Pinocchio, il Gatto e la Volpe

Collodi, chi? Ah, quello di Pinocchio-Monti, del Gatto-Fini e della vecchia Volpe-Casini. E gli zecchini d'oro? Quelli li ha estorti il Mangiafuoco di Bruxelles agli spettatori paganti (noi, tosatissimi contribuenti), costretti ad assistere al teatrino della politica -italiana ed europea- con il fucile puntato alla schiena, a opera dei plotoni di esecuzione del Generale Fisco e degli spioni del suo sicario Equitalia. Curiosa, però, questa recente piroetta del Presidente Monti. Il Professore, infatti, quando governa lui, mette tasse e Imu, deprimendo senza vergogna l’economia e i consumi, mentre quando “sale indirettamente” in politica promette di addolcirle e di ridurre l’Irpef (e già vedo allungarglisi il naso), facendo il verso a Berlusconi e Grillo. Tutto, insomma, pur di non mollare l'adorato scranno di Palazzo Chigi. Ma il ventre della Balena tedesca (o neo-democristiana) non basterà, di certo, a proteggerlo dai marosi che si agitano già nelle urne, da parte di coloro che non sono ricchi e mai lo diventeranno.

Regola prima: le cupole massonico-finanziarie possono fare tutti i giochi che vogliono, nelle stanze chiuse dove si decidono le "bolle" speculative mondiali, senza mai rimetterci nulla, una volta che siano esplose, perché a pagare ci penseranno disoccupati, poveri, classi medie depauperate, giovani senza più lavoro e che non hanno nessuna speranza di trovarlo! Il discorso è, però, del tutto diverso, quando si vanno a contare i voti. Per tornare al potere è necessario che il “Popolo” lo autorizzi: i giochini di Palazzo valgono per l'emergenza, non per espropriare definitivamente la sovranità popolare, facendo leva sull’investitura dall'alto dei così detti "Poteri forti". Merkel potrà far digerire il Fiscal Compact a un Parlamento di nominati, ma difficilmente riuscirà a condizionare chi ha fatto le primarie per scegliere i propri candidati (vedi Pd). Ecco il segreto: Monti sta lì, fermo come una stalagmite, proprio per mettere a punto l'esatto opposto della democrazia dal basso, pretendendo di scegliere, lui solo, i candidati da inserire nella sua lista alla Camera e in quella unificata al Senato.

Però, anche questo non basta. Per governare, serve una maggioranza parlamentare e, quindi, le liste pro-Monti dovranno avere un “piazzamento” utile (non inferiore al 30%), per designare il Professore come presidente del Consiglio incaricato. Difficile, se non impossibile, visto che Monti frequenta soltanto le “piazze” mediatiche, sottraendosi così al confronto diretto con i cittadini elettori, mentre, al contrario, i suoi diretti “competitor” adorano i bagni di folla. Primi, fra tutti, Berlusconi, Bersani, Grillo e Vendola. In questi giorni di anticipo della campagna elettorale, non pochi autorevoli commentatori insistono a chiedere ai candidati-premier formule concrete, e non parole vuote, per ridurre, quanto meno, le attuali disuguaglianze sociali, tra chi ha un lavoro garantito (come gli impiegati pubblici, per i quali nessuno sa come valutarne risultati e produttività), e chi ha un lavoro precario o è disoccupato. Più in generale, mancano del tutto risposte concrete sulla riduzione della spesa pubblica e sul nuovo volto che deve avere il "welfare state", in un futuro di risorse stabilmente scarse.

Ad esempio, sono noti a tutti gli immensi sprechi che si annidano nella spesa sanitaria: ebbene, come intendono Monti, Bersani e Berlusconi mettere giudizio alle lobby burocratico-imprenditoriali-farmaceutiche, che fanno lievitare a loro piacimento i costi dei farmaci e dei prodotti sanitari? Una notazione: che senso ha far gravare l'Imu su di una prima casa, assoggettata a un mutuo ipotecario? Se il vero proprietario è la banca, perché tartassare il mutuatario? Ultima domanda: come farà Monti a convivere con le vecchie cariatidi democristiane e post-fasciste che, di certo, Casini e Fini candideranno alla Camera nelle loro liste, facendosi trainare dalla lista collegata del Professore? Del resto, la favola parla chiaro, su chi avrà la meglio, tra Pinocchio e il duo del Gatto e della Volpe. A meno che la Fatina “Anghela”, per magia, non decida di tramutare la zucca montiana in una elegante carrozza.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:10