Su Taranto scoppia la guerra a sinistra

È guerra nella sinistra per la vicenda Ilva di Taranto. Francesco Barbato, deputato Idv, ha attaccato Bersani e Vendola sulla vicenda del siderurgico tarantino. Ma, a stretto giro di posta, è arrivata la dissociazione del capogruppo Antonio Borghesi: «A nome dell’intero gruppo dell’Italia dei Valori mi dissocio dalle parole dell’onorevole Barbato, prive di qualunque logica e fondamento, e porgo a Bersani e Vendola le mie personali scuse e quelle di Idv. Le responsabilità della situazione dell’Ilva sono ben altre e per le stesse sarà la magistratura  a chiarirne i contorni». Barbato era stato molto duro nella sua presa di posizione: «Bersani e Vendola - ha detto il deputato Idv - hanno responsabilità politiche evidenti sul dramma del caso Ilva di Taranto. È di queste ore la notizia riportata sui principali quotidiani italiani che Pierluigi Bersani nel 2006, prima di diventare ministro dello Sviluppo Economico, ha ricevuto 98mila euro come finanziamento diretto dal gruppo Riva in vista delle Politiche che porteranno la coalizione di centrosinistra al governo. Colui che si candida a premier e alla guida del nostro Paese ha ricevuto soldi e pressioni dal proprietario dell’Ilva per mettere a tacere il troppo zelante deputato del Pd Della Seta, che chiedeva che venissero rispettate le leggi ambientali; Bersani metta in chiaro che rapporto ha con imprenditori che evadono e ammazzano il territorio, i cittadini e il lavoro. È evidente che Riva distribuiva soldi a destra e a sinistra per fare l’imprenditore al di fuori e al di sopra della legge». Emerge come la vicenda Ilva, nata con la cessione Iri firmata da Prodi, sia proseguita sul tavolo dell’Industria che fu di Bersani. Un nodo scorsoio per la nuova sinistra di governo, che oggi non sa come giustificare i decenni di comportamento ondivago. Barbato ha poi continuato su Vendola: «È inconcepibile che un governatore di Regione si adoperi, diciamo, così tanto per fare fuori il direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato, tentando di sconfessarne il lavoro anti-Ilva. Lo stesso sistema usato per la sanità. Basta sentire le intercettazioni tra Vendola e Tedesco, l’uomo di D’Alema e quindi grande supporter di Bersani. Cambiare la legge a piacimento per fare spazio agli amici rappresenta il modo di governare del sistema Vendola-Bersani. È inquietante che questi siano gli uomini del futuro governo». E qualcuno rammenta come Vendola fosse anti-Ilva nei primi anni ‘90, mentre oggi teme la chiusura dei vari impianti industriali pugliesi (sta per scattare anche la chiusura dell’Enel di Bari).

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:04