Lega in caduta libera a Treviso

Serve il miracolo dello “sceriffo” a Treviso per salvare due tornate elettorali catastrofiche per la Lega Nord: le elezioni politiche di febbraio e quelle amministrative di maggio. L’ex sindaco (dal 1994 al 2003) e vicesindaco dal 2003 al 2012, Giancarlo Gentilizi, 84 anni, è riuscito ad andare al secondo turno, non con il simbolo del Crroccio ma con una sua lista civica. Si è fermato però al 34,8% sovrastato da Giovanni Manildo che alla guida di una coalizione di centrosinistra ha ottenuto il 42,5 % dei voti. Per tornare primo cittadino Gentilizi deve convincere la massa di scontenti che non è andata a votare. L’affluenza alle urne è passata dal 79,4 al 63, 3% con una perdita quindi del 16 per cento. Gentilizi sta cercando in questi giorni di attrarre anche gli elettori che hanno votato il centrista Massimo Mazzanetti (10,6%).

Deludente il Movimento 5 stelle che con Alessandro Gnocchi ha preso il 6,9%. Per la Lega sono giorni di regolamento dei conti. Non solo a livello nazionale dove Umberto Bossi è all’attacco di Roberto Maroni ma anche in periferia. Significativa la valutazione dell’esponente del Carroccio Paola Goisis, bossiana, secondo cui «la serie di delusioni per la Lega sembra non avere fine. Dopo i risultati terribilmente negativi delle elezioni politiche continua in Veneto il calo dei voti. A forza di mostrare le ramazze Maroni e Tosi stanno ramazzando via gli elettori». Solo 5 anni fa, infatti, la Lega a Treviso aveva vinto al primo turno con Gobbo e alle regionali era stato un plebiscito a favore di Luca Zaia presente del Veneto. E non è solo Treviso a destare preoccupazioni. Lo scontento per la casa madre è diffuso in tutto il Veneto e si estende alla Lombardia. Reggono in qualche modo solo le liste dei sindaci volute dal primo cittadino di Verona, Flavio Tosi, uno dei tre candidati, assieme a Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, alla segretaria come successori di Roberto Maroni nel prossimo congresso di primavera.

Le note dolenti per la Lega arrivano anche da Vicenza, Brescia, Lodi e Sondrio. Risultati amari nelle amministrative vicentine dove la Lega era al 15% ed è scesa al 4,5 pregiudicando la corsa a sindaco di Manuela Del Lago a capo della coalizione di centrodestra. È stato confermato primo cittadino l’uscente Achille Variati di centrosinistra come è avvenuto a Sondrio dove Alcide Molteni è stato eletto con il 53,7%, lasciando a debita distanza l’esponente del centrodestra Mario Fiumanò, fermo al 20,9%. Sconfitta bruciante quella di Lodi, dove la Lega è passata dal 16,5 di tre anni fa al 9,7%. Il forte astensionismo (solo il 63,6 degli elettori si è recato alle urne) condiziona il ballottaggio tra Simone Uggetti del centrosinistra (43,3%) e Giuliana Caminetti del centrodestra (34,5%). Tutti perdono a Brescia nella città della Loggia: centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 stelle, penalizzati dalla massiccia diserzione dalle urne. Un elettore su 3 non ha votato, circa 30 mila bresciani, pari al 20%. Al ballottaggio la sfida è tra il sindaco uscente di centrodestra Adriano Paroli, che ha perso rispetto al 2008 quasi il 14 per cento dei voti (34 milainvece dei 61mila di allora), e Emiliano Del Bono che di voti ne ha perduto 8 mila. Li dividono 50 voti. Per una valutazione più attenta occorre tenere conto della presenza della lista civica “Per Brescia” che appoggiava il centrodestra e che ha sfiorato il 10 per cento. Dimezzato il Movimento 5 stelle con Laura Gamba che dai 14mila voti delle politiche è sceso a circa 5mila. Buoni risultati hanno ottenuto le liste civiche: quella di sinistra di Onori e quella dei moderati di Laura Castelletti.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:46