Beppe Grillo dopo lo Tsunami

Piazze piene non sono per forza urne vuote. Una piazza San Giovanni piena significa un 2% del’elettorato, 800mila persone. La diversa attendibilità dell’organizzatore, negli anni, ha fatto parlare per gli stessi spazi, di numeri ben diversi, dai 2 milioni ai 300mila. L'Ansa tempo fa misurò i 42.700 mq della piazza e la sua capienza massima di 256 mila persone. Doveva però rintuzzare la polemica di Berlusconi che nel ’96 parlò di 1 milione di persone. Poi la triplice sindacale col ribadito milione, due per la Cgil, si scontrò con i 500mila di Maroni ministro degli interni: Tutto dipende dalla media di occupanti variabile che va dalle 2,5 alle 6 persone e dall’inclusione o meno dei dintorni dietro il Laterano. Le polemiche riguardano il comizio finale Tsunami di Grillo, ridimensionato da Marsilio dei Fratelli d'Italia a 70mila partecipanti, forse un refuso con l’omissione di uno zero.

La kermesse della piazza romana ha siglato le elezioni 2013, al di là del risultato, come quelle di Grillo; non foss’altro per il seguito di un movimento outsider vincente a Parma ed in Sicilia, di scene maoistedannunziane come l’attraversamento a nuoto dello stretto di Scilla&Cariddi da parte della tondeggiante figura fantozziana del comico ligure. E’ avvantaggiatodalla caduta lungo la via dei simili, Giannino, Ingroja e Pannella, e dall’ idea che il Pdl non colmi il gap del 5% rispetto a Bersani. La richiesta precisa Pd di legiferare sui partiti, imponendo regole certe, statuti e regolamenti teoricamente sembra legittimata dalla richiesta di trasparenza, fatta anche dal webmaster Casaleggio in un’inedita apparizione a San Giovanni. L’esperienza, però, dei manuali Cencelli, dei modelli concorsuali pubblici fa pensare a regolamenti fatti da e per apparati, utili a reprimere le spinte delle opinioni popolari. Così la proposta Pd, assieme all’esclusione dalle sue liste elettorali di capataz quali D’Alema, Veltroni, Turco, Castagnetti, Lucà , Follini, Morando, Serafini e Parisi, peggiorano le sorti del centrosx.

La rottamazione renziana ha fallito i veri obiettivi quali Letta, Bindi e Finocchiaro. Se il Pd sostituisce la nomenklatura con un’infornata di giornalisti (Mucchetti, Capacchione, Mineo) e magistrati come Grasso, Grillo ha cercato di cacciarli dalla sua piazza, ricorrendo alle forze dell’ordine; per poi scoprire, come succede spesso al cittadino, che chiamare i carabinieri significa passare da vittima a colpevole. Iacopino, presidente dell'Ordine dei giornalisti ha stigmatizzato i grillini parlando di politica deteriore; più pesantemente il segretario della Federazione della stampa Siddi ha denunciato un’istrioneria irresponsabile. Tutti regali elettorali per Grillo che fa a gara con Berlusconi nell’accusare i media di fazioneria avversa, e con ragione. Il comico attacca a testa bassa la stampa, la partitica e la presidenza della repubblica; ciò che la maggioranza dei votanti, a destra come a sinistra, vuole sentire da leader forti. Malgrado la voglia di di proporzionale dei professionisti della politica, gli schieramenti sono maximepersonalistici: i rispettivi partiti dei Pannella, Ingroia, Giannino, Monti, Berlusconi, Storace, Grillo senza i leader sono nulla.

Nei prossimi anni l’anagrafe cancellerà Pdl, centro, lo stesso M5S; non il populismo, sventolante a San Giovanni, nel cartello “Partito Populisti”. Il leader M5S minaccia con stile mussoliniano le istituzioni tutte “Arrendetevi, siete circondati !”e l’uditorio non pensa solo ai politici, ma ancora di più ai manager industriali e finanzieri, ai burocrati, ai magistrati, ai giornalisti. La condanna della classe dirigente è un dato condiviso. Una classe dirigente che simbolicamente si presenta o nelle vesti della senescenza della Carrà o nel giustizialismo finanziato; che fallisce tutti i suoi proibizionismi. Ha voluto demonizzare Grillo, poi tenendolo al centro dell’attenzione mediatica. La rete del webmaster grillino Casaleggio di rimbalzo se ne è avvantaggiata enormemente, divenendo il primo blog italiano. I blog che seguono quali Wu Ming, Lerner, Messora, Cadoinpiedi, Polis, Giannino, Rischio Calcolato, Blogosfere, Byoblu, seisu AppleeTechMarketing , non hanno peso elettorale.

Il web a Grillo serve per gli incontri sul territorio diffusi su Meetup dai seguaci. Tutti i partiti chiamano ad una partecipazione negata in realtà; gli unici ad applicarla sono i grillini all’insaputa del leader medesimo. È un fallimento anche il proibizionismo dei sondaggi, che girano sotto mentite spoglie anche nelle ultime ore. Il Senato dipenderà dai 41 seggi siculolombardialla maggioranza,in evidente bilico. Un terno al lotto le previsioni degli istituti, che in 5 e 3 danno vincente la dx in Lombardia e Sicilia, in 2  vincente la sx ed in 2 optano per il pari. Più chiara la situazione nazionale, dove l’ennesimo tentativodi un Polo centrista va verso l’irrilevanza. Il M5S di Grillo era al 20% all’apogeo della tax policy montiana del ‘12, poi con il ritorno di Berlusconi scese al 12%; ora torna ad un attribuito 21,1%.

Commosso, Grillo si è detto cambiato dall’avventura M5S. Ed è vero. Grillo cominciò attaccando Craxi come Benigni o i fratelli Guzzanti, uscendo dalla Rai come Fo. Comiziò attacchi all’industria come Greenpeace e Verdi. Poi divenne giustizialista più di Di Pietro, Meloni, Ingroja; nazionalista senza esborsi ad Europa e Nato più di ogni destra, evasionista in nome di antifinanza e antiburocrazia più della Lega. Se i poteri forti trovano la loro ideologia autoritaria nell’azionismo, Grillo l’ha trovata nell’Uomo Qualunque di Giannini, movimento postfascista senza fascismo. La fantasia del potere del ’77 regna nella lotta tra miliardari seguiti da 3 milioni di disoccupati ed altrettanti cassintegrati. Sfugge all’interno ed all’estero che il populismo non matura finchè non affronta la pagina, rimasta aperta dopo 70 anni della sconfitta bellica, le cui conseguenze pesano su istituzioni e sovranità. Il Pdl non è abbastanza populista. La richiesta fatta ai suoi di competenza e trasparenza dal manager fallito e secretato Casaleggio suona ugualmente incongruente. Cento deputati sconosciuti agli stessi leader del M5S, berlusconisti senza Cavaliere, potrebbero essere una sorpresa per chiunque, inclusi tutti i miliardari.

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:43