La Rai a dieta, ma non troppo

Il popolo Rai attende con qualche apprensione che il direttore generale Luigi Gubitosi metta il 9 aprile tutte le carte sul tavolo del piano industriale. Finora si sono ricorse molte voci ma la voluminosa documentazione non è stata completamente analizzata dai consiglieri di amministrazione. Hanno chiesto un supplemento di tempo. Anche per non far andare di traverso le festività pasquali. La riduzione di alcune leve di comando è ormai certa ma si tratta di vedere a chi toccherà restare senza l‘ambita pozione di direttore. A molti resterà comunque la mansione ad personam. Si avrà anche la quantificazione dell’operazione scivolo per la quale sono stati stanziati in bilancio 53 milioni. Dagli iniziali 200 giornalisti e dirigenti che hanno accolto l’ipotesi si dovrebbe arrivare a circa 600. Altri tagli e riduzioni dovrebbero riguardare i settori dello spettacolo,della programmazione di fiction e Rai cinema.

Non si registrano più le accese polemiche dei mesi scorsi quando Berlusconi e il centrodestra erano accusati di monopolizzare, d’invadere il video dell’azienda pubblica. A parte qualche attacco dei grillini i canali e le trasmissioni d’intrattenimento politico godono di atteggiamenti non ostili. Persino Porta a Porta di Bruno Vespa riceve qualche considerazione in più anche da parte degli intellettuali di sinistra mai teneri con trasmissioni secondo loro conservatrici. L’unico dispiacere di queste settimane è venuto da un profilo su twitter della presidente Anna Maria Tarantola giudicato un falso da parte dell’ufficio stampa di viale Mazzini e nei cui confronti è stata chiesta la rimozione alla Polizia postale. Per le altre decisioni si arriva al massimo all’astensione del consigliere Roberto De Laurentiis sull’aggiornamento del palinsesto. Manco una parola sulla perdita dei diritti tv della Formula uno, 9 dei quali riacquistati da Sky (domenica quello della Malesia con il crollo di Alonso ha sempre fatto oltre 4 milioni di ascolto), sulle critiche alle due fiction su “K2: la montagna degli italiani” per il ruolo di Walter Bonatti e su “Trilussa: storia d’amore e di poesia”, in cui il poeta satirico romano appare una “ macchietta”.

Silenzio sull’inchiesta della Corte dei Conti per il cachet pagato a Bobo Vieri per la partecipazione a “ Ballando sotto le stelle” di Milly Carlucci (450 milioni per la Rai, 600 per altri) che dopo il successo della trasmissione ha scritturato per la sua ditta Bobo Vieri e Marco Del Vecchio per otto puntate su Sky. Tutto regolare? Nessun commento sul flop milionario di Roberto Benigni con “TuttoDante”, un’operazione costata 5,8 milioni di euro per 12 puntate e quindi 500mila a serata, precipitato al 4,5 di share. Gli assi della Rai sono ormai: Papa Francesco (dirette e messe con ascolti record), ancora nonno Libero con il "Medico in famiglia", Balotelli per i suoi gol al Brasile e a Malta, Crozza per le sue imitazioni a Ballarò di Pier Luigi Bersani, Fabio Fazio e Luciana Lizzittetto, la cuoca Antonella Clerici. Tutti personaggi interni? No, ma basta ripetere che la Rai vince il confronto con Mediaset, La 7 e gli altri gruppi in prima, seconda e per l’intera giornata. La media di share è tra il 40 e il 43%. Tutto bene anche per i sindacati? Mai più soddisfatti come ora. Il 93 per cento dei lavoratori ha detto sì al referendum sul ricco contratto (aumenti più premio per gli arretrati ) firmato da Cgil, Cisl, Uil, Ugl telecomunicazioni, Libersind, Snater. Accordo direzione-Usigrai sulle maggiorazioni riferite ai turni notturni che da ora verranno verificati automaticamente all’ingresso o all’uscita dopo l’inchiesta della Corte dei Conti.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:53