La partitocrazia assalta i palinsesti

La settimana scorsa, grazie al “servizio pubblico” offerto dal quotidiano L’Opinione, i lettori di questo giornale hanno potuto conoscere alcuni dati relativi agli “ascolti” televisivi dell’ultimo anno di trasmissioni. Nell’articolo in questione, intitolato “Il ruolo dominante della televisione”, descrivevo, dati alla mano, come esista una vera e propria mappa, prestabilita dalla telecrazia, capace di determinare il successo o l’oscuramento dei diversi soggetti politici in campo oppure imporre l’annientamento o, in alternativa, la sovraesposizione mediatica dei vari attori politici presenti sulla scena e di quelli relegati nei camerini, il tutto effettuato secondo criteri partitocratici, illiberali, anti–democratici. A tal proposito, durante i lavori dell’XI Congresso di “Radicali Italiani”, tenutosi all’Hotel Ergife di Roma, nella Commissione intitolata “Dalla democrazia reale alla democrazia legale. Amnistia e federalismo europeo per uscire dalla flagranza criminale”, il direttore del “Centro di Ascolto per l’informazione radiotelevisiva”, Gianni Betto, ha svolto una relazione che ci aiuta a fare luce su alcuni oscurantismi partitocratici.

Il prezioso intervento di Betto, anche grazie alla registrazione audio–video, disponibile sul sito internet di Radio Radicale, andrebbe recuperato e ascoltato con attenzione da tutti coloro che hanno, come monito, la conoscenza delle verità e, come obiettivo, la conquista di una democrazia liberale in Italia. Nella relazione si fa riferimento anche a Beppe Grillo che, nel periodo compreso dall’ottobre 2011 all’ottobre 2012, ha potuto contare su 3 minuti in trasmissioni di massimo ascolto, cioè in programmi televisivi con oltre 3 milioni di ascolti. Inoltre, Grillo ha avuto: un’ora e 44 minuti di tempo in trasmissioni con ascolti compresi tra il milione fino ai 3 milioni, un’ora in trasmissioni fino a 1 milione di ascolti, 39 minuti in trasmissioni con ascolti inferiori a 500mila. Giusto per avere qualche elemento di proporzione, si consideri che Marco Pannella, in questo ultimo anno, ha avuto zero secondi “zero” in trasmissioni di massimo ascolto, cioè, per intenderci, quelle trasmissioni che possono contare su oltre 3 milioni di ascolti.

Ma non basta: anche per fare un paragone con i precedenti dati di Grillo, si tenga conto che, in un anno, Pannella ha avuto soltanto 23 minuti e mezzo di tempo in trasmissioni con ascolti che vanno da un milione ai 3milioni di ascolti, 19minuti in trasmissioni con ascolti inferiori al milione, 12 minuti in trasmissioni con ascolti inferiori a 500mila. Anzi, per capire meglio l’entità della mancata informazione ai cittadini, si consideri anche che Emma Bonino, nello stesso periodo di tempo, ha avuto zero secondi in trasmissioni di massimo ascolto, appena 41 minuti in trasmissioni da 1 a 3 milioni, soltanto 36 minuti in trasmissioni inferiori al milione e 43 minuti in trasmissioni fino a 500mila ascolti. Vediamo, ora, nelle trasmissioni Rai, cioè del servizio pubblico: i Radicali sono al 15esimo posto, con meno di 4 ore sulle 390 ore complessive messe a disposizione di tutte le forze politiche, cioè stiamo parlando di appena 72 milioni di “ascolti” su un totale di 9 miliardi! In altri termini, ridotta in percentuale, la cifra risalta immediatamente agli occhi: si tratta di un misero 0,8% di spazio televisivo concesso ai Radicali. Come termine di paragone, si consideri che SEL, come forza politica, pur non essendo presente in Parlamento, è all’11° posto: con 7 ore e mezza di spazio concesso, il doppio dei Radicali.

Spazio che corrisponde a 124 milioni di ascolti (cioè, all’1,3%). Il Movimento 5 Stelle è al 14° posto, equivalente a 2 ore e 17 minuti, per un totale di 87 milioni di ascolti. Nella classifica delle presenze televisive in Rai, rispetto all’ultimo anno di programmazione, Silvio Berlusconi è al 2° posto con 162 milioni di ascolti in 2 ore. Antonio Di Pietro ha potuto contare su 6 ore e 19 minuti, pari a 156 milioni di ascolti, cioè 60 volte gli ascolti consentiti a Pannella. L’esponente politico che i cittadini italiani hanno potuto seguire con maggior frequenza nelle edizioni principali dei Tg Rai, in due settimane scelte come campione, è Pier Ferdinando Casini presente tutti i giorni. Segue Pierluigi Bersani, poi ci sono Matteo Renzi, Antonio Di Pietro e Fabrizio Cicchitto, subito dopo ci sono Nichi Vendola, Roberto Maroni e Roberto Formigoni, quindi Angelino Alfano, Gianfranco Fini e Maurizio Gasparri. Nei Tg Mediaset è Bersani l’esponente presente con maggior frequenza, 12 giorni, seguito da Renzi (11 giorni) e Casini (9 giorni). Segue Alfano con 8 giorni. Su La7 è Renzi l’esponente politico presente con maggior frequenza (11 giorni), seguito da Casini e Bersani (10 giorni), Di Pietro (9 giorni), 8 giorni per Vendola, Formigoni e Cicchitto. Lascio al lettore la libertà di comprendere e commentare come meglio crede tutti questi dati.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:42