
Dopo oltre 30 anni in politica l'On. Pier Ferdinando Casini lancia dagli schermi della TV la sua ricetta: bisogna essere persone serie. I fatti politici allarmanti, i fallimenti economici e sociali all'attenzione dei cittadini italiani e del resto dei popoli europei (che ci suggeriscono da chi dobbiamo essere governati) trovano, vivaddio una pronta soluzione nelle parole del leader dell'Udc. Bella trovata, ma non siamo al condominio di Piazza del Gesù. Casini non si è accorto di avere illustri predecessori nella strada della redenzione e nei ruzzoloni delle percentuali di voto. Di Pietro ha tuonato contro coloro che lanciano in politica corrotti, corruttori, ladri di biciclette, truffatori di periferia, mercanti di voti di scambio, personaggi dal curriculum indecente, mezzemaniche colluse con la mafia. È precipitato dall'8 % al 1,5%. Bossi ha accusato quelli del centro e del sud di essere ladroni, di vivere alle spalle dei padani che lavorano, di essere incapaci di generare reddito e profitti, tutelati dal posto fisso garantito negli enti pubblici di diversa ed oscura denominazione. Bossi è caduto dal 11% al 4% (grazie anche all' intervento provvidenziale del bravo Maroni).
L'On. Casini, e lo diciamo con il dovuto rispetto, dopo oltre 30 anni in politica e per aver frequentato nell' ultimo anno uno chi ci capisce, l' Illustre Prof. Monti, ci invia un forte messaggio: dobbiamo essere persone serie. Dispiace sottolineare che il primo a non essere serio "politicamente" è proprio lui, che con aplomb di maggior livello, ci comunica le stesse sciocchezze ("politicamente parlando") del leader di SEL Nichi Vendola. Puntare sulla impossibile selezione di persone serie e responsabili per conferire il governo del paese è operazione fallimentare che neppure una piccola azienda sarebbe in grado di realizzare. Anche se tutti i selezionati venissero dalla osannata società civile ci sarebbe da stare preoccupati, visti gli arresti e gli episodi criminali recentemente saliti alle cronache della stampa. Ed allora? L'azienda italiana con tutte le sue molteplici variabili istituzionali, economiche e sociali, con il peso di poteri importanti quali la magistratura, l’informazione e i sindacati è un grande sistema composto di tanti sottosistemi che ne condizionano il funzionamento, ne determinano le attività, ne disegnano lo sviluppo e la crescita economica e civile. E quindi non è possibile prescrivere una medicina buona per tutte le malattie.
Come un medico esperto che conosce il sistema uomo e trova la medicina adatta per ogni disfunzione, così il politico e la politica (come si usa dire con termine vago ed incolore), deve tentare di dare soluzione ai vari e molteplici problemi (facenti parte del sistema), ricercando, avvalendosi dei riferimenti scientifici che pur ci sono, ciò che è concretamente fattibile, abbandonando il fallimentare "dovrebbe essere"; perché "il dovrebbe essere", scandire i diritti e i vantaggi per tutti ad ogni costo, senza priorità e gradualità, ci ha portato alla situazione odierna che per la sua evidenza non ha bisogno di commenti. Se tutti sono inadatti, tutti sono adatti. Se tutti sono inadatti qual'e il criterio per concepire la graduatoria dei più adatti o dei meno inadatti. La formula la suggerisce l'Economist, concorrente dichiarato dei prodotti media del Cavaliere.
Se i partiti ed i politici (tutti) non possono rappresentarci, si deve puntare sulla società civile. Ma qual è la società civile? E meno impresentabile dei partiti? I soggetti della società civile sono migliori dei cosiddetti politici? Dai recenti arresti sembra di no. Possiamo farci rappresentare da soggetti come Ambrosoli, la Carfagna, la Serracchiani, che pure sembrano belle persone? È sicuro che sono migliori del tanto criticato Cosentino (nel 1995 accusato da un cosiddetto pentito)? Ambrosoli fa dimettere chi viene rinviato a giudizio, dimezza le indennità dei consiglieri eletti. Già fatto, vedi Grillo e il governatore della Sicilia. Minzolini, sputtanato da tutti i suoi colleghi “giornalisti”, è stato assolto, cosa dice Ambrosoli? Qual è il problema? Il cancro letale è dilagato in ogni luogo, in ogni ambito della vita del paese. Corrompe tutto, ostacola lo sviluppo del Paese. La malattia è stata contagiata già dagli anni '70 : le Regioni, la crescita esponenziale degli enti pubblici, la presenza nel mondo produttivo di una azienda pubblica con un fatturato del 52% del Pil; monopolizza tutto il resto del paese ne condiziona quella residua del privato del 48%.
Corrompe in ogni dove, senza distinzione di bandiera, di appartenenza politica, di presenza nel mondo della società civile. Perché la democratica e garantista Usigrai (sindacato dei giornalisti Rai Tv) è contro la reintegrazione dell’ex direttore del Tg1 Minzolini? Per lui non vale l’art. 18. Cosa dice l’Avvocato Ambrosoli che si candita a governare la Lombardia? Potrebbe farsi, se veramente viene dalla società civile, promotore della abolizione delle Regioni, delle Province, della riduzione dei comuni da 8.000 a 1.000 e di tutte le 5.000 aziende municipalizzate.
Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 10:52