Cascella a Barletta per salvare il Pd

E’ sceso dal Colle del Quirinale per prendere parte alla disfida elettorale di Barletta. L’ex portavoce del Presidente della Repubblica Pasquale Cascella, giornalista proveniente dall’Unità, ha deciso di fare qualcosa, politicamente, per la sua città natale, una volta conclusa la missione acanto a Giorgio Napoletano che si apprestava a concludere il primo settennato. La rielezione non ha fatto cambiare i suoi piani. Per Cascella si tratta di un’impresa quasi epica: riconciliare i barlettani con gli amministratori di centrosinistra.

Errori, disastri, inchieste giudiziarie, disoccupazione allarmante, lottizzazioni urbanistiche hanno contrassegnato le due gestioni, dal 2006 al 2012, dell’ingegnere Nicola Maffei. La Barletta amministrativa ha conosciuto quanto di peggio poteva esprimere la politica dei tre partiti che hanno guidato dagli anni Novanta il Comune: dai sindaci socialisti come Raffaele Fiore a quello dell’Ulivo Ruggiero Dimiccoli, dal Pds Francesco Salerno al margheritino Nicola Maffei, schieramento prima a favore di Enrico Letta (contro Veltroni nel 2007 per la nomina di segretario del Pd) e poi di Franceschini due anni dopo battuto da Pierluigi Bersani. L’eredità che ha raccolto Cascella è pesante. Eletto sindaco con il 70,9% nel 2006 Nicola Maffei venne rieletto nel 2011 ma solo con il 55,6&, perdendo quindi quasi 15 punti percentuali. Appena un anno e mezzo dopo del secondo mandato si dimettono contemporaneamente 19 consiglieri, causando lo scioglimento del Consiglio comunale.

Nell’ottobre del 2012 viene nominata Commissario straordinario il Prefetto Anna Maria Manzone che ha portato la cittadinanza alle urne. I guai del sindaco Maffei erano iniziati nel novembre del 2009 quando la Procura di Trani lo iscrisse nel registro degli indagati per i reati di gestione e smaltimento illecito di rifiuti e successivamente per la lottizzazione di Montaltino. Per le vicende della frazione vennero inquisiti il Consiglio comunale che aveva dato il via libera, nell’agosto del 2009, alla costruzione di 186 villette e altre 24 persone tra cui funzionari e impiegati comunali. La maxi-lottizzazione fece scattare una raffica di reati. Altri tempi di quando il primo sindaco di Barletta fu il liberale Luigi Italia, considerato storicamente un esempio di buon governo e onestà. Impressiona il decadimento di una città di 95 mila abitanti e che vanta grandi potenzialità nel commercio, nei servizi, in agricoltura e nell’industria. Sei i candidati a sindaco, per 21 liste e 628 aspiranti al posto di consigliere.

La disfida elettorale 2013 non è a due ( 13 italiani contro 13 francesi come nell’episodio storico) ma a tre. Cascella è sfidato principalmente da Giovanni Alfarano, leader della coalizione di centrodestra e delle liste civiche e che si è presentato agli elettori con 4 priorità: piano regolatore generale, ambiente, lavoro (soprattutto per i giovani e le donne), sicurezza e legalità. L’incognita è costituita dalla portavoce del Movimento 5 stelle Patrizia Corvasce per sostenere la quale è giunto a Barletta Bappe Grillo che ha richiamato in piazza circa 3 mila persone. Altri due candidati gravitano nell’area della sinistra: il socialista Cosimo Cannito ( che ha scelto come battaglia la difesa degli abitanti di via Muratori) e Michele Rizzi di Alternativa comunista. Il sesto candidato è il centrista Giuseppe Tupputi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:47