Siamo tutti (o quasi) complici di Grillo

Lo premettiamo: anche le successive righe dovranno, per forza di cose, essere considerate (nel loro piccolo) parte integrante della grande messinscena costruita da quel grande uomo di spettacolo che si chiama Beppe Grillo. Il quale, in barba ad un’opinione pubblica che lo guarda con un misto di interesse e scetticismo, ha messo in piedi un piano mediatico che definire diabolico sarebbe quanto meno riduttivo. La tattica adottata dal comico genovese è, infatti, piuttosto lampante. Grillo dice che i quotidiani fanno schifo e sono al servizio dei poteri forti? I quotidiani scrivono che Grillo ha attaccato i giornali. Grillo intima ai suoi di non presentarsi in talk show televisivi? Le tv riferiscono che Grillo ha vietato ai suoi di andare in tv. Grillo si tuffa in acqua e raggiunge la Sicilia a nuoto? Gli organi di informazione (al servizio dei poteri forti) scrivono che Grillo ha raggiunto la Sicilia a nuoto. Si potrebbe andare avanti quasi all’infinito.

Il “dominus” del M5S ha oramai scelto in modo evidente questa strategia nella quale sono/siamo in molti ad essere complici più o meno volontari. Grillo ed il suo guru-ispiratore ottengono in questo modo un doppio obiettivo: evitano che qualche loro adepto faccia qualche figuraccia in pubblico (e, di conseguenza, la faccia fare all’organizzazione), ottengono uno spazio forse inaspettato sugli organi di informazione. Una soluzione, peró, ci sarebbe: quella di sfidare il barbuto padre-padrone a continuare la propria campagna elettorale tramite il suo blog perché tutte le testate giornalistiche ne ignorano le gesta, le parole, le provocazioni, le teatralitá, le follie verbali, le assenze di programmi elettorali tangibili che non siano i soliti slogan anti politica vomitati al vento. In altre parole, le testate giornalistiche “serve dei poteri forti” ed i loro giornalisti prezzolati non si occupano piú del M5S e dei suoi padroni: silenzio totale. Volete scommettere che il comico ed i suoi spalleggiatori avrebbero il coraggio di gridare contro la censura?

 

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:02