazioni internazionali alla Siria ed alla Turchia in quella che è la lotta ciclopica mondiale tra i due titani, la Politica e Giustizia nella quale si incastra anche la vicenda berlusconiana.
Scritto da romanziere fantapop all’epoca dell’invasione ungherese, il "Rapporto diminoranza"risuscitò nel 2002 grazie all’omonimo film di Spielberg; ma è la versione letteraria più che il film, che si adatta meravigliosamente alle vicende berlusconiane in giro per il mondo. Assunto a gloria dopo la morte, ma in vita fallito, drogato, crap artist, freak, con un cognome che ricorda un insulto da gang, Dick è della stessa generazione dei Napolitano e dei fratelli minori dei padri della Repubblica. Con loro, con la Fallaci e con la massa del media estabilishment, partecipò al grande fronte contrario alla guerra Usa in Vietnam. Le sue motivazioni, molto diverse, rapidamente lo separarono dagli occasionali compagni di viaggio, poiché all’ombra di droghe sintetiche ed alcool tradizionale, il suo mondo era tanto tecnologco e pop che religioso. Nella versione gossipdemenziale nostrana, ille quoque. un edonista reaganiano.
Dick e la sua vita tolgono giustificazioni di sorta alla generazione dei fratres minores resistenziali, che hanno passato, e ci hanno fatto passare, la vita con la testa immersa nella sabbia ottocentesca. Tanto più che lo scrittore ha avuto il buon gusto di dipartirsene nell’82, mentre tramontava il terrorismo italiano ed i movimenti di sinistra, inseguiti dalla giustizia di Calogero, si mimetizzavano nella cultura e nello spettacolo, eleggendo a cult il film di quell’anno Blade Runner, tratto dal dickiano “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?”del ‘68.Rapporto diminoranzaillustra il mondo sognato dalla Giustizia, quello dove i reati non si compiono, perché vengono puniti prima di essere attuati, grazie alle previsioni oniricoidiote di tre handicappati, i precog.
Un mondo dove già viviamo, nel quale l’anticipazione del reato si chiama carcerazione preventiva ed i precog coincidono con la vasta pletora di piagnoni rabbiosi in evocazione continua di vittime immaginarie ed immaginifiche, donne, bambini, animali, ambiente, esuli, evasori, elettrificati, radioattivi. Finchè Anderson, inventore della preGiustizia, non viene accusato a sua volta dell’improbabile omicidio di Kaplan, ex capo dell’esercito (Politica), in combutta con l’aspirante neocapopolizia, Witwer . Il caso è autodistruttivo. Se il capo della Giustizia è colpevole, lo è anche il suo sistema. Se non lo è, la Giustizia condanna gli innocenti. La Politica (nella versione dickiana, Esercito e Senato), in realtà, ha trovato il modo di distruggere lo strapotere della Giustizia. La donna del romanzo, non a caso, fan della Giustizia, si rende conto che: «Se (la Politica)….dimostra che il (giudizio) è un errore, la Polizia (Giustizia)verrà discreditata».Esempi della folla fanatica e dei suoi maestri, donna e giovane magistrato, erede del capoGiustizia, gli chiedono di immolarsi.
Egli, come da citazione suddetta, prima si rifiuta. Poi, per uscire dall’angolo, uccide come da previsione, il capoPolitica, solo per difendere il sistema. Insieme però svela a tutti come le tre previsioni, erroneamente divise tradi maggioranzaedi minoranza, siano tutte fallaci e minoritarie, in continuo cambiamento man mano che gli attori dei casi della vita modifichino le proprie azioni grazie alla conoscenza di nuove informazioni. Il vecchio capoGiustizia va in esilio, lasciando saldo il sistema, anche se erroneo, avendo ucciso la Politica, Con la chiara coscienza che il sistema non può essere uguale per tutti, poiché quando riguarda i vertici di Politica e Giustizia, cessa di essere Giustizia per farsi solo Politica. Il giovane ansioso si chiede: «Succederà ancora?Dovremo riprogrammare il sistema?»Implacabile la risposta: «Può avvenire solo in una circostanza, solo al prossimo Capo. Attento, potrebbe accadere in ogni momento»
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:53