
Oggi, in Italia, la pressione fiscale su cittadini, famiglie e intraprese sfiora il 45%. Lo afferma l'Istat. Solo le casse dello Stato ne beneficiano, e questo non è affatto un bene. Giacché così sono i cittadini, le famiglie e le intraprese a sopportare i costi di debiti non loro, ricevendone in cambio, sempre più frequentemente, servizi scadenti, paralisi della capacità produttiva e nuove tasse imposte su tasse vecchie. Aveva ragione Ronald Reagan: spesso lo Stato non è la soluzione, ma il problema. Per questo gli "Amici delle libertà" (plurali) s'incontrano mercoledì 17 aprile a Roma per il primo Tavolo di Lavoro dei "Coalition Meetings" per l'anno 2013, denominati il Terzo Mercoledì. Lo fanno per chiedere di essere lasciati liberi di vivere liberi.
Chi sono gli "Amici della libertà"?
Sono tutti coloro che temono che le libertà concrete attinenti alla natura stessa della persona umana e alle sue iniziative siano in pericolo, minacciate costantemente da strutture, azioni e manovre a diverso titolo, con pluralità di strumenti e variamente invasive, opprimenti e lesive della dignità. Sono persone che fanno capo adadvocacy grouppreoccupati per l'esagerata pressione fiscale e a organizzazioni pro-lifee profamily, professionisti della comunicazione e imprenditori, uomo politici e persone consacrate, sigle nate per la tutela dei contribuenti e associazioni cattoliche. Un popolo intero, insomma: un popolo vero, fatto di persone e di realtà concrete. Sono sempre tutti d'accordo su tutto? Per definizione no. Per questo s'incontrano: per conoscersi, ascoltare, apprendere, informare, mettere in comune e (auspicabilmente) individuare tratti di strada da percorrere assieme.
Cosa sono i "Coalition Meetings"?
Sono le riunioni mensili - a invito personale, porte chiuse eoff-record- a cui sono invitati professionisti, cittadini italiani, ospiti stranieri, dirigenti, responsabili e rappresentanti di fondazioni, associazioni, pubblicazioni periodiche, gruppi e "ambienti umani", nonché singole persone e personalità che, svolgendo le proprie diverse attività di ordine culturale, religioso, informativo, educativo, sociale, economico e politico, avvertono l'urgenza di unforumpermanente. I Tavoli di Lavoro dei "Coalition Meetings" si prefiggono infatti di costruire una rete informale di conoscenze istituzionali e personali che ottenga anzitutto il risultato di fornire vicendevolmente "interpretazioni autentiche" della realtà presenti ai Tavoli di Lavoro; quindi d'informare su iniziative, attività, manifestazioni e pubblicazioni specifiche, organizzate e patrocinate dalle stesse realtà partecipanti; dunque di favorire la cooperazione tra i partecipanti mediante l'individuazione di sensibilità, preoccupazioni e interessi condivisi in numero sufficiente a rendere possibile, e quindi concreta e proficua, l'azione comune tra soggetti e realtà che abbiano a cuore tutti o una maggioranza qualificata dei princìpi non negoziabili della persona umana, della liberà ordinata e del diritto naturale.
Che cos'è il Terzo Mercoledì?
Organizzata dal Columbia Institute, che ha sede di Milano, è la serie dei "Coalition Meetings" che si svolgono regolarmente a Roma, così detta poiché gl'incontri si tengono tutti i mesi (eccettuato agosto) ogni terzo mercoledì.
Che cos'è il Columbia Institute?
Il Columbia Institute è un'associazione interdisciplinareno-profitattiva nei campi culturale ed educativo. Il Columbia Institute, forte di un Comitato d'indirizzo prestigioso, si riconosce nei princìpi di vita, libertà e proprietà della tradizione giudeo-cristiana che anima la civiltà occidentale, operando per la promozione di una cultura basata sul diritto naturale e la costruzione di una società virtuosa fondata su cittadinanza responsabile, governo limitato, libertà d'intrapresa e famiglia naturale. Fra i suoi progetti vi è l'iniziativa dei "Coalition Meetings", che a Roma prendono forma attraverso la serie mensile deil Terzo Mercoledì. Marco Respinti, presidente e direttore generale dei progetti del Columbia Institute, è il Chairman dei "Coalition Meetings". «I "Coalition Meetings" rappresentano "il movimento degli amici della libertà responsabile"», spiega Respinti «e mai una fazione partitica. I loro Tavoli di Lavoro non sono proprietà di una sola anima del "movimento", di un singolo gruppo, di un partito politico, o di suoi esponenti o candidati. Il "movimento" è infatti una realtà più ampia di qualsiasi sua componente».
«Questo», prosegue Respinti, «perché i Tavoli dei Lavoro dei "Coalition Meetings" si concentrano sui risultati che è concretamente possibile ottenere e che quindi verranno concretamente ottenuti. Non vi è infatti alcuna utilità nel semplice lamentarsi per il fatto che il governo, il parlamento, delle istituzioni e le amministrazioni non implementino il "programma di libertà concrete" che sta a cuore al "movimento". È invecedoveredel "movimento" operare affinché si generi quel clima culturale in grado di agevolare ed eventualmente persino di rendere imperativa l'implementazione del "programma di libertà concrete" che sta a cuore al "movimento" da parte del governo, del parlamento, delle istituzioni e delle amministrazioni. Infatti, se tutti i soggetti e le preoccupazioni rappresentati ai Tavoli di Lavoro dei "Coalition Meetings" si muovessero sempre in modo coerente, a ogni tornata elettorale gli "Amici delle libertà" rappresenterebbero come minimo un compatto e qualificato 60% di consenso politico-culturale e non solo quel fatidico 51% disharepartitico che in ogni Paese a regime repubblicano è necessario per ottenere la maggioranze parlamentare numericamente assoluta e quindi formare un governo ed esprimere i vertici delle istituzioni, ma che resta endemicamente fragile sul piano politico rivelandosi alla lunga inefficace». «I "Coalition Meetings" », continua il presidente del Columbia Institute, «si svolgono con grande successo da anni negli Stati Uniti e in Canada. In Europa varie associazioni e gruppi li organizzano con regolarità a Londra, Bruxelles, Vienna, Belgrado, Copenhagen e Stoccolma.
Se ne tengono persino a Bishkek, la capitale del Kirghizistan, a Tokyo e a Sydney. Conosco, per frequentazione diretta, alcune di queste riunioni regolari, e posso testimoniarne l'efficacia. È dunque con grande piacere e onore che il Columbia Institute e il suo progetto "Coalition Meetings" accolgono la testimonianza di amicizia fattaci pervenire da Grover Norquist, presidente a Washington dell'Americans for Tax Reform, che decenni fa inventò questa intelligente formula di lavoro concreto, una formula che è già un classico adottato con successo in molti Paesi del mondo».
Per informazioni: info[at]columbiainstitute.info
Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:25