
Scusate il linguaggio greve, ma di questa presunta democrazia on line ho piene le palle. Sono stufo – ma mi pare di capire che non sono il solo – dei continui richiami dei sottomessi cinquestellati ad una forma di sovranità popolare che in realtà non lo è. Non se ne può più di sentire (molte responsabilità le hanno quei giornalisti che riempiono intere pagine con gli insulti del vate) esponenti di quel gruppo vaneggiare sulle scelte (di persone e di programmi) fatte tramite web “dai cittadini”. No cinquestellati, i cittadini non hanno scelto proprio nulla! Sarebbe molto più corretto affermare ai quattro venti che “qualcuno ha indicato”. E nessuno ci toglierà mai dalla mente che i voti espressi in Rete siano “valutati” dai soliti noti (il duo CasaGrillo) prima che gli stessi siano resi noti. Con queste premesse, ad esempio, fa semplicemente rattristire sentire questi neofiti delle Istituzioni schiamazzare per far sapere che lo stimato professor Rodotà era «il candidato dei cittadini». Questi ultimi (i cittadini) sarebbero poi i 48.292 “fortunati” che hanno l’onore di essere ammessi alla democrazia rappresentativa (?) del M5S. Nel caso, poi, della scelta del candidato a Presidente della Repubblica, sono stati espressi solo 28.518 voti così assegnati (testuale dal blog di Beppe Grillo, ndr):
- Gabanelli Milena Jole: 5.796
- Strada Luigi detto Gino: 4.938
- Rodota' Stefano: 4.677
- Zagrebelsky Gustavo: 4.335
- Imposimato Ferdinando: 2.476
- Bonino Emma: 2.200
- Caselli Gian Carlo: 1.761
- Prodi Romano: 1.394
- Fo Dario: 941
Tenendo conto che, ad esempio, il comune di Monte Porzio Catone (Rm) ha circa 8.700 abitanti, il candidato Stefano Rodotà sarebbe stato “scelto” da mezzo paese. Scelto non come sindaco della ridente località dell’area romana, ma come Presidente dell’intera Repubblica. E questa sarebbe la democrazia diretta perorata da questi signori? La democrazia, e le forme nelle quali la stessa si esprime, è cosa troppo seria per permetterne che a parlarne siano comici, giullari, manipolatori di web e sperduti nel nulla. È ora che tolgano dalle loro bandiere gli errori degli altri partiti (che indubbiamente ci sono stati), smettano di farsene scudo (e propaganda fine a se stessa) ed inizino a rispondere e confrontare su programmi e decisioni.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:46