
Braccio di ferro tra Pdl e Pd sul numero dei rappresentanti dei rispettivi partiti nella “Commissione dei 40” che dovrà scrivere le riforme. Il Pdl, spiega Renato Brunetta, chiede di avere "lo stesso numero di membri" del Pd, con il totale azzeramento del premio di maggioranza e un'adeguata maggioranza delle opposizioni. Il Pd, con Luigi Zanda, si dice disponibile a «trovare un modo per riproporzionalizzare» la rappresentanza, "ma tenendo conto del numero dei parlamentari", che sono per il Pd più numerosi. La “Commissione dei 40” che scriverà le riforme in Parlamento avrà poteri «solo referenti», ma per abbreviare i tempi, sarà ''accorciato da tre a due mesi l'intervallo'' tra il voto di una Camera e quello dell'altra.
Lo riferisce Renato Schifani. «Si innoverà, senza stravolgere il percorso dettato dall'articolo 138 della » Due nodi ancora da sciogliere nella maggioranza, al termine del vertice con il governo sulle riforme. Da un lato, spiega il ministro Franceschini, «l'ampiezza o meno della clausola di salvaguardia» sulla legge elettorale, dall'altro la «riproporzionalizzazione della Commissione dei 40» rispetto alla presenza di Pd-Pdl. «C'è condivisione sostanziale sull'impianto della mozione che deve portare alle riforme», riferisce il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini al termine del vertice tra governo e maggioranza al Senato.
«Ma restano aperti - aggiunge - due punti: l'ampiezza della riproporzionalizzazione della “Commissione dei 40”e l'ampiezza o meno della clausola di salvaguardia della legge elettorale. Adesso - spiega, a chi gli domanda del percorso ancora da compiere per arrivare al testo finale della mozione - i gruppi di maggioranza sentiranno i gruppi di opposizione».
Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:22