
Antonio Ingroia ha presentato a Roma la sua nuova formazione politica, Azione civile, dopo l'annuncio dello scioglimento di Rivoluzione civile. Azione civile è definito "movimento civico puro", con una struttura leggera di gruppi territoriali su singoli temi (ambiente, legalità). Sulla scelta fra politica e magistratura, Ingroia attende le decisioni di Tar e Csm, ma non vede un suo ruolo in magistratura fuori dalla lotta alla mafia e quindi non accetta il trasferimento ad Aosta. Ingroia ha ammesso che il risultato di Rivoluzione civile alle elezioni di febbraio è stato «deludente e inadeguato» perché l'elettorato ha percepito la lista come un «cartello elettorale di partiti» e non come un soggetto nuovo. Di qui la decisione di ripartire con un «movimento civico puro, senza partiti».
Il programma di Rivoluzione civile secondo Ingroia diventa il programma di Azione civile, e i suoi esponenti «sono quelli che mi hanno accompagnato nell'avventura elettorale». Il magistrato-politico ritiene però che la forma partito tradizionale sia ormai «consegnata alla storia». Azione civile avrà una struttura leggera, «orizzontale e mista»: non avrà sezioni e tesserati, avrà solo un coordinamento nazionale e poi «gruppi territoriali trasversali tematici» su singole questioni, dall'ambiente alla legalità. «Fondi non ne abbiamo - ha spiegato Ingroia -. Ci modelleremo sui movimenti civici, che raccolgono i fondi per singole iniziative. Azione civile vuole creare le condizioni per un soggetto politico più ampio dei partiti che affollano la politica attuale».
Ingroia ha criticato il Pd che col governo Letta ha scelto l'intesa col Pdl e il Movimento 5 Stelle «che si è chiuso, rifiutando ogni forma di confronto». Sulla scelta fra magistratura e politica, invece, ha detto di attendere le decisioni del Tar sul suo ricorso contro il Csm e del Csm sull'offerta ricevuta dalla giunta Crocetta di guidare l'agenzia siciliana di riscossione. «Un paio di settimane e sapremo», ha detto, aggiungendo che «la richiesta venuta dalla gente di impegno politico era così pressante che non si poteva aspettare». «Se tornerò in magistratura, dovrò fare un passo indietro rispetto alla politica - ha concluso -. Ma se il CSM continuerà a pensare ad Aosta, allora dovrò trarne le conseguenze. La mia storia di magistrato può avere senso solo in situazioni in linea con la mia esperienza. E ad Aosta non c'é una procura antimafia». Niente da fare, di fare il proprio mestiere il dottor Ingroia proprio non ne vuole sapere.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:45