
Mai come in queste ultime elezioni internet è stato protagonista della scena. Certo è positivo, è la modernità, dobbiamo adeguarci e già lo facciamo in ogni ambito della nostra vita. Non mi spaventa internet, ma mi comincio a preoccupare seriamente dall’assenza di buon senso in chi lo usa. Il fatto è che sta diventando una sorta di guru in se stesso, con esiti persino tragicomici. Non importa chi scrive cosa, né perché lo scriva, su quali basi, ma ciò che conta è che sia scritto su internet. Tutto ciò crea un alone di misticismo, ancora più fondamentalista del buon vecchio adagio “è vero, l’hanno detto in tv”. Ora, il fatto che un tizio (non merita neppure di essere citato per nome) scriva che i vaccini facciano diventare autistici ed omosessuali, che i cancri si curino bevendo la propria urina, ed altre amenità, in condizioni normali sarebbe stato giustamente ignorato, al massimo ridicolizzato, e per lo più è quanto ancora accade, per fortuna.
Il problema semmai è chi gli crede, e sono tanti purtroppo, solo perché l’ha scritto su internet. Per questo è riuscito a farsi dare retta da una buona fetta di adulti, vaccinati e votanti, tanto che è considerato uno degli “esperti” consultati dal M5S lombardo, che in regione punta a vietare i vaccini. A quando la richiesta di abolire la chemio per sostituirla con aerosol di pipì? Ma fosse solo un caso isolato. L’altra sera ho avuto una conversazione surreale con un ragazzo che fa il cameriere per pagarsi gli studi. Fin qui nulla di male, anzi lodevole. Il problema è che si sta laureando in “scienze proibite”. Di fronte al mio stupore, mi ha spiegato che studia tutto ciò che gli scienziati “ufficiali” non considerano scienza, ma ipotesi assurde, ovviamente solo perché al soldo di non si sa bene quali poteri occulti, mafie, multinazionali di ogni prodotto consumabile, media collusi, complottisti di vario ordine e grado e chi più ne ha più ne metta.
Ma, ripeto, fosse solo un caso isolato. Il problema è che navigando in rete, mi rendo sempre più conto come internet stia diventando lo sfogatoio di questi pseudo-scienziati, autonominatisi esperti, che se ne fregano di Popper e tanto meno di tentare di dimostrare scientificamente le loro teorie, se non allucinazioni, che si sentono superiori a qualsiasi vero scienziato e, soprattutto, credono che il loro isolamento, l’assenza di successo, il mancato riconoscimento delle loro elucubrazioni sia solo frutto di una grande cospirazione. Ma, ribadisco, fossero solo casi isolati. Il dramma è che più passa il tempo, più prendono piede, fanno proseliti, hanno innumerevoli seguaci, non tanto per le loro ipotesi teoriche, ma per il fatto stesso di scriverle su internet ed essere osteggiati. Il metodo è collaudato, potrei dire quasi scientifico: hai una teoria strampalata, la scrivi su internet, sostieni che gli scienziati “ufficiali” ti hanno prima ignorato, poi deriso ed, ora, ti stanno attaccando perché ormai temono che tu possa metterli in discussione, ci aggiungi una multinazionale (un potere forte a caso, una loggia massonica utile alla bisogna, possibilmente pluto-giudo-sion-din-don-dan, il repertorio è sempre quello), che ricaverebbe un danno enorme dalle tue scoperte, un sicuro fallimento dovuto alle tue teorie che rivoluzionerebbe il modo di vivere dell’universo mondo, è hai fatto bingo.
Sei a tutti gli effetti uno scienziato proibito e da lì il successo è assicurato. Ed è un metodo molto efficace che sta prendendo piede, non solo in campo scientifico, ma in ogni ambito dell’informazione. È dall’11 settembre che si nota un fenomeno così esteso, che non accenna a diminuire. Anzi. Ogni notizia ormai deve provenire da internet, attenzione, non ci deve passare ed essere riportata, deve proprio nascere in rete, in qualche blog, meet-up, un sito settario possibilmente. Solo così acquista credibilità, se poi contrasta con quello che proviene dai media, da giornalisti-porci al soldo del padrone e delle multinazionali, è oro colato per i seguaci della Dea Rete. E il buon senso? Niente, ce lo siamo giocato. Non si ragiona più con la propria testa, non si cerca di capire, non ci si informa a dovere, non si studia, troppa fatica. L’hanno scritto su internet e questo basta. La scuola? Non serve, ci si rompe i co***ni, come afferma chiaro e tondo il buon Grillo. Per curarsi non serve andare dal medico, basta mettere i sintomi su google e, finito il testamento che ti viene istintivo scrivere al minimo starnuto, parli con altri malati, vedi come si sono curati loro e fai la stessa cosa, possibilmente senza medicine, così gliela fai vedere pure a Big Pharma. Assurdo? Non l’ho scritto io, ma sempre il trio degli scienziati proibiti su “Il Grillo canta sempre al tramonto”. Vedete, in qualsiasi ambito ti insegnano che è buona norma prima studiare le basi, capire i fondamentali di una teoria consolidata, scientifica o meno. Una volta che si padroneggia la materia a dovere, può anche venirti quella che reputi un’idea geniale, ma è sempre utile una sana dose di umiltà.
Ti informi se sia già venuta a qualcun altro in passato, capita il 99% delle volte, se e come sia stata smentita, e valuti se le relative dimostrazioni possano smontare anche la tua teoria. Se, e solo se, non è così, allora puoi seriamente pensare di esporla agli scienziati veri. La ribalteranno come un calzino e se ti dimostreranno che non sta in piedi, non è detto che sia per cattiveria, paura o corruzione. Potresti semplicemente aver detto una fesseria. Poniti questo sano dubbio, perché è sintomo di intelligenza. La presunzione su internet, invece, sta offuscando il buon senso. La rete non è Gaia, checché ne pensi Casaleggio, ispirandosi, e pure male, ad Asimov, che parlava di uno spirito più simile alla Forza di Guerre Stellari, che non ha nulla a che vedere con un contenitore ed un veicolo, quale è internet, né tanto meno con i suoi inquietanti influencer. Internet non è altro che la trasposizione virtuale del mondo reale, dove si ritrovano allo stesso modo persone intelligenti, idioti e delinquenti. Per capire a chi credere e da chi guardarsi, è necessario però essere adulti e vaccinati, ma soprattutto avere buon senso.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:48