Floris e Giannini, una coppia di fatto

Cinguettano tra loro, nella bella casa Ballarò offerta dalla munifica azienda Rai (quella del servizio pubblico), la coppia informativa Floris-Giannini, miracolati dalla pochezza della informazione di regime pubblica e privata. Ballano e cantano alla grande i due colombi, sparando invettive, risolini sarcastici, silenziando i meno schierati, documentando menzogne e falsità. Ricostruzioni mendaci di fatti, passati per verità conclamate, selezionando anche gli ospiti della parte avversa, che per misericordia non indichiamo. Gli imperatori impertinenti della comunicazione politica dominano la scena, formano l’opinione pubblica, creano le condizioni per collocare l’Italia fuori dai Paesi normali.

Se gli opinion makers sono Floris e Giannini, il primo onnipresente in video e nei dibattiti pubblici, il secondo niente meno che il vicedirettore del quotidiano più amato dagli italiani “La Repubblica”, allora non possiamo lamentarci che gli italiani nell’esprimere il voto non siano in grado di scegliere secondo scienza e coscienza. Poi se a supporto dei due viene invitato il pifferaio Tabacci, che conta politicamente zero virgola niente allora il cocktail alla nutella è servito. Una sequela di stupidaggini al solo scopo di argomentare in termini dispregiativi contro il nemico Berlusconi, che al confronto è un gigante. I due sommi informatori saggiamente, alternandosi ad arte nel siparietto che da anni propinano su Rai 3, ci allietano le serate con quelle balle extraterresti, con quelle sciocchezze fornite con il sussiego dei saggi, con quelle notizie schizzate in faccia, con quelle piccole idiozie al cherry, ben imitati per simpatia (imitazione) da alcuni personaggi politici dei vari partiti, che sperano di darsi una verniciata di nuovo. Non sa, o forse lo sa bene, la coppia di fatto che l’Italia non cresce perché il pletorico ed inutile apparato pubblico dilapida la ricchezza (PIL) prodotta dagli italiani, perché l’amministrazione della Giustizia, in particolare quella civile impedisce gli investimenti e non consente nuova occupazione, perché i bilanci degli enti pubblici sono in rosso da oltre 30 anni.

L’Italia non è un Paese normale non perché alcuni politici sono corrotti (è così in tutto il mondo), inadeguati, ma perché coloro che sono deputati a formare l’opinione pubblica, coloro che di fatto hanno la possibilità di convincere il popolo sovrano, coloro che danno le notizie per conoscere cosa accade nel Paese, sono sempre loro i giornalisti portatori sani del morbo della truffa informativa, del verbo diseguale, della conoscenza del pressappoco, della diffamazione gratuita, della ingiuria mascherata da verifica delle fonti. Andare al voto per esprimere la preferenza per quel partito o per quell’altro, senza una informazione corretta e sufficientemente obiettiva da il risultato che sappiamo. Ovviamente non tutti i giornalisti sono uguali e non tutti sono colpevoli di mancato senso di responsabilità informativa. Lo sono in gran parte quei pochi che signoreggiano sulle TV e sui giornali più diffusi e letti. E tra questi sembra non possa escludersi la coppia di fatto formata per puro caso nei corridoi di mamma RAI, che ormai campeggia in ogni dove, proponendo le loro sgangherate opinioni, i loro giudizi sommari, decretando la vita e la morte politica di questo o quello (vedi Antonio Di Pietro, sparito dal video, dopo una presenza a posto fisso).

Insomma la fanno da padroni, due personaggi che non sarebbero in grado di superare un test per l’accesso ad un master di economia o di finanza, che l’unico argomento che trattano da decenni e che conoscono nei dettagli è la vita privata di Berlusconi, con l’immancabile “bunga bunga”, che forse non praticano. Come pure la gratuita delegittimazione dei loro nemici politici, mimetizzata da una inquietante dose di sedicente oggettività. Termine che abusano, unitamente al loro solidale Travaglio, ma che non ne conoscono la sostanza epistemologica. In gran parte la causa dei mali dell’Italia non è la politica buona o cattiva, è l’incapacità di governare con un elettorato non mistificato ed ingannato dalla informazione di parte e la conseguente incapacità a pacificare il Paese. I primi colpevoli sono quella parte di giornalisti politicizzati, che non rispondono all’elettorato, che si nascondono dietro il comodo ritornello di essere semplicemente dei professionisti, mentre corrompono l’informazione, truffano telespettatori e i lettori di giornali, devastano il territorio della verità, mortificano coloro che si oppongono alla loro distruzione, offendono i valori della lealtà, della tolleranza e della probità. Ora basta dobbiamo esodarli per non nuocere al Paese e liberare l’Italia dal giogo dei barbari della informazione.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:48