Banche e finanza: è l’ora della trasparenza

Monti a “Chi l’ha visto”? A pensar male si fa peccato, ma... E qui gli italiani, che sono stati costretti a versare 4 miliardi di Imu per la prima casa, hanno fatto “quattro” rapidi conti, ritenendo (certamente a torto) che, quei soldi, fossero stati il regalo di Monti a Mps (Monte dei Paschi di Siena, banca “fidelizzata” al Pd, partito quest’ultimo solo “teoricamente” antagonista del Prof. alle prossime elezioni). Il governo, Grilli in testa, risponde che “Nossignore!”: Mps pagherà a tassi elevati - appena inferiori a quelli d’usura! - il prestito ricevuto. Perfetto, sembrerebbe. E, invece, no! Due rapide considerazioni in merito. Primo: dove sta, di grazia, copia via web (in modo che, aprendo Internet, lo possano vedere e verificare tutti quanti) del contratto di prestito relativo? Perché, finora, non lo si è reso pubblico? Secondo: è vero che, in caso d’insolvenza, Mps può rendere il prestito a Grilli in “titoli”? E quale natura avrebbero questi ultimi? Le azioni ordinarie di Mps che, in caso di fuga dei correntisti, non varrebbero più nulla? Scusate, ma perché non si pubblica in prima pagina l’andamento pluriennale della raccolta di denaro dal risparmio privato, da parte di Mps? E, poi: che senso ha “statalizzare” chi ha creato simili voragini, discriminando istituti bancari sani, che gradirebbero moltissimo l’ingresso dello Stato, per tutelare i prestiti all’economia reale dei cittadini e degli imprenditori, con sane idee e iniziative in testa?

Per favore, non prendiamoci in giro con la storiella del “vecchio” e “nuovo” management! È tutto quello che, storicamente, ruota attorno a Mps, politica locale e Fondazione comprese, che andrebbe radicalmente cambiato, e non si può! Mps è, infatti, il simbolo, il modo di essere, l’orgoglio di un’intera comunità locale. Eventualmente, è solo e soltanto quest’ultima che se ne deve far carico, per salvarla o farla fallire. Agli Italiani, semmai, serve una Banca Nazionale statale per gli investimenti e i consumi “nuova di zecca” - il cui capitale sia garantito, ad esempio, con le riserve auree di Bankitalia -, che si qualifichi, come tale, per l’accesso al credito della Bce. Lasciatemi, da profano, sollevare un altro punto, che ritengo di fondamentale importanza: anziché curare il malato da... morto, perché Monti & Co. non propongono all’Europa, e a chi verrà dopo di loro (Bersani o Berlusconi che siano), di affidare al Bankitalia, tra i nuovi poteri, quello della verifica preliminare di contratti e patti societari ad altissimo rischio, come i derivati tipo Alexandria, rendendoli nulli e privi di efficacia, qualora non vengano comunicati, o superino una prestabilita soglia di rischio nell’investimento, parametrata sugli “asset” reali degli Istituti interessati? 

Altra considerazione: occorre annullare del tutto gli enormi vantaggi dei manager di istituti bancari e finanziari, che guadagnano fortune moltiplicando come Re Mida le ricchezze di carta, che fanno lievitare a dismisura le azioni delle rispettive “maison”, per intascare, poi, dividendi miliardari sulle “stock-option” in loro possesso! Solo chi fa crescere l’economia reale, con sani investimenti e rischi mirati, può motivatamente chiedere alla collettività di remunerare adeguatamente i propri risultati! 

Altro punto che interessa i cittadini: è vero, come sostiene Giulio Tremonti, che Bankitalia conoscesse i termini dell’accordo suicida tra Mps e Nomura, per la copertura delle enormi perdite dell’Istituto senese? Se così fosse, prego chi ha competenza e professionalità di proporre una bella “class action” contro l’istituto di via Nazionale (che, è bene ricordarlo, ha nel direttivo della banca soggetti privati), per non aver adeguatamente tutelato i risparmi di investitori e correntisti. 

Altra anomalia da rimuovere del tutto è quella relativa ai “patti di sindacato”, dove minoranze azionarie molto ristrette fanno il bello e cattivo tempo sulle decisioni degli istituti bancari sotto il loro controllo, ai danni, in genere, dell’azionariato diffuso. Soprattutto, come si è visto drammaticamente per Mps, e non solo, è giusto che tutte le azioni pesino allo stesso modo, quando c’è da operare la scelta dei relativi vertici decisionali degli Istituti bancari e finanziari, assicurativi compresi. Per questo, basterebbe pubblicare online i curricula di tutti coloro che si intendano candidarsi per gli incarichi di vertice, ciascuno corredato dal programma del candidato - per quanto riguarda il rilancio delle attività e le nuove iniziative -, ammettendo l’espressione delle preferenze a distanza, tramite posta certificata, da parte di ogni singolo azionista, per avere garantiti quegli spazi di democraticità che oggi sono del tutto assenti. Pensate che si tratti di un’utopia?

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:04