
Volevo dare merito a tutti quegli organi di informazione, alla stampa, ai magazine on-line e alle tv che hanno dato visibilità ai rendiconti e alle cifre riguardanti il bilancio di noi Radicali alla Regione Lazio. Infatti, siamo stai i soli, fin dall’inizio della consiliatura, a mettere a disposizione di tutti i cittadini i nostri bilanci pubblicandoli su internet, in piena trasparenza. E così, grazie ai Radicali presenti sugli scranni della Pisana, cioè grazie al capogruppo Giuseppe Rossodivita e al consigliere Rocco Berardo, è stato scoperchiato il pentolone dei fondi pubblici ai gruppi.
Purtroppo per i Consiglieri regionali della Lista Bonino-Pannella, in questi due anni e più, non vi è stata alcuna possibilità di accedere all’Ufficio di presidenza e controllare così gli organismi decisionali in cui questi soldi venivano stabiliti e distribuiti. La partitocrazia unica e trasversale non ha voluto nemmeno che Rocco Berardo sedesse in Commissione Bilancio. È un riflesso costante negli anni che il Potere perpetua. Allora, i nostri due Consiglieri hanno anche chiesto di accedere agli atti, ma questa possibilità è stata loro negata adducendo che si trattava di atti “riservati”.
La battaglia politica per la trasparenza e per i tagli agli sprechi della partitocrazia (non della politica!) si sono fatti sempre più intensi e i Radicali hanno cercato, fin da subito, di trovare attenzione da parte dei mass-media, ma non c’è mai stata l’attenzione che speravamo. Mi sembra che ci sia stato un appiattimento di gran parte della stampa nei confronti del Potere. Spesso contro i Radicali. Sono anni che denunciamo l’ostruzione dei mass-media nei confronti dei Radicali eppure, in genere, si dice che vogliamo passare per vittime. Da questo punto di vista, il quotidiano L’Opinione rappresenta una lodevole e felice eccezione. Il direttore Arturo Diaconale ne ha fatto davvero un giornale “delle Libertà” e, dunque, liberale.
Si pensi che, fino a quando il gruppo della Lista Bonino-Pannella alla Regione Lazio non ha ricevuto i fondi, scaglionati in diverse tranche, noi Radicali non sapevamo neppure a quanto ammontasse la cifra distribuita ai vari gruppi consiliari! E non un giornale o una tv nazionale che riprendesse questa nostra lotta politica per la trasparenza e contro gli sprechi. Neppure un sostegno quando abbiamo denunciato lo schifo del sistema partitocratico che incontravamo alla Regione Lazio strada facendo. Non un solo titolo eclatante o messo ben in evidenza quando Rossodivita e Berardo hanno fatto la battaglia sugli sprechi come quello riguardante l’aumento delle Commissioni consiliari o concernente la proposta di Anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, depositata con una delibera, fin dal giugno 2010. Niente.
È il regime partitocratico, trasversale e cinico. Alcuni organi di disinformazione, in questo nostro paese, troppo spesso, sostengono questo potere. Comunque, noi Radicali non ci siamo arresi e abbiamo messo tutto on-line con la massima trasparenza, visibile, accessibile dai giornalisti e da chiunque. Si potevano leggere su internet i nostri bilanci del 2010, 2011 e del 2012. Come è nostra abitudine e costume. Era lì, sotto il naso di chi volesse andare a guardare, lo abbiamo anche segnalato più volte indicando il riferimento del sito del gruppo consiliare dei Radicali e pubblicato un libretto - nell’ottobre 2011 - in cui veniva descritta la nostra attività giornaliera alla Pisana, proprio a cominciare dalla trasparenza. Ma nessuno è andato a guardare... non potevano o non volevano scoperchiare la pentola.
E allora, Giuseppe Rossodivita, esausto, ha incontrato il giornalista Sergio Rizzo che, inizialmente da solo, ha avuto il coraggio di pubblicare la notizia fatta emergere dai Radicali grazie alla pubblicazione on-line del loro bilancio. Tutto rendicontato. Trasparenza! E così, è scoppiato il “caso”. Il 20 agosto, il Corriere della Sera ha fatto uscire la notizia grazie alla e, da allora, anche per la faida interna al Pdl, la stampa di regime ha capito che era il tempo di sollevare la questione. Per amore della e delle verità, insomma, è necessario ricordare che se non ci fossero stati i Radicali in Consiglio regionale, oggi, non staremmo qui a parlare di quanto è accaduto, Renata Polverini sarebbe osannata come una grande statista e i partiti (esclusi i Radicali) continuerebbero a spartirsi la torta. Leonardo Sciascia, una volta, scrisse: «Tutti i nodi vengono al pettine, quando c’è il pettine».
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:14