I guai di Napoli, dal mattone all'auto

Se l’allarme criminalità-sicurezza resta alto, quello sociale sfiora il dramma per migliaia di famiglie. La mancanza di lavoro e di prospettive producono un inevitabile calo dei consumi, degli investimenti e della domanda interna. Tra pochi mesi anche gli ammortizzatori sociali potrebbero non essere sufficienti.

Il tema scottante è quello della crisi edilizia. I dati occupazionali del settore, presentati all’assemblea dell’Acen dei primi di ottobre, sono allarmanti: c’è una perdita secca di 25mila lavoratori e un sostanziale aumento del numero di ore di cassa integrazione autorizzate, aumentate del 12%. Le ditte iscritte alla Cassa edile sono passate da 4.600 nel 2010 a meno di 3.900. Se non ripartono i grandi progetti programmati dalla Regione, sarà un inverno nero.

Delicata è la questione dei lavoratori dei trasporti. Dopo lo sciopero dei macchinisti della Circuvesuviana è scontro sugli sprechi e la cattiva gestione. Ma anche sugli autobus e sui treni si viaggia in condizioni di disagio. È anche difficile trovare il biglietto unico a causa dei contrasti tra le aziende di distribuzione del consorzio. Dalla crisi della mobilità in Campania si esce soltanto con un serio piano di rilancio e con interventi concreti. Questioni, assieme all’aumento contrattuale, che sono al centro della vertenza dei trasporti locali.

Non c’è pace neppure nell’industria, soprattutto quella legata allo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco e alla cantieristica navale. Le tute blu andranno in cassa integrazione dal 29 ottobre al 9 novembre con blocco totale delle produzioni della nuova Panda. I sindacati chiedono all’ad Sergio Marchionne il rispetto dell’accordo che due anni fa con il progetto Fabbrica Italia, ora abbandonato, portò alla firma (senza la Fiom) di uno specifico contratto auto. «Tutti in fabbrica a mangiare il panettone» è lo losgan della battaglia sindacale. È drammatica anche la situazione della Fincantieri di Castellammare, con operai in sciopero per chiedere al ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, di chiarire la missione produttiva che non può essere soltanto quella di costruire piccolo naviglio. Mare in burrasca dopo solo quattro mesi dalla conclusione del processo di privatizzazione dell’ex Tirrenia: per contrasti sull’organizzazione e sul numero del personale da riassumere, l’armatore napoletano Vincenzo Onorato ha sbattuto la porta, rassegnando le dimissioni dal cda della Compagnia italiana di navigazione.

La preoccupazione espressa dal presidente della Regione, Stefano Caldoro, ai ministri dell’Interno e della Giustizia è che «le imprese campane possano collassare a causa della crisi e rappresentare un ghiotto boccone per la criminalità, pronta a mettere le mani sulle imprese in difficoltà».

Si torna così al problema ordine pubblico. È stato firmato il Patto per Napoli sicura, con il quale le istituzioni (Regione, Comune, Provincia) s’impegnano ad agire per migliorare la qualità della vita nella città partenopea. Un patto-scommessa, anzi, un saggio teorico in 18 articoli. Cose già dette e ridette. Le priorità sono come e dove trovare le risorse per pagare i debiti contratti dal Comune per circa un miliardo di euro, e contemporaneamente garantire i servizi ai cittadini.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:37