
Le parole intrise di pietà cristiana e di umanità pronunciate da Papa Francesco, durante la messa celebrata nel campo sportivo dell’isola di Lampedusa, luogo d’approdo per gli immigrati in fuga dalla miseria e dalla sofferenza, sono echeggiate nel mondo come un monito morale e spirituale ai responsabili della finanza mondiale. Proprio il mare mediterraneo, che divide il sud dell’Europa dalle coste africane, è divenuto un luogo di morte, per tanti immigrati che hanno dovuto lasciare le proprie famiglie ed i propri Paesi, mossi dal sogno di avere una vita libera e dignitosa in Europa. Proprio in ricordo di chi è stato inghiottito dal mare in tempesta, nel tentativo di attraversarlo su imbarcazioni provvisorie ed inadeguate ad affrontare il suo imprevedibile e spietato stato, Papa Francesco, appena giunto sull’isola di Lampedusa, ha gettato una corona di fiori nel mare. Questo gesto solenne, commovente e colmo di pietà cristiana, è destinato a restare inscritto per sempre nella memoria di quanti lo hanno potuto vedere ed osservare nelle immagini trasmesse dai media di tutto il mondo.
Il Papa, che ha voluto celebrare la messa su di un altare ricavato da una imbarcazione di legno, simile alle tante che si trovano disseminate sulle rive dell’’isola di Lampedusa utilizzate dagli immigrati, nella sua omelia ha pronunciato parole degne della massima attenzione. In primo luogo, ha invocato il perdono del signore per le tante persone che hanno perduto la loro vita nel mare mediterraneo, nel tentativo di lasciarsi alle spalle la miseria, la povertà e la sofferenza umana, provocate dalle guerre e dalle ingiustizie esistenti nel nostro mondo globalizzato. Infatti, come hanno ricordato gli studiosi, nel corso degli ultimi anni, a partire dalla fine degli anni ottanta, sulle rive dell’isola di Lampedusa sono sbarcate 20.000 persone, mentre 19.000 sarebbero, sempre secondo le fonti ufficiali, le vittime naufragate nelle onde procellose del mare mediterraneo.
Per Papa Francesco, che per il suo primo viaggio da pontefice ha scelto di visitare l’isola di Lampedusa, divenuta simbolicamente il confine che separa l’Europa del benessere dal’Africa della miseria e della povertà, è colpevole e inammissibile l’indifferenza con cui il mondo ha assistito a questi drammi e a queste tragedie avvenute e consumatesi nel nostro tempo. Per descrivere e deplorare la mancanza di pietà e compassione umana, verso le vittime e chi ha perduto la propria vita, perché costretto da condizioni di vita dolorose a fuggire dal proprio Paese, Papa Francesco ha inventato e coniato la efficace espressione della globalizzazione della indifferenza. Come è stato osservato dagli studiosi, l’estrema frontiera meridionale dell’Europa, a cui appartiene l’isola di Lampedusa, ha sempre, lungo i secoli e nel corso della storia, separato i Paesi di cultura cristiana da quelli musulmani ed islamici. Tuttavia, poiché gli immigrati che approdano a Lampedusa sono diretti nei diversi Paesi della Unione Europea, questa dovrebbe riconoscere che il problema riguarda la intera comunità occidentale e seguire politiche di integrazione in favore degli stranieri.
Questa esigenza, riconoscere in sede comunitaria la frontiera politica del sud Europa a contatto con le popolazioni islamiche, appare tanto più fondata in questo momento storico, poiché il mediterraneo è attraversato da fermenti politici che lo rendono instabile e particolarmente tumultuoso. Le primavere arabe, la guerra civile infinita in Siria, la stessa evoluzione che la crisi politica sta avendo in Egitto, rappresentano fatti epocali di fronte ai quali L’Europa non può continuare a esitare, rifugiandosi in dichiarazione formali, che esprimono buone intenzioni e sono incapaci di produrre risultati politici significativi. Le Parole del Papa, che in segno di lutto ha indossato paramenti sacri dal colore viola, danno la misura di quante sofferenze umane sono responsabili coloro che hanno, a causa di spericolate ed avventate operazioni finanziarie, causato la crisi economica. Lo scandalo morale e politico rappresentato dalla evidente contraddizione tra i paesi ricchi e quelli votati ad un destino di miseria e povertà pone un problema alla comunità internazionale che non può essere ignorato o taciuto.
Le società del futuro in occidente saranno sempre più influenzate e segnate culturalmente dal fenomeno della immigrazione. A questo proposito è giusto ricordare la differenza tra il modello multiculturale, che tiene distinte le diverse culture, e quello multirazziale che invece, pur nel rispetto della diversità culturale e religiosa, mira a rendere possibile la integrazione e la assimilazione degli immigrati nelle società occidentali. Come Papa Francesco ha suggerito con le sue alte parole, ispirategli dall’afflato spirituale da cui è pervasa la sua grande anima, è fondamentale che in occidente si affermi un modello di convivenza che, ponendo al bando qualsiasi forma di intolleranza e xenofobia, sia capace di integrare gli immigrati nel tessuto civile e produttivo delle grandi democrazie occidentali ed Europee. A questo proposito si spera che in Italia sia finalmente riconosciuto lo IUS Soli ai figli degli immigrati, sicchè possano acquisire la cittadinanza nel nostro Paese al momento della nascita, e non dopo avere compiuto la maggiore età. Ma queste alte e solenni parole del Santo Padre e i suoi moniti morali, come si pongono rispetto ai contenuti della sua ultima enciclica intitolata Lumen Fidei? Questa enciclica era stata predisposta e concepita dal suo predecessore Benedetto XVI. Papa Francesco ha integrato il testo, aggiungendovi brani notevoli sul piano teologico.
Nella enciclica si riflette sul rapporto tra Fede e Verità, Fede e Ragione. Analizzando e descrivendo nella enciclica Lumen Fidei il Dio di Abramo del vecchio testamento, la figura di Mosè come mediatore tra il popolo di Israele e Dio, il vangelo di Giovanni, Il Pensiero di Paolo e Agostino, oltre alla filosofia moderna da Tommaso D’Aquino a Rousseau, a Nietzsche a Buber e Wittgestein, Papa Francesco giunge alla conclusione che la Verità e l’Amore cristiano verso il prossimo rappresentano il contenuto ed il senso della fede Cristiana. Il Verbo, come racconta il Vangelo di Giovanni si è fatto carne, sicché con l’epifania Dio si è manifestato nella storia. L’insegnamento di Cristo, amatevi gli uni con gli altri come io vi ho amati, rappresenta il culmine e il senso ultimo della fede Cristiana. Il Cristiano ha, in base alla solenni parole pronunciate da Papa Francesco in obbedienza all’insegnamento evangelico, il dovere morale di agire per impedire che nel mare mediterraneo si verifichino le tragedie ed i drammi umani accaduti negli ultimi anni. Papa Francesco, con la sua attenzione privilegiata verso i poveri e gli ultimi, in tempi segnati da tante ingiustizie e contraddizioni, ha conquistato i cuori e le menti delle moltitudini.
Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:13