Editoria, due pesi e due misure

Niente Sole in edicola. Niente dividendi all’Espresso. Bufera tra gli azionisti del gruppo editoriale Rcs che edita il Corriere della sera e la Gazzetta dello sport. Per la prima volta deve fare i conti con i bilanci in rosso (61 milioni) l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, l’unico in questi ultimi anni ad avere una larga disponibilità di liquidità. Cosa succede? La crisi dell’editoria non è più legata solo al crollo della raccolta pubblicitaria e al calo delle vendite in edicola. La crisi è strutturale. A questa si aggiungono comportamenti e decisioni non rispondenti alle difficoltà che le categorie stanno incontrando. Il caso del Sole 24 ore, quotidiano della Confindustria, è emblematico. I redattori hanno deciso di effettuare uno sciopero immediato (proprio il giorno in cui venivano aperte le urne in Parlamento per l’elezione del Presidente della Repubblica) del quotidiano, del sito online e dell’agenzia Radiocor per protestare contro la decisione del Consiglio di amministrazione di erogare all’amministratore delegato un bonus di oltre 150 milioni nonostante i risultati negativi di bilancio degli ultimi 4 anni e le dichiarazioni di crisi che hanno portato alla sottoscrizione di contratti di solidarietà di 400 giornalisti e 850 poligrafici e grafici.

Anche l’anno prima era stato concesso all’ad Donatella Treu un analogo bonus, decisione contrastata dal comitato di redazione anche in occasione dell’assemblea degli azionisti. La manager prende già come stipendio 550 mila euro l’anno a fronte del regime di solidarietà dei lavoratori del gruppo di via Monte Rosa che comporta un taglio delle retribuzioni di circa il 20 per cento. Al Cda e al nuovo presidente designato dall’azionista di maggioranza Giorgio Squinzi il comitato di redazione ha scritto «basta giochi». Non vanno bene i conti neppure in casa di Carlo De Benedetti. Per la terza volta nella storia dell’Editoriale l’Espresso niente dividendi. Era avvenuto solo nel 2008 e 2009. Lo ha deciso l’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio del 2012, peggiore di quello dell’anno precedente. I ricavi netti consolidati hanno registrato un calo dell’8,7%( da 890 milioni a 812), l’utile d’esercizio è calato da 58,6 a 21,8 milioni. Ha lasciato perplessi la retribuzione di 1, 207 milioni più 500 mila di bonus all’amministratore delegato Monica Mondardini. Il gruppo occupa 2.514 dipendenti, il 5 per cento in meno rispetto al 2011, pubblica un quotidiano (Repubblica), un settimanale (L’Espresso), 3 emittenti radiofoniche (tra cui Radio Deejay), una rete televisiva nazionale (Deejay che ha ottenuto il numero nove sul telecomando), opera su Internet e nella raccolta della pubblicità.

Conti complicati anche alla Rcs, il cui vertice è convocato il 28 aprile per fissare l’assemblea dei soci da tenere a fine maggio per decidere sui conti (perdita di 509 milioni a causa delle fallimentari operazioni spagnole) e sull’operazione di rifinanziamento per 575 milioni del debito bancario in scadenza. Dopo le dimissioni di Paolo Merloni, la polemica lettera di Andrea Della Valle, le difficoltà di Andrea Bonomi in conflitto d’interessi, i dubbi del maggiore azionista fuori patto Giuseppe Rotelli, le incertezze di Carlo Pesenti (la famiglia detiene il 7,4 delle azioni e non sembra potersi tirare fuori dalla sottoscrizione dell’aumento di 400 milioni) la strada è tutta in salita. Le proposte per la vendita di 10 periodici sono state considerate inadeguate. Si prospetta ,quindi, un 2013 “significativamente negativo”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:43