“Rivoluzione digitale” al Sole 24 Ore

Andare in rosso per un imprenditore rappresenta una sconfitta personale e dell’azienda. Chiudere i bilanci in profondo rosso per il giornale dell’Associazione degli imprenditori è uno schiaffo alle capacità manageriali dei singoli che si ripercuote su tutta l’organizzazione. Il Sole 24 ore (67% delle azioni detenute dai vertici di viale dell’Astronomia all’Eur) consegnerà, ad aprile, al nuovo consiglio d’amministrazione una perdita tra i 40 e i 50 milioni di euro. Non gode buona salute neppure l’agenzia economica Radiocor. Si salva, per ora, soltanto Radio24.

Il primo anno di gestione del presidente Giorgio Squinzi (l’industriale chimico le cui aziende sono leader nel mondo dei materiali per le costruzioni e che non conoscono passività) sta per chiudersi con una “grana” delle immense proporzioni che mette in fibrillazione l’intero gruppo dirigente che con i conti dovrebbe avere dimestichezza. L’eredità, in questo campo, di Emma Marcegaglia è pesante. In difficoltà l’amministratore delegato Donatella Treu.

La realtà impone al quotidiano della Confindustria (circa 260mila copie vendute giornalmente tra edicole e abbonamenti che oscillano intorno agli 80mila) di correre ai ripari con una cura ferrea. I primi a subirne le conseguenze furono i grafici e i poligrafici che durante la direzione Riotta furono ridotti nel 2010 di 179 unità. La cura dimagrante del gruppo è proseguita con i 256 redattori attraverso il meccanismo del “contratto di solidarietà” che permette all’azienda di trattenere il 15% della busta paga (in parte compensato dall’Inpgi), accettato all’80% con un referendum. Per i giornalisti dell’agenzia Radiocor le richieste dell’azienda sono più pesanti: meno 6 giornalisti a Milano (da 19 a 13), meno 6 a Roma (da 16 a 10) e aumento dell’attuale livello di solidarietà dal 9 al 35% che significa passare da 2 giorni al mese non lavorati a otto.

Analizzando i dati economici negativi (le perdite nella trimestrale di settembre 2012 sono state 22,7 milioni di euro) i vertici del giornale economico-finanziario hanno deciso di inasprire le misure del contratto di solidarietà che erano state concordate con i sindacati fino al 2014. In risposta alla crisi dell’intero comparto editoriale il Sole 24 ore ha rivoluzionato la sua organizzazione prendendo esempio da alcune delle maggiori testate internazionali. Ci sarà cioè una nuova organizzazione integrata tra il quotidiano cartaceo e il settore on line digitale, con un orario no-stop per il sito web, un superdesk in cui lavoreranno 12 giornalisti sotto la guida di Marina Marcelloni, Mauro Meazza e Guido Calmieri. 

Un’unica “newsroom” operativa dall’alba alla notte. Secondo il direttore Roberto Napolitano (prima al Messaggero) con questa risposta innovativa «abbiamo smesso di pensare separatamente in termini di carta e di digitale». La principale testate economico-finanziaria cerca di offrire «uno strumento di lavoro multimediale, indispensabile per il mondo delle imprese, della finanza, per i professionisti e le amministrazioni pubbliche centrali e locali».

La strada è quella di rinnovarsi in un momento in cui gran parte dei bisogni dei cittadini coincidono con i problemi dell’economia. Il nuovo sito si completerà a marzo con il lancio della nuova offerta “Business class”. Il tutto in maniera sinergica per dare, dice il direttore dell’area Anna Matteo, «ai clienti un’offerta unica di servizi con banche dati, rassegne internazionali, documenti». È una sfida alla crisi. Anche per i giornalisti e i lettori.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 10:42