Ai grillini piace Valerio Onida

Il giurista Valerio Onida, giudice costituzionale dal 1996 al 2005 ed Emerito Presidente della stessa Corte dal 22 settembre 2004 al 30 gennaio 2005, uno dei 10 saggi, o meglio facilitatori, scelti dal Presidente della Repubblica, piace ai grillini. Onida, professore di diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Milano, nel 2010 si è candidato alle primarie del centrosinistra per le elezioni del sindaco di Milano, arrivando terzo con il 13,41% dei voti. Il 30 marzo 2013 viene nominato dal Quirinale membro della commissione (informale) per le riforme istituzionali. I meriti del Prof. Onida, come membro della Corte Costituzionale e come docente, non sono e non possono essere oggetto di valutazione nel ruolo politico che assume, quale chiamato a far parte di una commissione con indiretta valenza politica per elaborare una serie di proposte da concretizzare in tempi brevi. È sterile la distinzione tra soggetto strettamente tecnico, soggetto tecnico di riferimento di partito, soggetto tecnico organico al partito, soggetto politico-tecnico, soggetto politico con oggettive capacità tecniche.

I facilitatori scelti dal Presidente della Repubblica possono essere a vario titolo catalogati nelle varie definizioni sopra riportate sia sulla base delle loro capacità tecniche, acquisite con titoli accademici e con titoli professionali, attraverso lo svolgimento di un lavoro in ambito pubblico e privato, sia per la loro partecipazione o meno alla attività politica nei diversi ambiti in cui la stessa si svolge in difesa delle posizioni, scelte, orientamenti del partito di riferimento. Ebbene, il Prof. Onida non può definirsi soggetto neutro nei confronti del Pd né le sue preferenze politiche possano limitarsi al solo esercizio di voto. Ricordo un solo esempio per far comprendere come il Prof. Onida sia organico al Pd (già Pci-Pds), che certamente non è un dato negativo. Il Prof. Onida, nel 2008 (a memoria), partecipò ad una trasmissione tv, nella quale, insieme alla sedicente sociologa della famiglia Chiara Saraceno (onnipresente, in particolare a Ballarò; unico apporto scientifico è di vergognarsi di essere italiana), mise sotto accusa il sindaco di Verona Tosi (vado a memoria) reo di aver emesso una ordinanza per limitare l’attività abusiva dei lavavetri. Peraltro, il sindaco leghista vantava un precedente illustre; già il sindaco di Firenze aveva emanato l'ordinanza 25 agosto 2007, n. 774, con la quale aveva vietato l'esercizio del mestiere di lavavetri sull'intero territorio comunale, punito fino al 30 ottobre 2007 ai sensi dell'articolo 650 c.p. con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a euro 206,00 e con «il sequestro delle attrezzature utilizzate per lo svolgimento dell'attività e della merce».

Il sindaco saggiamente sosteneva la necessità di regolare un fenomeno, nello specifico quello dei lavavetri abusivi, quando la dimensione dello stesso supera i limiti di sopportabilità degli effetti collaterali che quella attività comporta. Nell’occasione il Prof. Onida, assumendo una posizione politica contraria al divieto di esercizio del mestiere girovago di "lavavetri" ( posto per limitare il degrado nelle strade cittadine, i pericoli di intralcio alla circolazione veicolare e pedonale, di occupazioni abusive di suolo pubblico) sposò l’ortodossia del Pd (già Pci-Pds), volta alla difesa indistinta di qualsiasi condotta assunta da un extracomunitario e/o irregolare, il quale non può essere stigmatizzato; altrimenti la censura assume la connotazione di “razzismo” nei confronti del diverso e/o dell’appartenente ad altra etnia. Il Prof. Onida ha portato nella disputa politica tutta la sua autorevolezza, tutto il peso del suo sapere giuridico, tutto il suo indiscusso aplomb per demolire l’azione politica del sindaco leghista. Un esempio tra i tanti che hanno caratterizzato l’attività politica del Prof. Onida del tutto legittima e forse meritoria, che lo colloca a pieno titolo tra i politici, tra i militanti di partito. Negarlo, dichiarando di non aver mai avuto la tessera, non risulta assolutorio. Sostenere apertamente che il Prof. Onida è un politico a tutti gli effetti, senza contorti e surrettizi distinguo, non può che essere un valore positivo sulle qualità e sul ruolo che si accinge a compiere.

Onida è del Pd, è bravissimo, è colto, ha una preparazione di altissimo livello, non solo giuridica; viva Onida. Il Prof. afferma che la priorità è la legge elettorale, forse tra le priorità va posta al quarto posto. Prima viene l’inefficienza della macchina burocratica che costa ad imprese e cittadini 73 mld. l’anno, poi la “giustizia”, con 10 milioni di processi pendenti e 20 milioni di cittadini in attesa di giudizio (costi incalcolabili, tenendo anche conto dell’ostacolo agli investimenti stranieri) ed ancora i debiti della P.A. verso imprese e professionisti, 100 mld di euro. Il Prof. Onida metta tutto il suo impegno, il suo carisma, la sua autorevolezza a convincere i dirigenti del Pd che serve un governo al paese e per il paese il governo, dato il responso delle urne, non può che essere quello delle larghe intese (comunque denominato e formato). Questa è cosa buona e giusta ed il popolo italiano con il tempo capirà e Le sarà grato. Dica a quelli del Pd che di impresentabili e di somari ce ne sono tanti in ogni dove e non è certo il dato anagrafico ed il sesso a rendere migliore la rappresentanza politica. In politica, come nelle tragedie del mondo l’avverbio “mai” non trova ingresso, perché la politica è l’arte del possibile. “Le folle non hanno mai provato il desiderio della verità. Chiedono solo illusioni, delle quali non possono fare a meno” Le Bon, la teoria sulla folla, così anche Freud e Wilhelm Reich. La folla ha scelto Barabba, poi ha capito di aver errato. A proposito del nuovo governo, il ministro della “Giustizia” già c’è, si chiama Paola Severino.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:44