L'epic fail comunicativo di Monti

L’ex Premier, il 27 Settembre scorso, intervenendo durante il Council on foreign relations a New York , dichiarò testuali parole «Ho confermato che non mi presenterò alle prossime elezioni e ritengo di rimanere estraneo agli schieramenti». Il 23 Dicembre, rivendicando il buon operato del suo governo durante la conferenza stampa di fine anno dichiara: «Se una o più forze politiche, con credibile adesione alla mia agenda, manifestasse il proposito di candidarmi a Presidente del Consiglio, valuterei la cosa. ». Rispondendo ad una domanda di un giornalista, aggiunge «Sono fra coloro che non hanno simpatia per i partiti personali o che sembrino personali, non ho pensato al mio nome, mi interesserebbe molto di più se l’Agenda Monti servisse a fare chiarezza e unire gli sforzi».

Il 28 Dicembre @SenatoreMonti cinguetta quanto segue «Ho deciso di #salireinpolitica: sono con gli Italiani che vogliono il cambiamento». Il percorso che lo ha condotto a gareggiare nella horse race per la salita in politica culmina il 4 Gennaio 2013 con la presentazione del simbolo per la Camera realizzato dall’agenzia di comunicazione Proforma di Bari: “Scelta Civica, con Monti per l’Italia”. Il nome del senatore a vita è ben visibile nel logo, coerentemente alla sua antipatia per i partiti personali o pseudo tali. La costruzione del “Personaggio” Mario Monti e la sua messa in scena nel palcoscenico mediatico della campagna elettorale ha rivelato vari aspetti non proprio positivi. E’ noto che uno degli aspetti sui quali il cittadino-elettore tende maggiormente a concentrarsi è la personalità, il carattere. In particolar modo la capacità di porsi in una relazione di fiducia con chi ascolta. Il candido ideale colpisce, non solo per ciò che dovrebbe e vorrebbe fare ma soprattutto per il carisma che dovrebbe contraddistinguere ogni leader che si rispetti. L’immagine, si sa, conta più del programma politico in sé. E soprattutto, come veicoli il tuo messaggio? Mario Monti, è stato incapace di costruire una narrazione chiara, efficace e credibile ai cittadini italiani.

I media hanno fatto passare il messaggio che Monti ha spazzato la polvere sotto al tappeto accumulata dai precedenti governi, “ridando credibilità al nostro Paese”. Pertanto sarà apparsa poco credibile la sua proposta di rivedere quella che poi è stata il cavallo di battaglia dei suoi avversari, cioè l’IMU. Il suo tono pacato e non coinvolgente non ha acceso grandi speranze nell’elettorato emotivo e le sua apparizioni in TV avranno lasciato una certa perplessità nell’elettorato razionale, su cui invece avrebbe dovuto puntare tutto. In particolare la curiosa intervista a “Le Invasioni Barbariche” svolta da Daria Bignardi, ci ha regalato una delle immagini più brutte e sconcertanti di questa campagna elettorale, oltre il giaguaro di Bersani a Porta a Porta, ovvero le coccole di Monti al cagnolino, chiamato ironicamente “Empty”. Inutili gli sforzi della Bignardi di offrirgli una birra in diretta per farlo distendere. In barba, al suo tweet inviato dall’iPhone della conduttrice “W l’empatia”. Niente da fare. Qualcuno venuto dal nuovo continente, David Axerold, gli avrà suggerito sicuramente azioni e comportamenti giusti da tenere in una campagna elettorale ma siglabili solo come epic fail nel suo caso: aggredire e criticare l’avversario in maniera pungente, l’uso massiccio dei social network e proporre una reale idea di cambiamento.

Tutte strategie che si sarebbero rivelate vincenti se solo le avesse condotte nella maniera appropriata: ad esempio se avesse criticato “da professore” in maniera netta gli avversari sui contenuti, intercettando l’elettorato spassionato, evitando i toni accesi tipici della campagna. Sarebbe stato interessante l’uso dei social in una direzione “non giovanilistica” (e quindi forzata). Per l’idea di cambiamento bastava rendere ridondante l’immagine che su di lui avevano cucito ad hoc, nei mesi precedenti, i media nazionali ed internazionali. In relazione alle dichiarazioni elencate inizialmente e al come in realtà si sono svolte le cose, pare proprio sia venuta a mancare la credibilità verso la “Scelta Civica”. Scarsa credibilità di dichiarazioni e di intenti, mancanza di empatia, alleati discutibili, assenza di uno storytelling efficace, strategie sbagliate e contraddizioni evidenti hanno consegnato al Professor Senatore Mario Monti un risultato alquanto scarso rispetto alle sue nobili intenzioni, riuscendo come un cammello per una cruna di un ago a raggiungere la soglia del 10,6% alla Camera e il 9,1% al Senato. Un perfetto esempio di fallimento di immagine, conseguente alla rinuncia a vendere un prodotto- candidato lavorando sulle sue peculiarità. Si è preferito forzare la natura del candidato-Monti (dall’immagine glaciale, ma seria e affidabile) mettendogli sopra un bel vestitino a fiori: la gente potrà anche aderire ad una fantasia, ma è ben allenata a fiutare una forzatura.

tratto da: www.likebreakfastcereal.it

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 10:39