Renzi:«stavolta non mi fregano»

«Usciamo dal personalismo o meglio dalla personalizzazione, Letta contro Renzi. L'ambizione vera è quella di provare a cambiare l'Italia. Il tema più grande è l'ambizione del paese»: così Matteo Renzi. «Se il governo fa le cose, bene: altrimenti il governo va a casa». «Se Letta cambia l'Italia io sto con Letta«, ha aggiunto. «La domanda - ha detto Renzi rispondendo alle domande di Repubblica - è: il governo è in condizione di farlo? se sì, si faccia, altrimenti si mena il can per l'aia». «Capisco - ha aggiunto - che fa più notizia Letta contro Renzi. Qui usciamo dalla logica del personalismo, c'é un'idea per cambiare questo paese o no?». «Io sono amico personale di Letta e lo stimo molto. Lo ritengo di qualità e competenza e sono solidale con lui. Enrico è proprio bravo. Poi, poveretto deve governare con Brunetta e Schifani, Io non sarei bravo come lui... non credo ne sarei capace». «Epifani fissi la data del Congresso del Pd. Fissi la data delle primarie aperte...», aggiunge il sindaco di Firenze.

«L'hashtag è guglielmofissaladata", ha scherzato Renzi. Ma soprattutto «prima fissi regole, poi vediamo... Stavolta non mi faccio fregare, prima si fanno le regole e poi dico se mi candido». Dall'incontro con Enrico Letta, Renzi non è uscito convinto «modello di revisione costituzionale che il governo ha proposto». «Vedo fortissimo il rischio della "commissionite". C'é bisogno di una commissione per capire che ci vuole una riforma elettorale?». «Invece – prosegue - mi ha convinto moltissimo la parte europea. Anche quel riferimento al giugno 2014, la vera data che segna la politica italiana e europea quando l'Italia prenderà la presidenza». «O - ha detto il sindaco di Firenze - siamo in grado di orientare il dibattito oppure l'Europa rischia di diventare solo un problema. E poi mi ha fatto piacere di aver sentito parole che ricordano molto le primarie: Stati Uniti d'Europa e critica al finanziamento pubblico». Il Pd, per Renzi, deve «risvegliare la speranza» di «un Paese rannicchiato e deluso». «Se ci riusciamo – spiega – diventiamo in dieci anni la guida d'Europa». Poi un commento sul Cavaliere. Se Renzi fosse senatore non voterebbe per l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi: «No, perché dovevamo farlo subito, 19 anni fa. Non è che dopo 19 anni che ti batte ti inventi il giochino per tenerlo fuori dal Parlamento.

Noi vinceremo quando vinceremo le elezioni, non quando teniamo fuori gli altri», ha spiegato Renzi affermando anche che sarebbe contrario alla nomina del Cavaliere a senatore a vita. Infine una stoccata alla Cgil: «Dire che l'Italia ripartirà nel 2076 è terrorismo psicologico».

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:46