Alfano in campo per Musumeci

«Ritengo misteriose le ragioni che hanno spinto l’Udc a sostenere un candidato della sinistra. Ciò che sappiamo è che ora vorremmo che il nucleo del centrodestra fosse composto dal Pdl, Pid e dalla lista di Musumeci e che sulla base di queste alleanze si sviluppi in Italia una coalizione altrettanto credibile». Parola di Angelino Alfano, segretario nazionale del Pdl che ieri a Palermo, insieme al leader del Pid e al coordinatore della lista Musumeci, Saverio Romano e Adolfo Urso, hanno presentato un pacchetto di riforme per la Sicilia sul welfare e sulla famiglia. Un’iniziativa politica a otto giorni dal voto per le regionali nell’Isola con la quale si ribadisce l’attenzione verso questi temi e sui quali, afferma Alfano «la coalizione guidata da Crocetta credo abbia difficoltà a realizzarli». Un riferimento al partito di Casini con il quale, dice Alfano «c’è un dialogo intermittente, meno intenso di quanto si crede».

«L’esperienza siciliana - continua il segretario - dimostra che non è facile creare unità sui contenuti, sui quali sarebbe stata naturale un’alleanza con l’Udc». Ma non solo un annuncio di tre disegni di legge da presentare all’Ars che, assicura il segretario del Pdl, «entro i primi cento giorni saranno tramutati in legge da Musumeci e dalla maggioranza che lo sosterrà». Per Alfano, che non ha escluso la disponibilità di Silvio Berlusconi a venire in Sicilia prima della chiusura della campagna elettorale, è stata anche l’occasione per annunciare pulizia all’interno del partito, dopo i recenti scandali e i casi di corruzione: «Noi - ha assicurato - l’ex Guardasigilli – cacceremo ladri, gaglioffi e malfattori. Non vogliamo persone nel Pdl che sporchino la nostra bandiera e ci riteniamo parte lesa». Alfano, che ha sottolineato l’onestà di Musumeci perché ha saputo amministrare bene e mantenere le mani pulite, sulle future alleanze del post voto ha affermato: «Nessuno ci dice che se noi vinciamo non lo facciamo anche un’ampia maggioranza. Se ciò non dovesse accadere - continua il segretario - la cercheremo in Parlamento sui singoli provvedimenti e contenuti e non nascerà da un negoziato di poteri, magari sugli assessorati».

Certo, la battaglia in Sicilia è molta dura e il Pdl deve riscattare il risultato per nulla soddisfacente delle scorse amministrative. Alfano ammette anche di essere personalmente impegnato nella ricostruzione del centrodestra italiano che deve partire proprio dal nucleo che oggi si presenta in Sicilia. E al contrario di molti altri esponenti politici ritiene che «le elezioni regionali non siano un test nazionale, ma comunque una buona prova per noi, perché in Sicilia le coalizioni sono scomposte rispetto alle dinamiche del paese». E sulle dichiarazioni di Daniela Santanché, che chiede l’azzeramento del Pdl, è stato molto chiaro: «Il Pdl non è il partito di Le Pen, non è contro l’euro e per l’uscita dall’Ue. Se il tentativo di qualcuno è di spostare all’estrema destra il partito dandoci un’impronta antieuropeista e di esprimere un giudizio pessimo sul governo Monti, non è questa la linea del partito. Meglio dirlo prima per essere chiari dopo. Detto questo - conclude Alfano - non ho alcun problema personale con la Santanchè».

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:55