
Renzi ministro di un futuro governo Bersani? Certo non pochi seguaci del segretario del Pd saranno sobbalzati sulle sedie nel leggere dell’offerta di Pier Luigi al rivale rottamatore. Giusto il tempo di trasecolare, e la notizia lanciata dall’Ansa nel primo pomeriggio di lunedì 5 novembre dopo pochi minuti viene rettificata – o meglio, ritirata – dalla stessa agenzia di stampa. Nessuna offerta dunque, anche se in mattinata, nel forum del quotidiano torinese La Stampa, Bersani aveva detto qualcosa di simile ma in modo più prudente: ovvero che Renzi e i suoi elettori rimaranno una risorsa anche dopo le primarie.
«Siamo tutti d’accordo sul fatto che Renzi possa essere una risorsa per il Paese – dice Orfini – però non mi sembra il caso di mettersi a fare il totoministri quando ancora non si sono vinte le elezioni. Inoltre – aggiunge – penso che nella nascita del governo dovremmo coinvolgere anche forze che sono esterne alla politica». Perché il punto, secondo l’Orfini-pensiero, è ricostruire il rapporto con la parte di italiani che non si sentono rappresentati dalla politica e che alle prossime elezioni «rischiano di non andare a votare».
Bersani ha poi dichiarato di non volersi ripresentare come candidato segretario al prossimo congresso del Pd, previsto nell’ottobre del 2013. «Credo che al prossimo congresso ci debba essere un giro della ruota», ha detto Bersani sempre al direttore Mario Calabresi. Qui, però, Orfini è in disaccordo con il proprio candidato alle primarie. «Bersani – dice il giovane turco – vincerà le primarie perché è segretario del Pd, il principale partito della coalizione. E se vogliamo uscire da una visione personalistica della politica, quella è la sua principale fonte di legittimazione». Insomma, «leadership e premiership devono coincidere» e «rompere quel rapporto rischia di perpetuare un errore già fatto in passato, si pensi ai governi Prodi e D’Alema». «Prima di ripetere quell’errore – è dunque l’invito al segretario – io ci penserei».
A Nichi Vendola, che ha chiesto a Bersani di scegliere se allearsi con la sua Sel o con l’Udc di Casini, il responsabile cultura e informazione Pd ricorda che «ha sottoscritto una carta d’intenti, dove si dice che si valuteranno le condizioni per un’alleanza coi moderati». «Penso che dovremmo allearci con entrambi», aggiunge Orfini, che comunque ammette di sentirsi più vicino al programma di Vendola. «È evidente che il leader di Sel faccia parte del nostro campo, quello dei progressisti, del resto le primarie non le facciamo con Casini. Però – aggiunge – è inaccettabile porre questi aut aut. Partire dicendo non se ne parla è un atteggiamento fanciullesco, sia che lo metta in campo Vendola sia che lo metta in campo Casini».
Infine quando gli si chiede un pronostico sulla percentuale di voti che Bersani otterrà alle primarie, Orfini risponde con un «non so, però so che vincerà». Sotto il 40% sarà una mezza sconfitta? «Dare percentuali è pericolosissimo. Ma non penso, vince chi prende un voto in più dell’altro».
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:49