La solita litania del 25 aprile

Come spesso accade da qualche anno, anche in questo 2013, in occasione della ricorrenza della Festa della Liberazione, siamo stati costretti ad assistere alla rituale litania di dichiarazioni di soggetti alla ricerca della patente di partigiano doc. Per Beppe Grillo il 25 aprile è morto a causa, tra l'altro, «della dittatura dei partiti», «dell'informazione corrotta», «dell'inciucio tra pd e pdmenoelle». Non è stata da meno del suo filosofo-ispiratore Roberta Lombardi, capogruppo del M5S alla Camera: «Quanti morti per questo paese e quanta indegna classe politica che sta facendo finta adesso di ricordare quei morti. È una cosa che fa male. Per me la vera liberazione è quella dagli inciuci, dalla vecchia politica, dai partiti, di nuovo la sovranità ai cittadini».

Ma la palma d'oro nel marasma delle deliranti dichiarazioni "liberatorie", in questo 2013, spetta al direttore di Micromega ed editorialista del Fatto Quotidiano, Paolo Flores D'Arcais, il quale se l'è presa soprattutto con il Pd. Testuale dalle agenzie «Sarà il più triste 25 aprile della storia della Repubblica. Spero che nessuno dei dirigenti del Pd abbia la faccia tosta di andare a dire parole di retorica, sarebbe un ulteriore insulto ai partigiani che ci hanno dato la libertà. Ora il Pd con questo accordo col Pdl sta rinnegando i valori della Resistenza. Chi si comporta così non può andare decentemente a ricordare i martiri. Dovrebbero andare a nascondersi dopo questo accordo osceno, indegno». Evidentemente a questi signori non viene neppure in mente che quella della Liberazione è una ricorrenza di tutto il Paese e non soltanto di una parte di esso. La loro mente è evidentemente talmente ottenebrata nell'impegno a dire continuamente "no" o a combattere con tutti i mezzi (anche i più sporchi e disdicevoli) l'avversario politico, da non comprendere che ogni partito (o anche "movimento") ha ricevuto consensi elettorali per governare e non per presentarsi in Parlamento con gli apriscatole.

Il governo si ottiene con una maggioranza che riesca (proprio perché maggioranza) a votare quelle leggi e quegli emendamenti che servono alla nazione. E se tale maggioranza fosse composta da più forze, si chiama collaborazione, non inciucio. Utilizzare anche la ricorrenza del 25 aprile per ribadire la propria (discutibile) linea politica o, addirittura, per attribuire il "lasciapassare" a celebrare o meno la ricorrenza (come fa, chissà poi a che titolo, Flores D'Arcais) è una cosa che ,invece, ci fa semplicemente schifo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:48