
La Consulta boccia il ricorso di Berlusconi sul legittimo impedimento, presentato dall'allora premier nel processo Mediaset. La Corte Costituzionale ha respinto il ricorso per conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato, promosso dalla Presidenza del Consiglio nei riguardi del Tribunale di Milano, in relazione al "legittimo impedimento" negato a Silvio Berlusconi dai magistrati milanesi per un'udienza del marzo del 2010 durante il processo di primo grado sui diritti televisivi. Nel processo, già arrivato in Appello e in attesa della Cassazione, Berlusconi è stato condannato a 4 anni per frode fiscale e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.
Pur parlando di «accanimento delle toghe», Berlusconi ha assicurato «sostegno leale» al Governo Letta. La sentenza della Consulta «non avrà alcuna influenza sul mio impegno personale, leale e convinto, a sostegno del governo né su quello del Popolo della Libertà», si legge in una nota. Lealtà al governissimo Letta, sottolinea, «nonostante continui un accanimento giudiziario nei miei confronti che non ha eguali nella storia di tutti i Paesi democratici».
L'ex premier assicura che non abbasserà la guardia e continuerà a impegnarsi in prima persona per il suo Paese: «Questo tentativo di eliminarmi dalla vita politica che dura ormai da vent'anni, e che non è mai riuscito attraverso il sistema democratico perché sono sempre stato legittimato dal voto popolare, non potrà in nessun modo indebolire o fiaccare il mio impegno politico per un'Italia più giusta e più libera».
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:50