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Quanto manca alla fine (dell’Euro e della partitocrazia italiana)? Forse, solo “Cento Passi”. Caro Bersani, le hai proprio sbagliate tutte! Dal 1917, è passato quasi un secolo, perché venissero a consunzione gli stanchi e antidemocratici riti del Comintern e del tuo Comitato centrale del Pci, guidati da una burocrazia d’apparato ottusa, pletorica e autoreferenziale. Sono stati loro i veri organi dittatoriali, in espropriazione del diritto dei lavoratori e dei cittadini al libero pensiero che, ipocritamente, Togliatti & Co. avevano introdotto nella Costituzione italiana del 1948, mutuandoli da quella sovietica, “mai” applicata. Già, non si capisce perché, dal Secondo Dopoguerra in poi, i partiti siano divenuti i padroni e i “dominus” della democrazia italiana, quando la Costituzione prevede (nell’ordine:) l’assenza del vincolo di mandato -ovvero, l’eletto risponde a “tutto” il popolo sovrano-; la discrezionalità del Presidente della Repubblica nella scelta del Presidente del Consiglio incaricato; la regolamentazione dei partiti e della rappresentanza sindacale, mai applicate.

Ora, è evidente a tutti che il sistema politico italiano stia per implodere, in questo stallo di un governo quasi impossibile da trovare e di un nuovo Presidente della Repubblica difficile da individuare. E, intanto, la Chiesa di Roma elegge, per la prima volta nella sua storia plurimillenaria, un Papa che viene dalla “Fine del mondo” e che prende il nome di Francesco della Comunità dei Poverelli. L’uno muore per consunzione interna, l’altro rinasce dalle sue ceneri curiali! Nel “cupìo dissolvi” delle sicurezze e dell’orgoglio nazionali, a seguito di una spirale recessiva senza precedenti e di una leadership politica totalmente evanescente, il Pd ha pensato bene di guardarsi l’ombelico, illudendosi che tutto restasse come prima, malgrado Grillo, e pensando di fare “spesa” nel supermercato di M5S! Per il giusto compimento dell’opera, poi, “Pigì” ha avallato la proscrizione politica della “Grosse Koalition”, con Pdl e Monti, incatenandosi all’umore parlamentare dei grillini, per un governo Bersani che non potrà mai nascere “sano”.

E tutto questo perché? Per assecondare la fame di potere e di poltrone di quelle centinaia di “intoccabili” del suo partito, ai quali è stato garantito un “posto al sole”, grazie al “Porcellum”, con le sue scandalose liste bloccate, e a uno spropositato premio di maggioranza! Una mente politica sana avrebbe pur dovuto rinunciare (investendo del tutto la Corte Costituzionale!) a quel raddoppio dei seggi alla Camera, vista l’esigua differenza percentuale che separa la coalizione di centrosinistra da quella di centro destra! E, invece, no: Presidente della Camera è stata eletta una deputata di un partito fortemente minoritario nel Paese, inviso in Europa e saldamente ancorato ai valori del comunismo storico, mentre al Senato va a sedersi un autorevole rappresentante della Magistratura, che ha avuto personalmente modo di istruire e supervisionare atti giudiziari, che hanno riguardato processi a carico di esponenti di spicco del Pdl! Così, ovviamente, si esalta solo e soltanto la tendenza “giustizialista” di Pd, Sel, M5S e di Lista Civica, per decretare l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi e la prevedibile e più che probabile concessione dell’autorizzazione a procedere, nei suoi confronti, una volta che le varie procure procedenti ne facessero richiesta.

Il paradosso vero è, poi, un altro ancora. Contrariamente alle sue più rosee aspettative, la formazione più antisistema (dopo la Lega!) nella storia italiana, quella di M5S, ha ottenuto un consenso plebiscitario inaspettato, tanto da venire a trovarsi “dentro” quella Bastiglia che intendeva espugnare, vestendo oggi la divisa dei guardiani dell’ortodossia della democrazia parlamentare! E, tutto questo, senza che i suoi leader abbiano ricevuto neppure un mandato parlamentare! Morale della favola: a Napolitano non resterà che raccogliere le meste spoglie di Bersani, trovando un jolly (temporaneo) della governabilità, che metta assieme un provvisorio “governo di salute nazionale” trasversale. A quest’ultimo spetterà di mettere la Spada di Brenno sui tavoli di Bruxelles -riformando il Fiscal Compact e Maastricht, ai fini di favorire lo sviluppo, contro il folle rigore teutonico!-, e di fare quelle riforme istituzionali (quali, ad es.: una legge uninominale a doppio turno; la riforma del bicameralismo, la cancellazione delle rendite parassitarie di politici e burocrati, etc.), che restituiscano dignità a questo sfortunato Paese!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:46