Lettera aperta a Vasco Rossi

Caro Vasco, la giustizia italiana è malata e moribonda, ma non c’è dottore! Che ironia... sentirsi dire che non c’è niente da fare... per guarire! Non c’è dottore! Dicono così...! Però quella di Marco Pannella è una storia d’amore. E tu lo sai. Amore per te. Per gli ultimi, per i derelitti, per i carcerati, per i diseredati, per tutti. O forse è soltanto una storia di sopraffazione, in cui il Potere pretende il possesso dell’anima, lasciandoci in balia del Nulla. E’ una storia che non ci fa dormire. Mentre i miei sogni crollano.

Caro Vasco, a ottantadue anni e mezzo, in questo nostro Paese malato d’ingiustizia e d’illegalità, Marco continua a lottare per la giustizia giusta, la legalità, lo stato di diritto. Pannella è, ancora una volta, ogni volta che dopo piango, nudo e senza armi davanti all’indifferenza del potere impotente e illiberale. Chiede con urgenza che ci siano personalità disponibili a candidarsi con la “Lista Amnistia, Giustizia e Libertà” della Rosa nel Pugno. Silenzio. Se questa fosse stata una sceneggiatura, e non una lettera aperta, avrei scritto: dissolvenza... buio! E invece no. C’è chi dice no! Guardiamo nelle carceri, nei penitenziari, nelle case circondariali e capiamo quello che tu stesso hai scritto e cantato: «C’è qualcuno che non sa più cos’è un uomo! C’è qualcuno che non ha rispetto per nessuno! Ma c’è chi dice no!».

Caro Vasco, per dire “no”, stavolta, è urgente dire “sì”. Puoi dire “sì” a Marco e aggiungere: «Sono disponibile a candidarmi». Pannella continua il suo sciopero della fame e della sete. «E... vuoi da bere?». Che ironia... Lo so, in una delle tue canzoni più belle hai scritto: «Se hai bisogno e non mi trovi, cercami in un sogno». Noi Radicali, con Marco, abbiamo fatto un sogno e abbiamo bisogno di te.

Caro Vasco, come te, sono convinto che le persone forti siano quelle capaci di sostenere il peso delle proprie debolezze e dei propri errori, quelle che sanno essere speranza per gli altri, quelle che non si nascondono dietro una falsa corazza per ingannare meglio se stessi. Le persone forti non sono quelle arroganti e prepotenti. Non è forte chi mostra i muscoli. La nonviolenza è forte. È una cosa che ho capito anche ascoltando le tue canzoni. Vasco, hai ragione tu quando, con la tua solita ironia e autoironia, dici che «ci raccontiamo balle tutto il giorno!», è vero, ma c’è un momento della sera in cui è necessario raccontarci come stanno davvero le cose. «Questa sera... questa sera... non lo so! C’è qualcosa nell’aria stasera... che non si può... non si può spiegare». Decidi stasera, se vuoi. Se puoi.

Caro Vasco, Marco Pannella ti ha lanciato un appello. Lo ha ripetuto, ribadito, riposto in te. Insomma, è come se ti avesse detto: «Sono le cose che non dici che mi fanno più male perché se non me le dici vuoi tenertele per te perché quando non le dici, non le vuoi dividere...». Caro Vasco, mentre noi ascoltiamo le tua canzoni, tu ascolta Pannella. Sai, la Rosa nel Pugno è un piccolo fiore per me. «Muoviti! Salta su! Questo è un treno che non passa, che non passa più!«. E non rimanere con la testa tra le mani rimandando... tutto a domani! Un abbraccio.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:55