
Il paradigma del centrodestra dopo le primarie è Angelino Alfano in cerca di un equilibrio è di un posto in ciò che verrà dopo il Pdl. Nelle ultime ore voci, contraddizioni e dichiarazioni lasciano immaginare un panorama che non cambia per incertezza. Il caos resta, ma qualcosa si muove nel partito. C’è chi è pronto a partire, a seguire Silvio Berlusconi in quello che molti chiamano l’ultimo viaggio, una nuova Forza Italia - o quale che sia il nome della rinnovata formazione - che si dice pronto a lanciare insieme ai suoi fedelissimi. Le primarie non si faranno perché il Cav è pronto a scendere in campo. Lo si era sempre detto in via dell’Umiltà, i colonnelli, i coordinatori e lo stesso Alfano lo avevano ripetuto più volte. L’altro ieri, durante la puntata di Porta a Porta, Maurizio Lupi, dà l’annuncio della volontà di rinviare la competizione. Oggi in una nota ribadisce il concetto affermando che il segretario non ha ancora deciso se mantenere la scadenza, fissata dalla segreteria per il 16 dicembre o se posticiparla: «Chi crede nelle primarie vuole sapere con certezza quale sia la proposta politica del centrodestra, quale la compagine del partito, quali i candidati a premier».
Le dichiarazioni Berlusconi negli ultimi giorni sconvolgono i piani. I tentennamenti li complicano e non è ancora chiaro quale sia materialmente l’offerta di questo centrodestra per le prossime politiche. Il Cavaliere sopravvive al Cavaliere, tagliando via ciò che di inefficiente c’è nel Popolo della Libertà, un segretario che non reggeva la scena e decide di tornare allo spirito del ’94. Secondo Lupi c’è bisogno di fare chiarezza. Cosa possono pensare gli elettori «se il presidente e fondatore di uno schieramento, dopo aver fatto un passo indietro, dichiara di voler tornare in campo, coltivare l’idea di un nuovo partito ma di non essere ancora deciso nel metterla in pratica». Il segretario e il presidente, il vecchio giovane e il giovane vecchio devono chiarirsi per definire una nuova linea.
Ci sarà una decisione da prendere dagli organi interni, una scissione, un’alleanza all’ombra del Porcellum. Ma è ormai quasi certo che il sole delle primarie sia tramontato e che ci si prepari a fare i conti con una nuova prospettiva. Il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, fervente sostenitore dei gazebo, esprime tutto il suo dissenso per aver cassato sul nascere la gara. «Sono arrabbiato. Non c’è ancora nulla di ufficiale ma è anche vero che nessuno sembra più crederci». Poi fa notare come tutti siano preoccupati a sentire cosa si dicono Berlusconi e Alfano, mentre ci sono un gran numero id elettori delusi che si aspettano un segnale concreto di rinnovamento. « vogliono coerenza e serietà». Afferma che le primarie si devono fare: l’unico segno attraverso cui affermare credibilità ai loro occhi».
Non si tira indietro neanche Giorgia Meloni. Su Twitter fa sapere: «Si dice che vogliano annullare le primarie, ma nessun organo del Pdl si è riunito. Chi vuole annullarle ci metta la faccia, io non mi ritiro». Daniela Santanché sta con Berlusconi, l’ha sempre detto. «Credo nelle primarie e mi sono candidata, ma con le novità che sono sopraggiunte non possiamo più farle». Mariastella Gelmini prende atto del mutamento in corso e si dice pronta a seguire gli ordini che arrivano dall’alto. «C’è poco tempo. Si cercherà il rinnovamento del partito per altre vie». Sostiene che Alfano si fa carico dell’unità del partito e che la decisione finale spetterà alla dirigenza. Ma la dirigenza chi seguirà. Nelle ultime ore si è parlato di tregua tra Berlusconi ed Alfano, di attesa. Di un segretario chiuso in via dell’Umiltà in attesa di alzare bandiera bianca, accettando le pressioni che arrivano dal Cavaliere. Lui ha già deciso, nonostante le contraddizioni degli ultimi giorni. Parte la mobilitazione attraverso internet, arrivano le mail da Forzasilvio.it che comunicano l’avvio della campagna elettorale. Siamo all’alba di un nuova forza politica, che potrebbe essere annunciata tra lunedì e martedì. Ma resta da definire un punto di notevole importanza. Cosa ne sarà del vecchio contenitore, chi resterà e chi deciderà di seguirlo. Cosa ne sarà degli ex An. La scelta di Alfano sarà decisiva per gli scari futuri.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:35