
Eppure Beppe Grillo lo aveva messo (come si suol dire) "nero su bianco": in un intervento postato sul suo blog il 25 Settembre 2012 alle 14:04 informava che «tra informazione e potere economico e politico è diventato insopportabile. La maggior parte degli italiani è informata da sette televisioni e tre giornali. Rai1, Rai 2 e Rai 3 sono occupate dai partiti, Canale 5, Italia 1 e Retequattro sono di proprietà di Berlusconi, a capo di un partito, la7 appartiene a Telecom Italia. La Repubblica è di De Benedetti, tessera numero uno del Pdmenoelle, La Stampa è della famiglia Agnelli, gli azionisti di riferimento del Corriere della Sera sono le banche e Confindustria. Siamo manipolati dai partiti, dalle banche e dalle industrie che, attraverso i media, stravolgono la realtà».
E che gli combinano gli adepti? Votano (almeno a prendere per buono quanto comunicato dal padre-padrone del M5S) come loro candidata al Quirinale una giornalista, che lavora in Rai e collabora con il Corriere della Sera. Un capolavoro! Così come è una eccellente opera d’arte il comunicare la classifica finale dei votati senza rendere noto il numero dei consensi ottenuti dai singoli. L’unico dato numerico che sembra essere certo è che al primo turno delle "Quirinarie" hanno partecipato poco più di 48mila persone. Calcolando che 50.731.312 e 46.459.327 costituiscono il numero di italiani residenti in Italia e all’estero che potranno votare, rispettivamente, per la Camera e per il Senato, ci si permetta di nutrire più di qualche dubbio sulla rappresentatività del campione elettorale consultato dal duo Grillo-Casaleggio. E non si vuole, in questa sede, esprimere dubbi (e sono parecchi) sulla trasparenza del sistema scelto dal duo di cui sopra per selezionare candidati: un sistema che emette un certo olezzo di fregatura.
Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:15