Lo Bello attacca: «Disastro in Sicilia»

La domanda che sorge spontanea è solo una: ma lui dov’era? Già, dove è stato Marco Venturi, l’assessore “tecnico” alle Attività produttive del governo regionale siciliano che si è dimesso due giorni fa sferrando il suo j’accuse durissimo nei confronti del presidente Lombardo indicato senza mezzi termini come il “garante” di interessi mafiosi nella Regione.

Negli ultimi tre anni non risulta, a meno che la distrazione non sia contagiosa, nessun appello a Chi l’ha visto. Nessuno ha cercato l’ex vice presidente di Confindustria Sicilia, approdato nella giunta siciliana nel 2009, che a soli 24 giorni dalle elezioni regionali si rende conto che Lombardo «con il suo modo di fare e con i provvedimenti che ha adottato sta mettendo ancor di più la regione nelle mani di mafiosi e affaristi». Accuse pesanti come un macigno che seguono il botta e risposta di alcuni giorni fa tra il governatore dimissionario e il vice presidente di Confindustria Ivan Lo Bello che aveva definito l’attuale esecutivo come «il peggiore della storia della Sicilia».

Venturi boccia l’intero sistema di governo di cui ha fatto parte e, se pur annunciate più volte, decide solo adesso di dare le dimissioni. Coraggio ritrovato? Una illuminazione tardiva? O cos’altro?  «Cosa nostra sta ottenendo e otterrà favori a causa delle sue azioni spregiudicate, inaccettabili e arroganti», ha tuonato Venturi, parlando del suo ex capo di governo che ha annunciato querele per «calunnie e falsità». «Mi spiace che l’ex assessore Venturi e i suoi amici siano usciti fuori dai gangheri – ha replicato Lombardo – quando abbiamo impedito l’ennesima nomina, dopo le tante da lui fatte, di un suo uomo di fiducia, privo di titoli indispensabili, a commissario dell’Irsap». Ed è  proprio la riforma  delle Asi (aree di sviluppo industriale), da decenni al centro di interessi politico-clientelari, la causa scatenante della guerra Venturi-Lombardo.

L’Irsap, l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, che avrebbe dovuto accorpare le vecchie Asi  non è mai decollato e le nomine del Cda, volute  da Venturi, sono state azzerate dalla giunta che ha indicato un commissario. Le irrevocabili dimissioni dell’assessore, che ha accusato Lombardo di essere il “regista” della bocciatura in aula della riforma, non solo sanciscono la rottura definitiva tra il governatore e Confindustria, ma evidenziano, in tutta la loro gravità, l’ennesimo scontro di potere tra strutture politico-istituzionali e potere economico. Storie di ordinaria incoerenza sullo sfondo di una Sicilia che, tra i due litiganti, affonda.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:57