
Governo "Testa/Croce". La moneta in aria è (ovviamente) l'Euro. Letta deve giocarsi la partita della ripresa economica tra Roma e Bruxelles e, onestamente, non saprei dire quale delle due "piazze" sia la più difficile! Se le modifiche di alcune regole contabili (fare figurare i debiti della P.A., in modo da rimanere all'interno dei parametri di Maastricht) non implicano la revisione dei Trattati (e, quindi, possono essere concordati direttamente con gli euro burocrati), viceversa il Fiscal Compact andrebbe politicamente ridiscusso in maniera più incisiva, individuando un fronte comune tra i Paesi in crisi del Sud Europa. La situazione di Palazzo Chigi, invece, è ancora più complicata. A ogni passaggio parlamentare in cui siano messi in gioco, su versanti opposti, gli interessi di Pd e Pdl, il Governo Letta rischia il congedo anticipato che, poi, porterebbe con sé altre conseguenze catastrofiche.
Infatti, se Letta fosse sfiduciato dall'attuale Parlamento, state pur certi che Napolitano non accetterebbe mai di fare, nuovamente, da "ammortizzatore" della crisi. Anzi, mi aspetterei le sue dimissioni, in quel caso... Le Camere sarebbero, così, obbligate a trovargli un successore, senza poter andare al voto anticipato con l'attuale legge elettorale che, a quel punto, converrebbe a Grillo e a Berlusconi. Molto, però, nei prossimi due mesi, dipenderà dall'esito dei procedimenti giudiziari in cui è imputato il Cavaliere e dal riassetto degli equilibri all'interno del Pd. Renzi, detto per inciso, sta giocando una partita fin troppo attendista, evitando di gettare dalla torre i suoi contendenti più pericolosi, in attesa che si suicidino in altri modi, magari con una corsa fratricida per la conquista della Segreteria, con l'inevitabile dissoluzione in due o più tronconi del Pd.
In questo caso, Renzi (che ha ribadito di non volersi candidare per la carica di Segretario) dovrà decidere da che parte stare (o con gli ex Dc o con i vetero comunisti, coniugati a Sel), con il rischio di non vedersi dichiarato abile, né per il Re, né per la Regina! Se potessi dare un consiglio al pronipote di Dante, direi che dovrebbe fare un pensierino per sostituirsi a Monti, nella ricostruzione di un forte Partito dei Moderati! A breve, non escluderei che uno dei fattori della -più o meno- prossima crisi di governo (a seguito della paralisi parlamentare sui provvedimenti d'urgenza, in materia economico-occupazionale) possa essere rappresentato dalla convergenza, di fatto, tra l'opposizione di M5S e quella silenziosa, ma velenosa, dei giovani parlamentari del Pd, arrivati alla Camera e al Senato grazie a qualche migliaio di voti di preferenza, ricevuti con le primarie.
Il problema numero uno, però, rimane quello di fare i conti con l'Oste europeo, volendo mantenere le promesse di togliere l'Imu dalla prima casa e di alleggerire il carico fiscale per imprese e famiglie, in modo da stimolare la ripresa economica. Vorremmo sapere, intanto, dal Ministro Saccomanni quanto siano vere le voci (rilanciate da ex Ministri del Governo Monti), che danno per scontata una prossima manovra da 15/20 miliardi, "senza" ridurre le attuali entrati fiscali dello Stato. L’impasse recente sul congelamento dell’Imu e sul rifinanziamento della Cig straordinaria ne è, in fondo, una concreta testimonianza.. Nell'ipotesi che tali indiscrezioni siano fondate, volendo fare le riforme tanto attese, dove andremo a trovare 40 miliardi di euro? Volete capire, mie cari politici, che gli elettori esasperati non accetteranno mai più il giochino delle tre carte, con una mano che dà e l'altra che toglie molto di più di quello che è stato concesso dalla prima? Uscire dall'euro è una possibile soluzione? O, forse, non sarebbe meglio se lo abbandonassimo tutti insieme, noi "17", ripristinando un sistema di cambi variabili tra tutti i Paesi dell'Unione? L'alternativa? Favorire un'emigrazione di massa, come ai primi del Novecento, per ristorare con le rimesse degli emigrati l'esausto bilancio pubblico? Certo, i nostri giovani lo stanno già facendo. Ma per tutti gli altri? Chi, tra gli ultraquarantenni disoccupati, ce la farebbe mai a lavorare e produrre come i Paesi asiatici, l'India o il Bangladesh? Che cartacce, gente!
Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:14