
L'allarme lanciato dal segretario della Cgil, Susanna Camusso, sul possibile rischio che che 500.000 lavoratori possano restare a brevissimo senza cassa integrazione non è assolutamente un rischio irreale: purtroppo si sta sottovalutando un problema che ha un perimetro molto più ampio. Infatti, in questo momento gli ammortizzatori sociali - per come sono strutturati - sono una voragine finanziaria incontrollabile (sia ben chiaro) ovviamente necessaria e di certo non eliminabile: è misura strategica per la tenuta degli equilibri sociali. Soprattutto in questo momento delicato, non si vuole mettere in discussione la sua utilità ma la sua “attualità”: sono inceneritore della produttività, in particolar modo di quella prodotta dalle PMI.
È innegabile, ad esempio, come gli ammortizzatori sociali siano indispensabili per evitare l'aumento dei rischi conseguenti alla crisi (aumento delle rapine e della criminalità, disuguaglianze, impoverimento, etc.): ma è altrettanto vero come alcune misure siano risultate poco sostenibili da un punto di vista economico, considerando non tanto il mero impatto finanziario sul bilancio dello Stato e delle Regioni (che pescano nei bilanci delle imprese), ma piuttosto la logica di erogazione rispetto alla “efficacia” sociale. Nei fatti - nonostante le esternazioni di principio - non esiste l'obbligo di “rendersi utile”, di restituire al Paese ed alla comunità, azioni di responsabilità (lasciando il lavoratore a deprimersi a casa ed aumentando i costi del Welfare sanitario, oppure a cercare “lavoretti in nero” favorendo l'evasione fiscale) che darebbero un senso a quel prepagato che sono i sostegno quali la cassa integrazione guadagni, la mobilità, etc.
A fronte della erogazione di un sostegno economico, non corrisponde, infatti, alcuna richiesta al percettore del sussidio di una “azione”, una sorta di ticket che possa – non tanto giustificare l'aiuto ma - stimolare nel lavoratore il “senso del valore”. Per riportare, gli ammortizzatori sociali ad una produttività (in primis) sociale e (quindi) economica, di cose da fare ce ne sarebbero... e se ne potrebbero fare, sempre, compatibilmente e nel rispetto della persona umana, delle competenze e della capacità dei singoli. Gli impiegati (sempre pre-pagati con gli ammortizzatori sociali) potrebbero contribuire a velocizzare le pratiche burocratiche della Pubblica Amministrazione oppure supportare nell'allineamento dell'arretrato: si aiuterebbero indirettamente le imprese a sopravivvere, con l'obiettivo della produttività economica! Gli “operai” (sempre pre-pagati con gli ammortizzatori sociali) potrebbero occuparsi delle manutenzioni ordinarie e straordinarie delle aree verdi, dei letti dei torrenti e dei fiumi (così da ridurre il rischio di quegli eventi catastrofici che le nostre città hanno vissuto in questi anni: basti ricordare gli effetti catastrofici delle alluvioni di Genova e Messina, solo per citarne due); oppure ridipingendo le pareti delle aule delle scuole, che spesso vengono dichiarate inagibili o indegne per i figli di tutti noi.
Ma ancora, si potrebbero aiutare molte imprese a superare la crisi: quale imprenditore non pagherebbe la differenza tra CIG e stipendio (circa il 20%) per avere un collaboratore al 100%? Infine. Si potrebbe dare una mano al volontariato, che da sempre è un motore invisibile di molte ed importanti iniziative sociali delle nostre città ma, che purtroppo, abbiamo visto naufragare perché la disponibilità temporale dei volontari non era sufficiente! Con una piccola “azione”, si otterrebbero molteplici effetti positivi: in primis, dal punto di vista sociale, si ridarebbe dignità alla persona umana (evitando il disagio legato alla esclusione sociale, direttamente legato alla condizione lavorativa); quindi, si contribuirebbe ad eliminare una forma molto diffusa di doppio-lavoro “in nero”, che è alla base della evasione fiscale, generando una concorrenza sleale per quanti ogni giorno tentano di lavorare onestamente. D'altro canto, non certamente di minore importanza, rendendoli “produttivi” si innescherebbe un circolo virtuoso che genera efficacia ed efficienza, favorisce e contribuisce la rimessa in moto la migliore gestione delle già scarse risorse finanziarie. (*) vicepresidente nazionale UCID
Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:19