
- - - Questa volta ho deciso di votare Grillo. Ah sì? E perché? Perché è una novità, sono stufo di tutti questi politici di professione che ci rubano i soldi, devono capire che è ora di cambiare, che non se ne può più delle loro ruberie, degli sprechi di denaro pubblico. Ma ti sei chiesto chi eleggi? Credi davvero che basti essere nuovi per essere migliori? Oltre alla novità, mi sai dire come pensi che questi nuovi eletti possano governare l’Italia? … (silenzio imbarazzato). - - -
Sintesi di discorsi che con poche varianti ho sentito ed avrete sentito molte volte ultimamente. E già qui rabbrividisco perché l’idea che la novità fine a se stessa sia garanzia di miglioramento è troppo spesso pia illusione, quando non peggiora addirittura la situazione. Anche in Russia nel 1917 pensavano che bastasse distruggere il sistema per migliorare, e si sono ritrovati i bolscevichi. Anche in Nord Africa pensavano che bastasse cacciare i vecchi governanti per diventare liberi e moderni, e si sono ritrovati i Fratelli Musulmani. Capisco che la tentazione sia forte, non nego che la maggior parte dei politici meriti di essere cacciata per incapacità manifesta, e non solo per le ruberie. Però, non mi basta cambiare, voglio capire se non mi butto dalla padella alla brace e chi sto votando, voglio approfondire il disegno politico che c’è dietro ad un programma di governo, e soprattutto se c’è un programma, qual è l’idea di fondo a cui si ispira. Grillo ha molti meriti e alcune buone idee, non lo si può negare. Ha saputo dimostrare negli anni un senso pratico che purtroppo manca alla maggior parte della classe politica, tanto da affascinare anche me inizialmente.
Presi singolarmente alcuni progetti non sono sbagliati e sarebbe bene fossero presi in considerazione da chiunque si ritrovasse a governare. Il problema semmai è quando vai ad approfondire l’insieme, quando cerchi di trovare una linea comune, perché è lì che emergono le contraddizioni profonde, l’idea di fondo che mi fa capire quanto sia lontano da qualsiasi spirito liberale. Ora, che i nimby, no-tav, i no-global, i no-inceneritore, no-mose, no-questo e no-quello lo votino lo posso anche comprendere, perché è l’unica sponda che trovano alla loro avversione pura e semplice a qualsiasi idea di progresso e di coesione sociale. Viste le battaglie che appoggia, infatti, non si discosta molto da chi pensa che si debba tornare all’età della pietra, in un ambientalismo spinto all’estremo, che nega qualsiasi nuova opera a prescindere solo perché fatta dall’uomo, o peggio dagli sporchi capitalisti. Mi stupisce, piuttosto, che chi si professa liberale sottovaluti questo suo aspetto e pensi di votarlo senza comprendere quanto le sue idee siano contrarie al mercato in sé e per sé.
Non si rendono forse conto che siamo di fronte all’ennesimo caso di movimento ispirato alla limitazione forzata di qualsiasi iniziativa imprenditoriale, non lontana da chi ritiene che il profitto ed il denaro, altrui, siano solo sterco del demonio. Perché è proprio questo che mi lascia perplessa del non-programma di Grillo, la contraddizione intrinseca tra chi cerca i voti anarchici, liberali, anticasta, ma finisce per essere l’ennesimo guru pronto a statalizzare tutto ciò che incontra sul suo cammino. Acqua gratis, internet gratis, rinazionalizzazione della rete Telecom e, magari, già che ci siamo delle Poste, del gas, dei trasporti, delle ferrovie, delle autostrade, riduzione degli stipendi dei manager di aziende private, aggiungici lo stipendio assicurato a chiunque non lavori, e neppure abbia intenzione di farlo, e la domanda sorge spontanea: chi paga? Tutta qui la novità? Allora siamo sempre lì, gira che ti rigira ci ritroviamo nell’eterno dilemma sul ruolo dello Stato: deve essere lo Stato al servizio dei cittadini o i cittadini al servizio dello Stato? E mi dispiace, ma in troppi stanno sottovalutando il fatto che l’idea di fondo del programma pentastellato sia proprio la seconda.
Quando cominci a nazionalizzare tutto, ad avversare il mercato perché cattivo di per sé, ad illudere la gente che si possa ottenere tutto gratis, come se la gratuità esistesse in natura e non ci fosse nessun lavoratore dietro da pagare per ottenere servizi o beni, allora torni alla solita idea di pochi cittadini lavoratori e spremuti come limoni a suon di tasse per mantenere tutti gli altri a scrocco. Ma, soprattutto, ciò che viene sopravvalutato in Grillo è l’idea che sia il simbolo dell’antipolitica, colui che spazzerà via l’odiata casta. Sì, è vero, ma per sostituirla con un’altra, ancora più vorace della prima. Non è altro che una lotta di potere per andare a sedere nella stanza dei bottoni, per decidere chi andrà a capo delle varie aziende statalizzate o controllate dal governo, chi potrà piazzare i suoi uomini nei consigli di amministrazione delle municipalizzate, delle banche e di tutti gli enti inutili che governano, o meglio soffocano l’economia. Quindi io dovrei credere che questi nuovi eletti, solo perché nuovi, solo perché hanno pubblicato il curriculum su internet, una volta giunti al potere dovrebbero essere migliori di quelli che li hanno preceduti? Linkedin e Monster sono pieni di curricula, ma non per questo sceglierei lì chi mi governa.
Dovrei credere che non si faranno corrompere dal potere solo perché dietro ci sono due riccioluti che li comandano a bacchetta? Semmai mi dovrei preoccupare del fatto che i due riccioluti abbiano tanto potere su questi inesperti e possano essere loro, alla fin fine, a decidere tutto e per tutti. No, non credo che la soluzione sia questa. Anzi, continuo a pensare che questa idea di fondo sia il problema. Parto dal presupposto che tutti siano corrompibili, è solo questione di prezzo, per cui se voglio evitare gli sprechi di denaro, se voglio eliminare la casta, o quanto meno ridurne i privilegi, ho una sola strada: ridurne il potere. E la riduzione del potere si può avere solo in uno Stato più liberale, che si limita a fornire i servizi pubblici essenziali legati all’esercizio del potere pubblico non delegabili, che liberalizza e privatizza tutto il resto in ogni ambito dell’economia, non la gestisce e non ci si ingerisce, non avversa il mercato, ma si limita a porre delle regole ragionevoli perché nessuno abusi della propria posizione a scapito degli altri. Se avete la stessa idea e pensate di votare Grillo temo che stiate sopravvalutando le sue ricette e sottovalutando i suoi disegni.
Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 10:39