Nichi Vendola, Sel e il

Mai avrei pensato di essere d'accordo, una volta nella mia vita, con Nichi Vendola il quale, qualche giorno fa via Twitter, ha fatto sapere: «Salviamo la sinistra da B., nasca un governo di cambiamento». Il problema del governatore pugliese, però, è che sembra non ricordare che un «governo di cambiamento» può nascere soltanto dalle urne, da quegli "scatoloni" cioè dove gli elettori ripongono la scheda che esprime la loro scelta. Ecco, Sel ha sostituito Di Pietro e la sua defunta IdV nelle grazie del Pd (che preferì l'alleanza con il partito del pm molisano a quella con il Psi) pur di ottenere qualche seggio e non rimanere nuovamente fuori dai palazzi che contano. Ecco, Sel, sempre grazie alle geniali trovate di Bersani, ha anche ottenuto la presidenza della Camera dei Deputati.

Ecco, Sel si è poi "messa in proprio" non approvando il governo Letta e ha traslocato all'opposizione insieme a quei "pentastellati" che quando si incontravano con Bersani (in quei giorni presidente del consiglio incaricato, ancora alleato di Sel) si sentivano a Ballarò. Ecco, Sel, il cui leader ci fa sapere che nel nostro Paese è necessaria la lotta «contro ogni forma di violenza nella nostra società» e, nel frattempo, i suoi a Brescia facevano casino, insieme ai "grilletti" del M5S, contro i partecipanti alla manifestazione del Pdl. «Contro ogni forma di violenza o, per dirla con Gad Lerner, «chi semina vento raccoglie tempesta»: giustificazionismo d'accatto. Ecco, Sel...

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:52